Riassunto delle puntate precedenti: io e altri miei amici blogger ci troviamo imprigionati in una Napoli apocalittica, deserta, che sembra frequentata solo da zombi ostili. Dopo una movimentata fuga, ci rifugiamo in un basso napoletano, assediati dai sanguinari morti viventi La spiegazione delle nostre traversie sembra collegata al mio ultimo post, in cui parlo di un gruppo di blogger che morirà massacrato in una dimensione parallela molto somigliante a quella in cui ci troviamo.
Ormai la porta del basso napoletano in cui ci siamo rifugiati sta per crollare sotto i veementi colpi degli uomini-zombi del mondo parallelo. Il Carismatico, Anathea e altri blogger trascinano davanti allo scricchiolante battente di legno un tavolo, un robusto armadio e altri pezzi di mobilio che al massimo riusciranno a rallentare i nostri disumani assedianti, non certo a bloccarli. Il rumore di un vetro rotto ci informa che gli zombi sono abbastanza invasati da tentare ogni via di accesso all’appartamento, cioè alla nostra prigione.
Non c’è tempo per riflettere sull’assurdità di ciò che succede e ciascuno di noi sa che il presente è troppo reale per essere un sogno. Do una mano a Rockpoeta e a Elle a inchiodare assi di legno sull’unica finestra della casa. Quindi torno al computer portatile manovrato da Celia e da Lian Dyer. Non riesco a togliermi dalla mente che la nostra sola possibilità di uscire da quel guazzabuglio è affidata alla connessione adsl e forse ai blog, al mio in particolare.
Il monitor del portatile mostra ancora la pagina iniziale del mio ultimo post, intitolato “L’ultimo giorno dei blogger”. Lian e Laura stanno ancora rabbrividendo mentre metabolizzano le ultime righe della storia, in cui tutti i blogger rimasti intrappolati nella Napoli parallela sono dilaniati e divorati dagli zombi. Nessuno dubita che l’esito del post anticipi ciò che avverrà tra poco. In ogni modo anche i più razionali e realistici tra noi si rendono conto con un semplice sguardo verso la porta presa d’assalto dai mostri assetati di sangue che in questo mondo non esiste la parola impossibile.
Stregagatta si dà un pugno nella mano. “Tutto sembra legato al tuo post”, mi dice. “E se provassimo a cancellarlo?”
“Che vuoi dire?”
“Il post sembra la fonte dei nostri guai, eliminandolo forse eliminiamo pure i nostri guai”, interviene Lian Dyer rabbrividendo per un colpo degli assedianti più forte degli altri.
Non mi pare un’idea che possa funzionare; ma d’altra parte chi può dire cosa può funzionare in un mondo che probabilmente non ha mai visto un essere umano prima d’ora e che anzi forse non esisteva neppure poche ore fa. Do la password di Google a Celia, scatenando l’ironia di Cleide. “Ci sono più simboli nella tua password che in un geroglifico egiziano. Sembra quasi che il tuo blog contenga misteri superiori a quelli della Cia.”
“Ssssss, come fai a scherzare in questo momento?”
“Forse è perché sono spaventata a morte.”
Ecco, Celia e Lian sono riusciti a entrare nell’area personale del blog. La freccetta del mouse si ferma sul riquadro di “Elimina il blog”. Diversi occhi si fissano su di me come per richiedere la mia autorizzazione. Cleide apre la bocca, probabilmente per far notare che preferirei morire piuttosto che cancellare il mio blog, ma poi non dice niente perché ha già esaurito la razione di ironia concessa in quella circostanza. Dopo un mio cenno, il mouse crepita, facendo apparire un messaggio che avvisa che solo chi ha i diritti di amministrazione del blog può eliminarlo. Imprecazioni e proteste da parte mie e degli altri blogger non cambiano la situazione. Gians propone di cancellare il post, forse otterremo gli stessi risultati, posto che avessimo ottenuto qualche risultato dall’eliminazione del blog. Ma pure quella strada va a scontrarsi contro altre finestre di Google che ci negano l’accesso.
La disperazione si impossessa dell’umido basso napoletano. Nessuno ha la minima idea per trarci d’impaccio, per quanto assurda. Rockpoeta mormora dei versi apocalittici, forse tratti dal suo cupo poema futuristico. Quindi uno schianto terribile lacera il silenzio misto a rassegnazione. La porta dell’appartamento ha ceduto sotto gli attacchi degli esseri mostruosi che premevano all’esterno. Braccia e corpi cadaverici penetrano nella casa spostando il pesante armadio che è rimasto l’ultimo baluardo a nostra difesa.
Non c’è un attimo da perdere. Mi precipito nello stanzino adibito a cucina e afferro una mannaia per tranciare il pollo che trovo in uno stipo. Maria Rita, Giovanni, Talikundia e gli altri mi seguono armati di coltelli o di oggetti contundenti che vanno dalle scope a pentole in acciaio inox, o perfino a gambe di sedie traballanti impugnate come randelli.
Ci gettiamo sugli zombi con la forza della disperazione. Mulino la mannaia in mezzo ai malvagi ghigni dei mostri di un mondo improbabile, cercando di ignorare gli schizzi di sangue pantanoso e le profonde ferite che provocano i miei fendenti. Tronco l’arto mostruoso che sta per avviluppare la gola di Balua, ma non posso fare niente per impedire che due zombi si avventino su un blogger che non riesco a identificare nel caos di corpi, colpi, grida e strepiti disumani. Il disgraziato, immobilizzato in una stretta ferrea, urla spaventato. A un certo punto penso che mi sono spinto troppo oltre i miei compagni. Un gruppo di uomini non uomini mi ha accerchiato e una manata di inaudita violenza ha fatto volare via la mia mannaia. Gli zombi mi fissano con avidità e uno di essi apre la bocca mostrando denti marci che con tutta evidenza vuole conficcarmi in gola. La punta di una scopa che perfora un suo occhio gli impedisce di attuare l’orrendo proposito e una gragnuola di colpi attuati con coperchi di pentola, pezzi di ante divelte e randelli improvvisati costringe gli aggressori a ritirarsi abbastanza da farmi ritirare tra le file dei miei compagni.
Purtroppo quella sortita non ha potuto liberare il blogger catturato dai morti viventi, il quale è stato portato all’esterno della casa e viene maciullato senza pietà. Le sue grida di orrore ci fanno rizzare i capelli in testa. Attraverso gli spiragli creatasi sul campo di scontro vediamo bocche tumefatte che staccano grossi brani sanguinolenti dalle membra del blogger agonizzante. Capisco subito che non possiamo fare nulla per impedire la morte dello sventurato.
“Avete visto chi era?”
“Era quel tipo antipatico”, dice una voce adrenalinica intorno a me.
“Quello stronzo che ti metteva sempre commenti velenosi, quello che nessuno poteva soffrire.”
Non c’è tempo di obiettare sulla scarsa pietà di quelle osservazioni. Ci riuniamo al centro dell’appartamento e con un estremo sforzo riusciamo a buttare fuori tutti gli esseri disumani penetrati in casa. La porta abbattuta viene rimessa al suo posto e sostenuta con mobili pesanti e con le braccia di tutti i blogger in condizione di farlo. Il silenzio proveniente dall’esterno mostra che la vittima dei mostri ormai non può più inorridirsi per l’orrendo pasto attuato ai suoi danni.
Con un po’ di fortuna, mi pare che ci sia il tempo per un ultimo tentativo al computer. Chiedo a Lian e Celia di cedermi il posto e clicco sulla scritta Personalizza sopra la scritta “Arriva un cavaliere libero e selvaggio”, che ora sembra molto più funerea del solito. Vado nell’area di Modifica e apro il mio ultimo post.
Intorno a me è il caos totale. C’è chi si lamenta, chi prega, chi si indigna come se fosse sul blog e chi addirittura ride quasi non credesse possibile morire in un modo così pazzesco e raccaparicciante. Gli zombi, ringalluzziti dall’efferato pasto sono a un passo dal penetrare in casa per la seconda e certo definitiva volta. Ho solo pochi secondi.
Evidenzio le ultime righe del post e premo il tasto della cancellazione. Per un po’ pare che non debba accadere niente, poi le ultime righe di testo spariscono scatenando un coro di entusiasmo. Faccio volare le dita sulla tastiera, rendendomi conto che la mia ansia causa un numero incredibile di errori di digitazione che mi costringono a perdite estenuanti di tempo. Qualcuno impreca contro la mia goffaggine, ma infine riesco a produrre un paio di frasi grammaticamente corrette anche se di valore letterario prossimo allo zero.
Ecco, gli zombi sono entrati in casa avventandosi sui primi difensori che ormai non cercano neppure più di opporsi. Non c’è il tempo di correggere o di aggiungere altro. Non c’è nemmeno il tempo di capire se ciò che ho scritto abbia un senso. C’è solo il tempo di premere il tasto dell’invio.
***
Un sole tiepido mi accarezza la pelle accompagnato da un fresco vento che odora di salsedine. Poco lontano le onde di un mare azzurro si adagiano su una spiaggia chiarissima e incontaminata. Mi basta dare uno sguardo in giro per decidere che non ho mai visto un paesaggio più invitante di quello che mi circonda. Accanto a me sulla spiaggia, i miei amici blogger si guardano intorno a bocca aperta, come se si trovassero nel paradiso terrestre, paragone non del tutto azzardato. Sergio Berto, Vento e Araba Fenice si palpano braccia e petto come se non credessero di essere ancora interi, malgrado ferite e lividi che contraddistinguono i corpi di tutti.
“Che diavolo hai scritto nel post in quegli ultimi secondi?”, mi chiede Marion mentre raccoglie nel palmo della mano un po’ d’acqua di mare purissima.
“Indovina un po”, le sorrido guardandomi intorno beato.
“E se pure questo posto non fosse reale? Se ci trovassimo in un’altra dimensione parallela?”
Mi sento prendere la mano. E’ Cleide, è così ammaliata dalla spiaggia che le parole le escono a fatica da bocca. “Non so voi”, dice, “ma se questa è un’altra dimensione, chi vuole tornare alla realtà?”
Ridiamo tutti, tutti i blogger riuniti sulla spiaggia.
Mi hai fatto temere il peggio.
RispondiEliminaCiao Mio Capitano..
RispondiEliminaSai non vengo spesso a trovarti.. ma sei uno dei pochissimi a cui tengo sul serio..perchè secondo me vero..
vieni a vedere mi hanno pubblicato un altro racconto ma questa volta scritto a due menti..
un bacio a presto :D
Tiè tiè e tiè
RispondiEliminahttp://www.schegge.org/antonio/immagini/corno.jpg
Vista l'acidità del post non si sa mai...
inenarrabile, si deve sempre promettere il peggio per poi dare il meglio.
RispondiEliminaIsy, verro presto a trovarti,
corna e bicorna, il post non è affatto acido. Infatti finisce con un vissero tutti felici e contenti. Potrebbe essere acido solo se ti identifichi nel povero blogger vittima degli zombi. Ma uno si chiede: perché dovresti identificarti in un personaggio così negativo? Hai fatto qualcosa di male di recente?
Un saluto agli amici, i quali sono tutti integri e sani e salvi sull'isola della felicità. :-)
Aver fatto fuori il rompiscatole non ci assicura purtroppo che ce lo leveremo di torno. Oh ma corna e bicorna fa sul serio? :))
RispondiEliminaIo firmo per rimanere sulla spiaggia tanti in un altra dimensione è tutta la vita che ci sto già.:)))
Cavolo, ce l'abbiamo fatta. Avvincente, sei un genio-geniale della parola. Una frase mi è piaciuta ed è indice della costruzione ben riuscita della descrizione del tuo pensiero: ..."ormai non può più inorridirsi per l’orrendo pasto attuato ai suoi danni."
RispondiEliminaOttima!!!
Qualche tempo fa volevo riunire in un post tutti i miei amici blogger in una festa a casa mia, tu eri attorniato da ascoltatori rapiti.
Quella torva Napoli, però mi si addiceva ed anche quel brivido di terrore.
Nella nostra spiaggia consolatoria mi trovi vicino a quello scoglio che mai deve mancare.
Chiudo col solito bacio che non vuoi.
lascio il saluto senza aver letto il post. E' la fine, dunque. Riprendo presto, poichè saltai gli ultimi tuoi post (centrate tra le moltissime, e ottimamente, le frasi di apertura e presentazione del post Sesto senso).torno, ciao,
RispondiEliminaGiovanni
e ridiamo si! capitano ce la siamo vista brutta, ma anche questa è andata. mi piace pensare ad una spiaggia che probabilmente conosce anche cleide, il massimo sarebbe incontrarci sul serio li! intendo tutti i sopravvissuti di questa splendida storia, che poi a vederla bene, tanto irreale non è, infatti quante volte ci siamo scontrati con "zombi" che non capiscono la vera ragione che spinge ad avere e seguire il mondo dei blog? mi spiace per loro, mancano di fantasia e sono convinti male del fatto che sia solo una realtà virtuale da cui non può nascere nulla. personalmente, sono convinto che oltre a tutta quella serie di amici, magari conosciuti durante l'infanzia, questi spazi concedano il privilegio di conoscerne altri, magari lontani, ma altrettanto veri. un caro saluto capitano, passa un buon weekend e salutami cleide. :)
RispondiEliminaTi saluto Gians e saluto anche Cuncetta che leggo spesso e con piacere. Sono assolutamente d'accordo con te.Io non faccio un distinguo tra virtuale e reale.Il blog è un'opportunità in più che la tecnologia e il progresso ci regalano ed è uno strumento prezioso che ci offre la possibilità di relazionarci con altri, a patto che questo avvenga con serietà e senza fini oscuri, perchè sappiamo bene che accade anche questo. Ma sarebbe un discorso troppo lungo parlare di tutti i risvolti non proprio allegri del virtuale. Ma a noi non ci riguarda no? Andiamocene tutti in quella spiaggia a chiacchierare intorno ad un bel falò :)
RispondiEliminaDavvero avvincente!
RispondiEliminaCiao!
Daniele
nn può finire così mio capitano!
RispondiEliminaquesto racconto deve continuare. proprio adesso che siete sull'isola finisce tutto? :-)
scherzi a parte, a leggerti nn ci si annoia mai, anzi.
un abbraccio
mio capitano ..... grande!
RispondiEliminaSai come catturare l'attenzione.
Che dire di più?
Fans sfegatata
cleide vero, questo strumento se utilizzato nel modo sbagliato, può causare dei grossi guai, alterare la realtà potrebbe essere la prima è più semplice operazione. fingere di essere ciò che non si è, ha come unico risultato il far male a se stessi in primo luogo, per poi deludere profondamente le inconsapevoli vittime. questo metodo non ci appartiene, e spesso vado orgoglioso del blogroll presente sul mio, proprio per questa ragione, (a proposito avevo chiesto al capitano il suo consenso per inserirlo, ma forse gli è sfuggito) infatti ci si può trovare solo persone vere, con le loro storie, opinioni, scherzi e tutto quanto possa capitare in un comune rapporto tra amici o quantomeno buoni conoscenti. cleide, s questo punto non ci resta che stabilire una data e dare fuoco a questo falò, magari anche virtuale, non importa. :)
RispondiEliminaps, ma tu hai un blog?
Gians..sono una frana virtuale. Cosa è un "blogroll"? :-)
RispondiEliminaVada per il falò virtuale reale.Di questi tempi relazionarsi lealmente mi pare sia difficile anche nel blog. Teniamoci stretti gli amici sinceri.
Si, ho un blog su Tiscali.Mi scuso perchè non lascio mai il link. In verità è un po' che penso di trasferirmi su blogspot. Vedremo.
Un saluto al padrone di casa.:)
Un saluto a tutti di passaggio.Un saluto speciale a Indio che non si faceva vedere da queste parti da parecchio, Il saluto si estende pure alla sua Cheyenne che spero più vitale e positiva che mai.
RispondiEliminaHo seguito con interesse lo scambio di opinioni tra gians e cleide sul virtuale e sui rapporti non sempre cristallini che esso suscita.
A gians dico che mi era sfuggita la sua richiesta: puoi senz'altro inserirmi sul tuo blogroll, anzi penso che per una cosa del genere non si dovrebbe chiedere nessun permesso. :-)
ehehe capitano, ritengo sia cortese farlo, non fosse per altro che comparire come link su un qualsiasi sito sconosciuto non sia gradevole. scusami se approfitto dell'accoglienza per invitare senz'altro cleide ad un rapido passaggio su blogspot, ma anche per ribadire che gli amici veri sono un bene talmente prezioso, che nemmeno il passare degli anni cancella, e quando si riesce a conoscerne qualcuno anche su questi spazi, a momenti mi viene da pensare che siano ancora più sinceri, non fosse per altro che con un semplice click, si ha la possibilità di cancellarli. un saluto caro. :)
RispondiEliminaMi sono letta, saltando prima e seconda parte, l'ultima puntata scoprendo così subito il finale...grande Capitano, riesci sempre a stupire! Divertente (e giustissimo)l'epilogo del blogger antipatico,quello che lascia commenti velenosi! Bella l'immagine dei blogger riuniti sulla spiaggia in una dimensione senza confini!!!
RispondiEliminae ora vado a leggermi quello che mi sono persa,
ciao:)
Ciao Capitano... non è che per caso, esplorando la spiaggia, avete trovato la testa della Statua della Libertà? Non si sa mai, essendo tu appassionato di cinema e avendo digitato le ultime righe in gran fretta...
RispondiEliminaRileggendo il post mi ha fatto sorridere immaginare Celia E Lian che armeggiano insieme davanti al pc.:-))
RispondiEliminaGeniale la soluzione trovata e avvincente il racconto!
RispondiEliminaMolto bene :-))))
Eh sì, su quella spiaggia siamo stati divinamente bene... eravamo tutti, tutti tranne quel tipo antipatico, quello stronzo che ti metteva sempre i commenti velenosi, quello che nessuno poteva soffrire... ahahah! Quando si dice la Divina Provvidenza... Comunque, per quanto riguarda le armi... io avevo una bottiglia di vetro rotta, ricordi?
RispondiEliminaPS - Scherzi a parte, finamente l'ultima puntata! Le mie aspettative non sono state tradite... sono soddisfattissssima! E... grazie di avermi inclusa nella storia...
Ciao Cap.
RispondiEliminaPrima di tutto un saluto che è da tanto tempo che non passo di qui, ma saprai bene il motivo. Tra pensieri, scelte e decisioni quindi impegni, porca paletta il tempo passa e non riesco nemmeno a passare a salutare gli amici con un commento. Ma non potevo non lasciarne uno per questo post.
Io e Lian? Si mi piace mi ci vedo bene a smanettare nel PC insieme a quel pazzo simpatico di Dyer.
Però pero' che lo faccio il nome del blogger che non ha fatto una bella fine? Avrei uno o due nomi :)
E forse dovresti continuare la storia perchè è davvero carina, anzi di più.
Gians ha ragione. Dovremo incontrarci tutti in quella spiaggia attorno ad un falò. Sarebbe bello.
Basitteddu
finalmente ti sei ricordato di finire il racconto,un po' macrabo per la verità però avvincente ciao Ida
RispondiEliminafinalmente ti sei ricordato di fi8nire il racconto bravo Ida
RispondiEliminacelia, non resta che stabilire una data, magari il periodo non è dei migliori, ma davanti ad un falò e magari una tazza di cafè caldo, il freddo non si sentirebbe nemmeno, per non parlare della compagnia, che in ogni situazione riesce sempre ad essere tanto accogliente e calorosa. un saluto. :)
RispondiEliminaGli zombi sono quelli che ci circondano ogni giorno,che fanno finta di essere quello che non sono,che portano maschere e che in realtà pensano solo a loro. acoltarci e che invece sono Senza curarsi curarsi degli altri,ma vomitando addosso a loro ansie preoccupazioni che tu stai lì ad ascoltare ma ai quali non puoi dire confidenze perché si scusano e vanno via.E nella vita reale non possiamo scegliere di cancellarli.Spesso sono colleghe,amici,parenti.Ma nella realtà virtuale sì.E se qualche zombi non ci piace basta cancellarlo con un semplice click e ritrovarsi su altre spiagge.Aggio scritt nu romanz ma va bene.:)
RispondiEliminaCiao
mk