lunedì 21 maggio 2007

C'era un ragazzo che come me


A ben vedere non è successo nulla di strano. Era un ragazzo sensibile, pieno di problemi, considerato debole dai più. Ed è morto. Era bravo, cercava l’amore come tutti ed è morto. Sapeva piangere, sapeva soffrire. Ha avuto ciò che meritava. Non sapeva tartassare gli altri, non era arrogante, non faceva parte di nessuna banda di teppistelli: doveva morire, no? Cosa c’è di strano? Cosa c’è di sbagliato? E’ morto uno che prendeva calci in culo da tutti. E’ morto uno che sapeva piangere e che lo faceva spesso. E’ segno che la vita funziona bene. Le cose vanno come devono andare. Non so perché mi sia rimasta impressa in mente questa vicenda per nulla importante. Non so perché non riesco a scordare questo ragazzo morto.

Ci vogliono poche righe per spiegare i fatti. Il ragazzo sensibile era in una stazione ferroviaria. Aveva con sé il suo cane, un esserino minuto e dolce a cui voleva bene come a una persona. A un tratto sul cagnetto si slancia uno di questi mostri a quattro zampe osteggiati dall’ex ministro Sirchia. Forse era un alano o magari un rottweiler, non ricordo bene, ma era un cane di grossa taglia e molto aggressivo. In poco tempo la bestia assassina uccide il cagnetto dolce, procurando ferite al ragazzo sensibile che cercava di sottrarlo alla sua furia. Il ragazzo sale sul treno che doveva prendere. E’ distrutto, pensa che avrebbe dovuto fare di più per difendere il suo amico a quattro zampe. Probabilmente a un certo punto la ferocia del cane assassino l’ha spinto ad avere paura. Ad arretrare. Lo troveranno qualche ora dopo impiccato, non ricordo se in uno scompartimento del treno o in un bagno della stazione. Venni poi a sapere che il ragazzo sensibile aveva un sacco di problemi (certo che ce li aveva, altrimenti non sarebbe stato sensibile). Era gay, dunque bersaglio preferito dei lazzi e dei soprusi dei coetanei. Era uno che non sapeva difendersi, dunque bersaglio doppiamente preferito di certe carogne adolescenti. Aveva problemi a rivelare la sua identità sessuale in famiglia, problemi a trovare una voce amica, difficoltà a scuola. Tirava avanti alla meglio. Aveva un cane, questo aveva.

Muore un debole, chi se ne frega. Cosa sarà successo al cane assassino e al suo strafottente e probabilmente violento padrone? Non credo molto. L’alano o il rottweiler avevano ucciso solo un cane, tra l’altro piccolo e insignificante. C’era materia per una multa. Magari per qualche rottura burocratica di scatole sulla faccenda della museruola. I due compari a quattro e due zampe sono ancora vivi e vegeti. Avranno mangiato, si saranno accoppiati con soddisfazione, avranno fatto pazze corse in campi verdi. Il padrone del cane, che io immagino come un individuo aggressivo, forse uno di questi fissati per la palestra e le arti marziali, uno che di certo non sa piangere, ma che sa ridere, si sarà scordato presto del ragazzo suicida. Dopotutto era solo un gay, era depresso, viveva male, era destinato a finire così. Probabilmente al proprietario del mostro canino ha dato molto più fastidio la multa ricevuta per la mancata presenza della museruola. Il nome del ragazzo morto? Non lo ricordo. Ma non ha importanza, non era nessuno, no?

1 commento:

  1. n gran guaio, l'essere sensibili.
    postato da spektra il 21/05/2007 14:18

    C'erano tutti gli ingredienti perchè il laccio gli si stringesse al collo. Lo stava aspettando, da sempre. Lui lo sapeva e ha aspettato il momento giusto, non a caso aveva scelto un cagnolino fragile, come lui. Perso quell'unico appiglio non restava altro da fare. Magari accorgerci delle persone così ed avere il tempo per fare qualcosa. Forse sono troppe e ben nascoste. Anche nel web.
    postato da Paola il 21/05/2007 14:51

    Devo dire una cosa. Mi ha colpito la riflessione di Paola che sembrava sostenere che il ragazzo sensibile del post fosse condannato a prescindere dal cane morto. Era scritto che così doveva andare, i sensibili muoiono e gli strafottenti prosperano. Senza generalizzare troppo, questa storia mostra che ognuno si sceglie il cane che gli assomiglia. Il ragazzo sensibile aveva un cagnetto dolce, mentre i cani grossi e aggressivi hanno quasi sempre per padroni individui della stessa risma. Dio li fa e poi li accoppia. Infine questa di certo non è la storia più tragica che io abbia sentito. Anzi è perfino banale in certi punti. C'è gente che soffre molto di più. bambini ostaggi di pedofili, vecchi abbandonati in ospizi-lager, gente decapitata dai terroristi o bombardata mentre si sposa. Però quando sentii di questo ragazzo mi parve di capire perfettamente del vuoto esistenziale che aveva provato dopo la morte del suo cane. Mi parve di vedere il deserto che aveva dentro. Non è come quando immagini una cosa, è come quando la "sai".
    postato da Mio Capitano il 21/05/2007 15:57

    Una storia così triste per questa totale assenza di speranza, per un ragazzo che lega il proprio destino a quello di un cane. E sulla terra siamo sei miliardi di persone. Che peccato, rinunciare così a questa meravigliosa vita. Ho conosciuto persone stroncate da mali incurabili, che hanno lottato fino all'ultimo minuto della loro vita. Per non lasciarsela scappare dalle dita, si sono aggrappati a qualsiasi filo di speranza. Ognuno è libero di scegliere il proprio destino, vero, ma mi arrabbio veramente molto vedere queste rinunce "totali". E soprattutto che non abbiano ancora inventato una possibilità, per chi non vuole più vivere, di cedere la propria esistenza ad altri. Ciao Cin
    postato da Cin il 21/05/2007 16:06

    Ogni tanto anche i prepotenti hanno ciò che si meritano. Ricordo un bullo che vessava chiunque, nel quartiere dove abitavo io. Finì con due colpi di pistola in corpo, qualcuno evidentemente non lo sopportava più.
    postato da alessandro il 21/05/2007 16:16

    No, non è che io intendo che i deboli sono destinati a soccombere ai bulli...proprio no! Io davo voce ad un depresso, ad un incompreso, ad una persona che a volte non riesce a reagire di fronte al più piccolo problema, figuriamoci alla morte del proprio cane!! Gente così, un pò per l'ambiente, un pò per il proprio carattere, un pò per l'incuranza del prossimo, sentono addosso l'ineluttabilità del proprio destino. Ho incontrato persone di questo tipo che non sono capaci nemmeno di farsi aiutare...anche Alessandro ne sa qualcosa. Abbiamo perso un amico, tanti anni fa, quasi per lo stesso motivo.
    postato da Paola il 21/05/2007 16:38

    Kundera parlava di Insostenibile leggerezza....questo post mi fa riflettere su come possa, a volte, essere insostenibile la pesantezza di quando la vita ci sconfigge, ci lascia desolati e attoniti, senza possibilità di riscatto. A volte la debolezza non c'entra nulla e anche la morte di un cane può rappresentare un punto di rottura, di non ritorno. Bel post Franz, triste...un bacio
    postato da monica il 21/05/2007 17:09

    In sottofondo potete ascoltatare "Poetas andaluces" brano degli Agua viva del 1968. "Che cantan los poetas andaluces de ora / che miran los poetas andaluces de ora / che sienten los poetas andaluces de ora". Oh yeahhhh.
    postato da Mio Capitano il 21/05/2007 19:15

    era questo il post sul suicida di cui dicevi giorni fa ?
    postato da Catullo (nome vero) il 21/05/2007 20:04

    mi sento come quel ragazzo e medito da tempo il suicidio fino a qualche giorno fa speravo ancora di poter risolvere il mio problema ora ogni speranza è definitivamente morta e con essa anche io mi appresto a spegnermi devo solo decidere se è meno doloroso tagliarmi le vene o prendere sonniferi e alcool. Voi che mi suggerite? sensibile
    postato da sensibile il 21/05/2007 20:53

    Io ti consiglierei di annegare nella Nutella, ma passerei per un insensibile.... su con la vita, il diavolo non e' poi tanto brutto come lo si dipinge.
    postato da Catullo (nome vero) il 21/05/2007 21:27

    ¿Qué cantan los poetas andaluces de ahora? ¿qué miran los poetas andaluces de ahora? ¿qué sienten los poetas andaluces de ahora? Questa era la citazione corretta della canzone in sottofondo nel blog. Avevo fatto una citazione alla Tex Willer per far prima. L'anno della canzone parrebbe il 1970, almeno così dice un libro in mio possesso con le classifiche dei dischi più venduti dal 1947 a oggi.
    postato da Mio Capitano il 21/05/2007 21:58

    Beh..la citazione alla Tex Willer no eh? Comunque, ora ricordo, sono versi autorevoli di Rafael Alberti...
    postato da monica il 21/05/2007 22:15

    Perchè hai messo QUESTA musica? perchè QUESTA e non un'altra?
    postato da Paola dal lab il 21/05/2007 22:34

    Paola, la risposta alla tua domanda è che non c'è nessuna ragione specifica per cui ho messo questa canzone. Naturalmente ho giudicato che lo stile generale del brano fosse adeguato al post. Non so quante canzoni metterò ancora sul blog. Ma come ti è noto, in generale sono spinto verso canzoni che abbiano un'età, una storia. Facemmo già questo discorso molto tempo fa. Mi sembra che le canzoni vecchie, anche quando sono brutte (ma io non ritengo brutta questa), abbiano una storia dietro. Mi pare che le canzoni vecchie abbiano qualcosa di valoroso, come alcuni uomini di una certa età che nella loro vita si sono battuti per qualche scopo meritevole. Una canzone antica ti spinge all’ammirazione o almeno spinge me. Peccato che io abbia perso il commento che ti scrissi all’epoca sul modo in cui interpreto le canzoni, doveva essere un anno fa. Deve trovarsi ancora sul blog, ma vallo a trovare. Come ricorderai ho lo stesso atteggiamento verso i film. Infatti a quell’epoca scrivevo di John Ford o Billy Wilder. Su questa canzone, e questo commento rischia di diventare un post, ricordo che ebbi un brivido indimenticabile alcuni anni fa quando la riascoltai dopo decenni. L’avevo proprio scordata, era rimasta inghiottita nelle nebbie cerebrali quando puf, rieccola resuscitare mentre smanettavo su Kazaa (all’epoca usavo questo programma). Ricordo nitidamente che mi misi a ridere riascoltando questa canzone dimenticata. Ridevo senza alcun motivo. E rido ancora, specie nella parte parlata “que cantan los poetas...” :-))
    postato da Mio Capitano il 21/05/2007 23:00

    ho capito, grazie. Ma lo sai che io non la conosco affatto!! Mi sembrava solo un pò allegrotta, magari conoscendo il testo... Ciao ciao, torno al lavoro che Med vigila!
    postato da Paola il 21/05/2007 23:13

    Me ne vado a vedere un western con Robert Duvall. Domani per restare in argomento vi metto un po' di buona musica country.
    postato da Mio Capitano il 21/05/2007 23:40

    ...una storia decisamente triste, quel cane dalla taglia grande probabilmente rappresentava l'aggressività che lui stesso riceveva dai coetanei... quella stessa aggressività o violenza silenziosa che l'ha portato a "salutarci" con un gesto da lasciarci senza parole... e in quel gesto suggellare la sua ribellione x una vita che non ha saputo accoglierlo ed amarlo x quello che è........... davvero inquietante tutto ciò se pensiamo che a modo nostro ognuno contribuisce all'infelicità\felicità di altri... cari saluti Giadadeldeserto
    postato da giadadeldeserto il 22/05/2007 00:17

    Cruda denuncia di un mondo che per molti, purtroppo, gira davvero così. NOn conta l'unicità, se non è legata a una posizione sociale stimata, e forse di successo. Non importa come ci si sia arrivati, le vie del Signore sono infinite, dicono, l'importante è arrivare... Quanti, quanti hanno bruciato così la loro sensibilità... Quanti così si sono davvero impiccati in quel vagone ferroviario, in quel bagno... Ogni giorno.. Un abbraccio e un complimento davvero ammirato Anathea
    postato da anathea00 il 22/05/2007 01:08

    Visto il western di ieri con Robert Duvall (Duvall è stato Tom Hagen nel Padrino, cioè l'avvocato irlandese adottato da don Vito Corleone). Il titolo è “Broken Trail” Non c'è niente da fare, quando tutto ti tradisce nel cinema, quando vedi cazzate su cazzate a due dimensioni, quando ti propinano schifezze moderniste piene di effetti speciali o di angosce metropolitane a un tanto al chilo, il western, quello fatto all'antica, come lo faceva John Ford, non ti delude. Robert Duvall ha 76 anni e va a cavallo da Dio. E' assolutamente insuperabile quando, davanti a un bivacco nelle pianure de West conversa bonariamente alla sua maniera istruendo i giovani cow-boy sui misteri e sulla dolcezza delle donne o su altri aspetti del mondo, come se fosse un piccolo filosofo della prateria occasionalmente prestato al lavoro di mandriano. Il film di ieri era un western fatto alla buona vecchia maniera (non c’è niente di peggio di quando si cerca di fare una storia con pistoleri e sceriffi introducendo figure moderneggianti che col West non c’azzeccano una mazza). C’era una mandria di cavalli da portare nel Wyoming, c’erano praterie senza fine, cieli infiniti e orizzonti lontani, e c’era Robert Duvall che filosofeggiava nei bivacchi alla maniera del West: che diavolo serviva di più?
    postato da Mio Capitano il 22/05/2007 11:56

    Calato nella verità della realtà che è composta di cose false e sbagliate...ma non è inutile cercare la bellezza e trovatone il semino coltivarla nel proprio giardino! Sciorriso speranzoso...
    postato da matrixwoman il 22/05/2007 13:18

    Capyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy!!! Quando tu metterai un'immagine di te, anche vestito va bene...metterò una immagine di me! Ma sai che ti immagino come il mister della foto del post precedente? Sciorrisooo!!!
    postato da matrixwoman il 22/05/2007 13:41

    Questo post mi ha raggelato. Non riesco a scrivere di più.
    postato da finazio il 22/05/2007 14:52

    Mai più avrei pensato una HP con Bukowski. Se avessi scommesso avrei perso. Ehi che commento leggo sui sotto! Matrix scherzi vero? Il Capitano me lo vedo abbracciato ad una gnocca, tipo la pupa e il secchione. Non intendo Monti, uno più figo oooo yessssss ;-) E' un periodo che trovo Capitani in canzoni, opere, interviste..... Ma che è? Per il triste post torno dopo. L'ho letto ieri non ho parole, rifletto ancora un po', ammetto che ha colpito la mia sensibiltà.
    postato da LUX il 22/05/2007 16:50

    è bellissimo.......sentire questa dolce canzone mentre passo a salutarti...mostra quel chehai nel cuore....e fa bene al mio.ciao...p. iris
    postato da iris il 22/05/2007 20:12

    ahia, mi hai fatto ricordare un mio post dell?anno scorso che si chiamava "il ragazzo di cristallo" -è di gennaio-. mi sono un pò ispirata ad una persona, di cui so molto di rado... beh una storia molto lunga ma che il fine non è come il post. cmq mi hai fatto rifflettere con questo post, davvero... un abbraccio Tali
    postato da tali il 22/05/2007 23:32

    Ci vuole coraggio a togliersi la vita. Di solito chi lo dice lo fa solo per attirare l'attenzione su di sè. Chi ha veramente coraggio di fare questo gesto non lo dice a nessuno. Lo fa e basta nel silenzio che sente nel cuore, nell'anima e nella testa. Nel vuoto da cui era circondato e in quel vuoto ormai totale che il suo cagnolino gli ha lasciato. Non era un ragazzo debole, era solo perchè sensibile, diverso. Ma poi da chi? Ciao Capitano
    postato da LUX il 23/05/2007 01:19

    No. Non era nessuno. Tu hai ricordato quel ragazzo e lo hai fatto ricordare. Come lui, quello studente di un paese lontano. Forse non aveva un cane.ma come lui è morto, poi i copagni di classe lo hanno seguitoal funerale. Forse qualcuno, camminando dietro la bara, avrà pensato al peso delle proprie parole, forse non capisce l'avrlo burlato l'ha ucciso. Non solo i ragazzi, anche gli adulti ancor peggio, sanno ferire e uccidere lentam,ente lentamente con le propier parole. Scrivi, Capitano, scrivi ancora. ( ma quanto scrivi! accidenti a rincorrerti lungo i tuoi post, uno dietro infilato all'altro!!!e sempre una riflessione) Ciao.
    postato da Giovanni il 23/05/2007 03:28

    Ciao Cap, se ti va di dire la tua sull'argomento, ti aspetto.
    postato da Catullo (nome vero) il 23/05/2007 11:28

    ci sono molti modi di uccidere le parole, i gesti, l'indifferenza uccide chi ti evita, chi si nega al telefono o non risponde alle email uccide chi ti attacca in maniera anonima uccide chi emargina uccide chi spegne i tuoi sogni e ci sono molti modi di morire puo' morire il tuo corpo puo' morire la tua fantasia puoi morire dentro puo' morire il tuo sorriso ma il risultato non cambia: sei morto. Angie
    postato da angel_aladiah il 23/05/2007 12:14

    Quanta tristezza! A volte mi vergogno di appartenere alla razza umana. Anch'io, come forse avrai visto, ho scritto qualche verso (forse brutto, ma sentito col cuore) su quel bimbo suicida, che presenta molte analogie col ragazzo di cui parli tu. Non era gay, ma così lo definivano i compagni. L'odio, l'accanimento verso il "diverso" qualunque sia la diversità, è purtroppo una dannata caratteristica di questo mondo. Che amarezza!
    postato da sergio il 23/05/2007 13:49

    L'ndifferenza e l'insensibilità al dolore altrui caratterizza questa nostra umanità persa dentro se stessa. Post come il tuo oltre ad attivare la riflessione aiutano a sperare che c'è ancora chi si discosta dalle brutture della vita e le addita per arginarle come si può...anche un post può! :-) Ciao
    postato da gys il 23/05/2007 22:55

    Cocenti ingiustizie che fanno incazzare. Ingiustizie perpetrate nei confronti di coloro che sono più deboli. Solo una vera educazione sociale potrà contrastare un'aggressività sempre più evidente. Ma io non credo che si sia in grado di ripristinare lo strappo.
    postato da stregagatta il 26/05/2007 13:00

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