Vorrei segnalarvi il mio problema. Non perché possiate farci niente, nessuno può farci niente. Solo per sfogarmi. Anche se poi non mi sfogo troppo. Il mio problema, e ammetto che è una tragedia che fa di me l’essere più sfortunato di tutti i tempi, è che non posso morire. Avete capito bene, sono immortale. Posso continuare a restare sulla terra, a muovermi, vedere gente, fare le cose che fanno i vivi, senza soluzione di continuità. Io non morirò mai. Sono l’essere più sventurato del creato.
In verità sono molto, ma molto più vecchio di quanto chiunque penserebbe. Sono nato prima di Cristo, prima di Annibale, prima di una moltitudine di uomini e di avvenimenti. Se i miei calcoli non sono sbagliati, ho 2512 anni. Potete crederci o non crederci. Non fa molta differenza. Come sono diventato così? Be’, è stato tanto tempo fa, i ricordi tendono a confondersi. C’entra la magia. Quella nera, ovviamente. C’entrano stregoni, filtri magici, riti esoterici di cui s’è persa traccia da millenni. C’entra un’entità sovrannaturale che mi ha proposto un patto. Ero ubriaco di vino etrusco per farmi coraggio, ma non posso negare di avere accettato i termini del patto scellerato. L’entità sovrannaturale avrebbe soddisfatto un mio desiderio, ma dovevo dare qualcosa in cambio. Dopo aver scelto l’attributo che mi rendeva simile a un dio, sono rimasto sorpreso quando non mi è stata sottratta l'anima per pareggiare i conti. Ho pensato a un colpo di fortuna, avevo la vita eterna senza pagare dazio, eppure poi ho scoperto che il prezzo da scontare era ancora più salato.
Ho visto l’impero romano, le invasioni barbariche, le crociate, la scoperta di mondi nuovi, il secolo dei Lumi e molti Quarantotto e Sessantotto. Ho visto tutto quello che c’era da vedere, ho provato tutti i piaceri concessi agli uomini. Alla fine ti accorgi che la vita diventa come un film visto milioni di volte, fai le stesse cose, dici le stesse parole, compi gli stessi sbagli, vedi le stesse facce che pensano e vogliono le stesse cose. Alla fine ti accorgi che non ne puoi più di quel disgustoso e monotono film, che ogni giorno, ogni ora di permanenza sulla terra diventano un tormento. Ho dovuto rinunciare a molto più che alla mia anima, l’ho capito solo dopo.
Naturalmente ho cercato di morire molte volte. Mi sono trafitto con spade, buttato da ponti, avvelenato, sparato alla testa. Al tempo dell’Inquisizione, fattomi passare per eretico, mi sono immolato sul rogo. Niente da fare. Il mio corpo e le mie cellule si rigenerano dopo ogni tentativo fallito. Non posso morire. Sono l’essere più infelice del creato. Sono condannato a un supplizio un milione di volte peggiore di quello di Tantalo.
Tuttavia non sono del tutto senza speranze. Nemmeno l’entità perversa che mi ha condannato alla vita eterna era malvagia fino in fondo. Ho una possibilità per conquistare l’agognata morte. Posso lasciare questo mondo, ma si deve verificare un evento difficile a verificarsi in sommo grado. Io mi devo innamorare di una donna. Devo provare almeno una volta un sentimento lieto, spassionato, devo sperimentare la voglia di donare me stesso senza remora, senza tornaconto, di sacrificarmi al posto di una creatura che parla alla mia anima, devo desiderare dare la mia vita per lei se necessario. Devo provare l’amore, quello scritto tutto in maiuscolo, per poter morire.
In tutti i duemilacinquecento anni della mia esistenza questo evento non si è mai verificato. Ho conosciuto carnalmente innumerevoli donne. Ho conosciuto le gioie del sesso, della lussuria, ho provato ogni piacere, anche impeti di passione ispiratori di liriche ammirate per secoli. Ma ciò che ho provato non era amore. Però non ho perso le speranze. Magari incontrerò presto l’anima bella che prenderà il mio cuore, magari quell’anima bella si trova proprio tra le delicate creature che leggeranno queste righe. Prego il Creatore dell’universo che una di voi, o mie caritatevoli lettrici, si impadronisca del mio cuore in modo fa farmi beneficiare del sospirato trapasso.
In verità sono molto, ma molto più vecchio di quanto chiunque penserebbe. Sono nato prima di Cristo, prima di Annibale, prima di una moltitudine di uomini e di avvenimenti. Se i miei calcoli non sono sbagliati, ho 2512 anni. Potete crederci o non crederci. Non fa molta differenza. Come sono diventato così? Be’, è stato tanto tempo fa, i ricordi tendono a confondersi. C’entra la magia. Quella nera, ovviamente. C’entrano stregoni, filtri magici, riti esoterici di cui s’è persa traccia da millenni. C’entra un’entità sovrannaturale che mi ha proposto un patto. Ero ubriaco di vino etrusco per farmi coraggio, ma non posso negare di avere accettato i termini del patto scellerato. L’entità sovrannaturale avrebbe soddisfatto un mio desiderio, ma dovevo dare qualcosa in cambio. Dopo aver scelto l’attributo che mi rendeva simile a un dio, sono rimasto sorpreso quando non mi è stata sottratta l'anima per pareggiare i conti. Ho pensato a un colpo di fortuna, avevo la vita eterna senza pagare dazio, eppure poi ho scoperto che il prezzo da scontare era ancora più salato.
Ho visto l’impero romano, le invasioni barbariche, le crociate, la scoperta di mondi nuovi, il secolo dei Lumi e molti Quarantotto e Sessantotto. Ho visto tutto quello che c’era da vedere, ho provato tutti i piaceri concessi agli uomini. Alla fine ti accorgi che la vita diventa come un film visto milioni di volte, fai le stesse cose, dici le stesse parole, compi gli stessi sbagli, vedi le stesse facce che pensano e vogliono le stesse cose. Alla fine ti accorgi che non ne puoi più di quel disgustoso e monotono film, che ogni giorno, ogni ora di permanenza sulla terra diventano un tormento. Ho dovuto rinunciare a molto più che alla mia anima, l’ho capito solo dopo.
Naturalmente ho cercato di morire molte volte. Mi sono trafitto con spade, buttato da ponti, avvelenato, sparato alla testa. Al tempo dell’Inquisizione, fattomi passare per eretico, mi sono immolato sul rogo. Niente da fare. Il mio corpo e le mie cellule si rigenerano dopo ogni tentativo fallito. Non posso morire. Sono l’essere più infelice del creato. Sono condannato a un supplizio un milione di volte peggiore di quello di Tantalo.
Tuttavia non sono del tutto senza speranze. Nemmeno l’entità perversa che mi ha condannato alla vita eterna era malvagia fino in fondo. Ho una possibilità per conquistare l’agognata morte. Posso lasciare questo mondo, ma si deve verificare un evento difficile a verificarsi in sommo grado. Io mi devo innamorare di una donna. Devo provare almeno una volta un sentimento lieto, spassionato, devo sperimentare la voglia di donare me stesso senza remora, senza tornaconto, di sacrificarmi al posto di una creatura che parla alla mia anima, devo desiderare dare la mia vita per lei se necessario. Devo provare l’amore, quello scritto tutto in maiuscolo, per poter morire.
In tutti i duemilacinquecento anni della mia esistenza questo evento non si è mai verificato. Ho conosciuto carnalmente innumerevoli donne. Ho conosciuto le gioie del sesso, della lussuria, ho provato ogni piacere, anche impeti di passione ispiratori di liriche ammirate per secoli. Ma ciò che ho provato non era amore. Però non ho perso le speranze. Magari incontrerò presto l’anima bella che prenderà il mio cuore, magari quell’anima bella si trova proprio tra le delicate creature che leggeranno queste righe. Prego il Creatore dell’universo che una di voi, o mie caritatevoli lettrici, si impadronisca del mio cuore in modo fa farmi beneficiare del sospirato trapasso.