venerdì 12 giugno 2009

Disegnoterapia



Come qualcuno ricorderà, mi piace disegnare. Non lo facevo da molto tempo, quando mi si presentò l'opportunità di disegnare la copertina del mio romanzo, che è la piccola illustrazione postata sulla copertina sulla colonna laterale. Come spiegavo nel post avevo comprato qualche elementare attrezzo per il disegno a china, vale a dire una boccetta di inchiostro nero, qualche pennino, matita, gomma e poco altro. Questo materiale era rimasto inutilizzato dopo la spedizione del disegno alla casa editrice. Però poi mi si è guastata la vecchia stampante. Dovevo ricomprarla e mi sono accorto che le stampanti attuali sono le cosiddette multifunzioni che hanno pure lo scanner.
Idea, mi sono detto: riprendo la vecchia attrezzatura del fumettaro diseredato, faccio qualche schizzo e lo scannerizzo per vedere che succede. Detto fatto. Ecco qui i risultati.
E' bello disegnare, ti rilassa l'anima, il tratto del pennino che rilascia quella espressiva linea di inchiostro nero ha qualcosa di magico, almeno ai miei occhi. Peccato che non abbia più il rapidographos, altrimenti nei miei disegni ci potrei inserire pure un fumetto con tanto di parole (ho visto però in articolo recente che per le parole usano una tavoletta grafica collegata al computer). Comunque mi mancano almeno due elementi indispensabili per disegnare. Il foglio da disegno classico, grasso e liscio (sto usando dei normali fogli fotocopia su cui il pennino spesso si ingolfa o che si accortocciano quando si asciuga l'inchiostro o peggio ancora si bucano) e il pennello classico da china. Magari la prossima volta che passo per la mia cartoleria preferita vedo se hanno qualcosa. Per ora mi arrangio come posso.
Ah, questi miei due disegni sono ovviamente dedicati a Cleide che mi sprona sempre a fare cose cose nuove e ad aprire qualche volta il cassetto del dimenticatoio. :-)

18 commenti:

  1. ma sei davvero eclettico!
    Oltre a saper scrivere benissimo sai anche disegnare!!

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  2. Balua, se sapessi disegnare lavorerei e mi pagherebbero per i miei disegni. Diciamo che mi rilasso creando qualche immagine.

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  3. Se una persona ha un talento, grande o modesto che sia, è un vero peccato non coltivarlo, anche solo per hobby.
    Inoltre mi pare che questa disegnoterapia sia efficace, da ieri sei stranamente meno impetuoso.))

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  4. Complimenti per i tuoi disegni,anche da parte di Giulia! Per i fumetti (parlo da non addeta ai lavori e potrei perciò dire delle "cavolate") potresti usare qualche programma di fotoritocco. Con photobucket una volta registrato si possono inserire,anche se ovviamente non è proprio la stessa cosa che disegnarli!
    Ciao:))

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  5. Ti invidio Mio Capitano perchè io sono una schiappa a disegnare, mi rilassa tantissimo farlo ma poi quando vedo i risultati scarsissimi mi deprimo! ;-) Ciò che ho pubblicato naturalmente è legato al mio sentire presente e leggerlo mi aiuta a ricordare che non è il caso di commettere certi errori ricorrenti!
    Un bacione dal vento

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  6. Ah si me lo ricordo bene che sai anche disegnare. E dovresti coltivare anche questo talento. Piccolo, grande che importa. Se lo fai tutti i giorni o spesso magari ti vien voglia di creare cose nuove e sperimentare nuove idee. Come saprai Capitano nella vita saper fare diverse cose potrebbe servire prima o poi e se questo talento ti porta ad essere anche meno impetuoso come dice Cleide :) direi che va benissimo. Allora attendiamo che tu faccia una passeggiatina verso la tua cartoleria preferita, chissa' magari ti vien voglia di comprare nuovi attrezzi del mestiere e magari ti verra' un'idea per la copertina del tuo prossimo romanzo. Perchè c'è il prossimo romanzo vero? :)
    Basitteddu

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  7. .. capitano.. da ciò che vedo tu sai disegnare eccome!! A china, poi, che non mi pare una tecnica proprio semplicissima!! Io vorrei tanto saper mettere in una pagina bianca ciò che immagino.. ma ho sempre e solo ottenuto fogli sporchi!! la mia prof di artistica mi diceva sempre: "tu sporchi il foglio come lo prendi in mano, com'è possibile???" :-(((

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  8. fumettaro diseredato.. sono scoppiata in una sonora risata e mi sono detta: Accidenti, ma lui sa anche schizzare. Che uomo!

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  9. Si tratta di un autoritratto immagino! ti ci riconosco, ma poi dimmi quella linea che pare partire da una radio che musica ti forniva? :) hai una buona china. :)

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  10. gians, ho notato in effetti che il personaggio del disegno un po' mi assomiglia anche se non è un autoritratto.
    stefania, il disegno a china per ha per me come un richiamo di anni sessanta o di libertà, di assenza di stress, non so bene come spiegarmi.
    Balua, disegnavo fumetti ai bei tempi, parecchi anni fa. Una volta partecipai pure a un concorso di fumetto a Napoli con una striscia satirica che si chiamava "Saranno adulti". Parlava di ragazzi un pochino dissacratori e sui generis. Ricordo che nella prima tavola c'era un tizio che si voleva buttare da un palazzo e i ragazzi cercavano di convincerlo a non rinunciare.
    Celia, ti voglio parlare del pennello di china, carissima. Devi sapere che è il più difficile attrezzo da fumetto (se lo usi non solo per riempire i neri, come fanno i poveracci della china, ma per ripassare i bordi della figura o per dare spessore al disegno, come fanno i maestri). Devo confessare che ho sempre avuto difficoltà con il pennello da china. Ci vuole una mano fermissima, una mano addirittura che non conosce paura, la mano di un chirurgo o di un temerario. Non ti deve sfiorare il pensiero che puoi sbagliare, perché in quel caso sbaglierai sicuramente. Il disegno a china fatto con il pennello è semplicemente strepitoso e produce una figura che parla e vive sulla carta. Come dicevo io ripiegavo sul pennino, che pur essendo meno espressivo del pennello lo è molto di più di certi pennarelli speciali o rapidographos che usano alcuni non ammirevoli illustratori moderni. L'espressività del tratto di china è data soprattutto dalla sua disomogeneità: cioè devi avere una linea che si allarga e si restringe in modo imprevedibile, creando suggestivi effetti visivi. Ciò si può fare con pennello e pennino, non con certi moderni pennarelli da inchiostro, che sono facilissimi e comodissimi da maneggiare, ma che producono un tratto uniforme, freddo e inespressivo. Non a caso ho letto di recente che gli attrezzi obbligatori nelle redazioni dei fumetti sono ancora quelli di Alex Raymond e Flash Gordon negli anni Trenta: pennello e pennino.
    Mi sono dilungato, il resto delle risposte a più tardi. :-)

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  11. http://www.michelepala.com/files/u2/pennini_acciaio.jpg (volevo lasciarti una foto ma il tuo blog in accetta il codice)

    ho sempre amato la china, ci scrivevo per scommessa in tempi in cui un mancino non doveva esistere, e ci ho disegnato in gioventù (mica col "rapido", sempre col pennino - quello grosso che se premi troppo la punta si sdoppia e ZAC, uno schifo).
    Ci vuole tempo, per la china, e mentre aspetti le idee hanno modo di sedimentare, e a volte inizi una cosa e ne finisci un'altra.
    ... e poi vuoi mettere il fascino del pieno&vuoto?

    Grazie Capitano, mi hai fatto ricordare cose belle! (e macchie indelebili, ovviamente).

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  12. eccoci a completare le risposte.
    Cleide, coltiviamo pure i nostri talenti, grandi o piccoli che siano. Se fossi un certo blogger che non voglio nominare ma che tu certamente hai individuato a quest'ora mi sarei già assegnato l'appellativo di magister fumettorum. Non so se pensi ancora che sono più calmo :-)
    elle, un saluto alla tua amatissima Giulia. Photobucket non lo so tanto usare, tutti abbiamo i nostri difetti.
    vento, l'importante è rilassarsi, magari dovresti provare con la pittura a olio o gli acquerelli.
    momyone, splendidi i pennini che hai postato, qualcuno credo pure di averlo. Grazie a te per il tuo bel commento.
    Buenas tardes por todos.

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  13. mai post mi sponò di più al commento.
    ieri ho partecipato ad un laboratorio universitario con un prof davvero valido che ci ha proposto un gioco chiamato "la tela e il pittore" nel quale a turno siamo stati tela e pittori sulle note di morricone e alla luce di poche piccole candele. é stato davvero meraviglioso scoprire le emoxioni attraverso l'espressione grafica e la percezione dell'altro attraverso il corpo (per "essere tela" bisognava stare sdraiati a terra e il proprio collega "pittore" dipingeva su un cartoncino che era poggiato sul corpo del primo).
    un bacio CAP

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  14. Anche se sono stato, e saltuariamente continuerò ad esserlo, assente dal blog per un periodo un po' lunghetto, non mi sono privato del silenzioso piacere di leggere i tuoi post. Specialmente quello sugli anni sessanta mi è piaciuto moltissimo e mi ha fatto tornare in mente molte cose che avevo dimenticato. Vedo, come già scrivesti in un precedente articolo, che stai rigustando il piacere di disegnare. Un tempo piaceva molto anche a me, ma non sono mai stato un bravo disegnatore. Sono incapace di tracciare quelle linee dritte e precise che spesso si rendono necessarie. Ero, e forse sono ancora, un semplice fumettaro nato e cresciuto alla scuola del grande Jacovitti ai tempi di Pippo, Palla e Pertica. La china mi ha sempre affascinato, e con la china, più o meno diluita con acqua, tracciavo splendide ombre. La china è per i maestri del disegno, basta ricordare le inarrivabili illustrazioni della Divina Commedia tracciate da Gustavo Dorè.
    Complimenti Cap. non ci deludi mai.

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  15. Caro Capitano, continua con la china, vedo che hai talento ed i disegni a china mi hanno sempre affascinato!
    La dedica a Cleide è veramente un atto nobile da grande uomo riconoscente ed innamorato!Bravo!!

    Ciao.
    berardo

    PS
    Cleide si è commossa?

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  16. Le vecchie passioni non vanno dimenticate

    clelia

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  17. Clelia, giammai.
    bera, la dedica a Cleide era il minimo.
    sergio, Jacovitti grandissimo. Il tuo intervento mi fatto da poco ricordare che dovrei aggiungere qualche goccia d'acqua alla boccetta di china dato che l'inchiostro si è rappreso e scorre con difficoltà.
    Bluphonenix, questa non l'ho ancora provata: sdraiarmi a terra e farmi dipingere addosso.

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