
martedì 29 giugno 2010
Amare è un po’ impazzire

mercoledì 23 giugno 2010
Il romanticismo odia il rosa
Selve di notte dove i rami degli alberi formano trame contorte. Un lume fioco si muove nella vegetazione portato da una figura che avanza spettrale. Crack, il rumore di un ramo spezzato provoca uno sbatter d’ali caotico. Oltre la selva, una villa di campagna, riccamente decorata, emana folate di fascino anche se è in decadenza, o forse proprio per questo. La villa sembra un castello severo, testimone di un passato eroico che non tornerà più. S’alza un vento che ulula tra l’erba selvatica cresciuta tra le rovine della villa. Tendaggi, alti finestroni, giardini abbandonati che sanno di inverno e fuochi nei camini. Carrozze tirate da due paia di cavalli, con un cocchiere vestito di freddo che fa schioccare la frusta a cassetta. Cascate brumose, acque color notte, la forza atavica di un ruscello che scorre tra le sagome di alberi frondosi che ne sorvegliano il corso. Sale la nebbia dalle acque e ammanta confuse figure, forse massi, forse cespugli, forse predatori notturni, non ha comunque importanza, perché tutto in questo incanto sembra vivo.
giovedì 17 giugno 2010
Come rapinare una banca con Google
Questo post è stato ispirato da un paio di eventi. Prima di tutto ho notato che ieri è capitato sul mio blog un visitatore seguendo la chiave di ricerca di Google “cerco soci per rapinare banche”. Il visitatore è stato dirottato sul mio post “Cerco soci editori”, ma non credo che sia rimasto deluso, essendo notoriamente certi editori indistinguibili dai rapinatori di banche. Il secondo elemento ispiratore è stato mio nipote, di cui ho parlato nel post L’ultimo uomo sulla terra, quello che da bambino mi faceva strane domande tipo come sopravvivere da ultimo uomo sul pianeta, come evadere da una prigione o, appunto, come rapinare una banca.
Io all’epoca gli rispondevo che non doveva essere poi così difficile svaligiare una banca. Ci riusciva un sacco di gente di limitate conoscenze e a maggior ragione avrebbe potuto riuscirci qualcuno che pianificasse il colpo informandosi. Dove le prendi le informazioni? faceva lui. Be’, ci sarà pure da qualche parte un manuale per rapinare una banca, facevo io. Lui rideva e io gli facevo notare che su internet, se sapevi cercare, erano reperibili informazioni per costruirti bombe terroristiche, per suicidarti in fretta, per comprare kalashnikov o tagliare eroina. In realtà però non avevo mai controllato se sul web esistesse un serio manuale su come rapinare una banca. Fino a ieri, almeno. Finché non me l’ha fatto ricordare il tizio che cercava soci rapinatori.
lunedì 14 giugno 2010
Come dentro un film di Sergio Leone
Ripropongo qui il post che scrissi quattro anni fa dopo la vittoria al mondiale di Germania, con relativi commenti.
Siamo al momento prima dei rigori finali. Facciamo conto che quella di ieri non sia una partita di pallone sia pure importante, ma un film di Sergio Leone. Facciamo anche conto che la partita giocata – tempi regolari e supplementari – non conti. Non ce ne importa niente di ciò che è successo finora, delle giocate fantasma di Totti, dei nervosismi di Zidane, della strenua difesa di Cannavaro, delle incursioni di Henry. E’ un film di Sergio Leone, abbiamo detto. Sono finiti i tempi supplementari e si avvicina il duello finale dei calci di rigore. I visi dei protagonisti in campo sono tirati, le mani fremono come alla ricerca di una Colt 45 con cui chiudere la partita, gli occhi scrutano il disco di rigore su cui si deciderà la contesa.
Basteranno pochi minuti per vedere chi alzerà al cielo la coppa più prestigiosa del calcio (ma anche i più ingenui telespettatori hanno capito che nello stadio di Berlino si gioca qualcosa di più importante di una partita di pallone). Noi però non vogliamo soffrire tanto a lungo. Vogliamo conoscere in anticipo il risultato finale. Abbiamo un solo modo, dato che abbiamo detto che questo è un film di pistoleri nostrani. Dobbiamo basarci sui primi e primissimi piani dei duellanti. Sulle inquadrature che ci riportano ai duelli decisivi di Per un pugno di dollari, del Buono, il brutto, il cattivo o per finire del capolavoro C’era una volta il West. Dobbiamo immaginare che gli occhi di Pirlo siano quelli di Charles Bronson, che gli sguardi di Materazzi somiglino a quelli di Clint Eastwood e che, in ordine, quelle di Del Piero, De Rossi e Fabio Grosso siano le smorfie di Henry Fonda, Lee Van Cleef e Eli Wallach.