lunedì 17 luglio 2006

Tre bravi guaglioni


Rubavano, certo. E frequentavano delinquenti della peggiore risma. Almeno due di loro avevano avuto guai con la legge, ma forse tutti e tre. Almeno uno entrava e usciva dal riformatorio, dove aveva accoltellato in modo grave – alcuni dicevano che l’avesse mandato al Creatore – uno che si credeva più sveglio e duro di lui. Il più colto era arrivato alla seconda media, ma sapeva firmare con il suo nome, invece che con una croce come si diceva facesse uno dei compagni. Erano tre bravi guaglioni. Leali. Sinceri. Gente a posto. Ah, giocavano tutti e tre nella nostra squadra di pallone di liceali. Lo sa solo Dio come c’erano finiti con noi, dato che consideravano i liceali e i ragazzi di scuola in genere come bamboccioni rimasti attaccati alle sottane di mammina. Probabilmente eravamo stati noi a pregarli di entrare nella nostra squadra, perché palla al piede erano una forza della natura.

Di uno dei tre ho già parlato qui. Si chiamava Rosario, a diciotto anni era sposato e aspettava un bambino dalla moglie bambina. Lavorava in nero e viveva di espedienti, mi aveva svenduto per quattro lire i suoi sogni a forma di fumetti. Rosario era un centravanti piccolo e rapido, il re dei dribbling, nei quali a volte eccedeva, uno dei tanti Maradona mancati di cui sono piene le periferie del mondo. Era quello che aveva fatto più scuole del terzetto di ragazzi di strada. Era pure il più simpatico e aperto.
Il secondo era in assoluto il più forte giocatore della squadra. Geppino viveva in un vicoletto malfamato del mio quartiere in cui non si sarebbe avventurato nessuno sano di mente (la prima volta che entrai in quel frammento di casbah fu per avvisare Geppino di una partita). Aveva il fisico e il portamento di un giocatore professionista. Alto, falcata potente, visione di gioco superiore e piedi esplosivi, pareva una mezzala di scuola mitteleuropea. Il migliore. L’organizzatore della nostra squadra, “o’ russo” (dal colore dei capelli), giungeva fino a pregarlo in ginocchio di giocare con noi… Geppino aveva sempre da fare, lavorava o faceva traffici poco chiari (aveva comunque sempre molti soldi in tasca), spesso si presentava sul campo all’ultimo momento e gli si dovevano rimediare scarpette e tenuta da gioco. In quel caso un paio di noi gli cedevano il posto disputando un tempo ciascuno.

Il terzo era il peggiore dei tre nel gioco e anche nel carattere. Tutti lo chiamavano “Matino”, ma non ho mai saputo se quello fosse il suo cognome o un soprannome affibbiatogli negli ambienti malavitosi che frequentava. Era il tipo che usava il coltello nel riformatorio e forse pure al di fuori di quelle mura. Probabilmente non arrivava a vent’anni, ma sembrava un omaccione di quaranta. A vederlo lo avresti preso per un inquilino di Sing Sing, rapato a zero quando non esisteva la moda del cranio lucido, grosso e anche un po’ grasso, braccia enormi e tatuaggi stile patrie galere. Matino mi intimoriva così come accadeva a chiunque; gli parlavo solo durante la partita, quando mi dava disposizioni per coprire le sue avanzate in attacco. Ero contento come un bambino quando mi faceva complimenti per qualche intervento di gioco. Il suo difetto sul campo era la lentezza, qualsiasi ragazzino che lo prendesse in velocità lo lasciava sul posto, ma aveva un gran senso della posizione e un fisico fatto di roccia (non era per niente salutare avere uno scontro di gioco con lui, altro che capocciate di Zidane). Si diceva che non sapesse scrivere, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di chiederglielo.

Come dicevo, non ricordo come questi tre ragazzi abbiano fatto combutta con dei liceali. Un tempo avevano pure loro una squadra di pallone che noi affrontammo più volte, perlopiù perdendo. Poi la loro squadra si sciolse e acquisimmo nuovi compagni di gioco. In verità non sembravano molto diversi da noi al di fuori del campo. Parlavano di ragazze, di pallone e di sogni. Certo avevano modi alquanto popolareschi e il loro accento dialettale era un po’ più marcato del nostro, ma i loro pensieri e i loro interessi erano quelli di tutti i ragazzi. Ricordo che la vera differenza era quando cantavano. Lì sembravano degli alieni. Cantavano canzoni napoletane di bassa lega, roba alla Nino D’Angelo prima maniera o alla sceneggiata napoletana, motivetti davvero volgari che noi – estimatori veri o presunti dei Deep Purple, dei Led Zeppelin o del rock progressive - consideravamo schifezze indegne di esseri pensanti. Era uno spettacolo unico quando questi tre avanzi di galera o aspiranti tali recitavano seri seri certi orrendi pezzi neo-romantici in cui si parlava di “ammore”, “core” o si diceva a una ragazza “sì o’ bbene d’a vita mia”. Ovviamente nessuno ha mai avanzato una critica sui loro gusti musicali in loro presenza.

1 commento:

  1. commenti

    Questo tuo post mi apre una piacevole finestra su di una realtà che conosco assai poco; attendo il seguito :-). Ciao.
    postato da Amfortas il 17/07/2006 12:04

    Aaaahhh.... i calciatoriii....
    postato da Mullet Eye il 17/07/2006 13:43

    Condotta con successo ottima spedizione sulle bancarelle di libri usati. Comprati: Thriller antartico di ambientazione nazista - Valore 8 euro e pagato due. Bestseller con maniaci sequestratori di scuolabus. - Valore 8 euro e pagato 2. Romanzo storico sull'Inghilterra di re Artù - Valore 4,90 euro e pagato 1. Spy-story (l'acquisto più conveniente in assoluto) sui problemi privati di un ex agente segreto. - Valore 18 euro (libro rilegato) e pagato 1. Romanzo sentimental-catastrofico dell'autore dell'"Uomo che sussurrava ai cavalli". - Valore 4,60 euro e pagato 1. Romanzo storico sull'Australia colonizzata dai deportati inglesi. Valore 10 euro e pagato 2. Sono molto soddisfatto come chi ha comprato una macchina usata facendo un affarone. :-)
    postato da Mio Capitano il 17/07/2006 21:35

    buonasera francesco..bellissimi i ricordi descritti..ottimi gli acquisti..avrai da leggere per un anno...un saluto affettuoso
    postato da Aikido il 18/07/2006 01:00

    Anch'io da ragAzzina....nonostante le scuole "alte" non disdegnavo di frequentare ragazze e ragazzi di strada...anzi ne ero attratta, per il loro modo di uscire dagli schemi, dall'ordinario...realmente dalla condotta che i miei mi imponevano. Continuerò a garacchiare Mio Capitano, fino a che Ran avrà voce e voglia di farlo...nessuna imposizione, lei è libera! notte
    postato da serenase81 il 18/07/2006 01:19

    Belli i quartieri spagnoli! in camera mia ho un quadro con uno scorcio di quei vicoli...Lo sai quanto sono affascinata dal mondo partenopeo in tutte le sue sfaccettature! PS i malavitosi ladruncoli spacciatori mi sono sempre piaciuti, se poi sono napoletani... me fann' uscì pazz!
    postato da simona il 18/07/2006 02:14

    ciao pen..! complimenti per lo shopping librario...io vengo dal mio libraio che mi trova offertine niente male....ora sto leggendo kathy come scritto su blog... un carissimo saluto!!!
    postato da iris il 18/07/2006 18:48

    prima ancora dell'articolo la foto mi è "saltata" agli occhi,potrebbe essere benissimo un "carruggio" del centro storico di genova... storie di ragazzi che forse oggi non possiamo più raccontare...pochi sono quelli che giocano ancora per strada,i più sono sempre super impegnati,tra sport e attività varie,e la strada ha dovuto cedere il suo fascino a consolle di video giochi,trasmissioni televisive e quant'altro...io giocavo nel cortile sotto casa,con la corda,a palla prigioniera o a nascondino,altri tempi davvero! Bella la parte dialettale del post (sì o’ bbene d’a vita mia)che rende sonoro,il tuo come sempre ben scritto articolo!
    postato da elle il 18/07/2006 19:13

    ah, nostalgie pallonare... E' strano. Sarà che nel profondo nord le cose funzionano diversamente, sarà che forse non c'è quella specie di religione per il calcio che c'è da te, sarà che nei piccoli centri manca un po' quella magia (e anche quella povertà) dei rioni napoletani... però io mi ricordo che quei pochi ragazzi che avevano una certa probabilità di diventare dei, uh, poco di buono non avevano una particolare predisposizione per il calcio - anzi, erano abbastanza scarsi. E' strano...
    postato da Colui che vede Oltre il 18/07/2006 20:18

    A Colui: Mi spiace che i delinquenti delle tue parti siano scarsi a pallone. Spero che siano più capaci nel lavoro di delinquenti. Per quanto riguarda i miei tre bravi guaglioni, quello veramente forte era Geppino. Avrebbe potuto fare il calciatore professionista, come però tanti altri ragazzi dotati come lui. Rosario era bravo palla al piede, ottimo nel dribbling, ma gli mancava peso atletico... insomma dava l'impressione che avrebbe reso meglio su un campo di calcetto (che all'epoca non era ancora diffuso come sport codificato) che su un campo grande con squadre vere. Matino, come ho detto, era troppo lento, anche se roccioso.
    postato da Capitano il 18/07/2006 21:42

    ciao pen...buona serata...contenta per il complimento al mio cicciox.....beato lui...col caldo poi si affossa sulla terraumida e sta li per ore... un abbraccio.... i_m
    postato da iris_m il 18/07/2006 23:31

    eeeeeeeeeeeeeeeeee siamo irrimidiabilmente attirati dal proibito... un bacio.... e butta abbastanza bene grazie...
    postato da lastanzadiclaudia.blog.tiscali.it il 19/07/2006 13:44

    fantastico!!! ah ma senti esistono davvero questi fantastici pivvelli? un bacione mio cap.
    postato da iovelie il 19/07/2006 14:28

    Ciao! Ho variato il mio indirizzo di blog da terraecielo a doppiobruo. Se trovi questa pazza che ti scrive.... non temere... sono sempre io! Simona
    postato da simona il 19/07/2006 16:36

    Comunicazione di servizio. Sto ultimando il secondo cruciverba dei blogger. Ci saranno nominativi non presenti nell'altro schema di parole incrociate. Ah, mi sto divertendo un sacco a crearlo. :-)
    postato da Capitano il 19/07/2006 16:55

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