giovedì 26 aprile 2007

La donna ha inventato l'amore


Facciamoci una domanda, cari amici del blog. Chi ha inventato l’amore? C’è poco da riflettere. L’amore l’ha inventato la donna, è una sua creazione. L’amore è donna. O meglio potremmo dire che il bambino umano, con la lunga gestazione e le cure di cui necessita, ha obbligato la donna a inventare l’amore.
Lasciamoci andare infatti a una piccola fantasia. Siamo donne di un tempo andato, diciamo di un milioncino di anni fa. Se oggi la vita è dura all’epoca era molto peggio. Predatori, carestie, cambiamenti climatici, tragedie varie contribuiscono a farci vedere la vita come una roulette russa. Mentre abbiamo questa pistola evolutiva puntata alla tempia, dobbiamo sopravvivere non solo noi, o valorose donne preistoriche, ma far vivere dentro il nostro grembo il nostro piccolo e poi curarlo e assisterlo finché non sia diventato autosufficiente. Non è uno scherzo. A causa della lenta maturazione del suo cervello enorme, il nostro piccolo necessita di una gestazione lunghissima, superiore a quella di tutti gli animali noti. E quando sarà venuto alla luce sarà indifeso e incapace come un feto, anzi sarà a tutti gli effetti un vero e proprio feto, una creatura nata anzitempo. Il suo cervello infatti ha bisogno di maturare e crescere ancora e il nostro bambino è dovuto nascere solo perché altrimenti la sua testa non avrebbe potuto più varcare il bacino materno. Non è finita qui. Dovremo nutrire il nostro cucciolo d’uomo con cibo vero e difficile da procurarsi e con cibo intellettuale, forse ancora più difficile da donare nella giusta misura. Gli dovremo trasmettere ogni nostra conoscenza e aggiungerne delle altre, altrimenti il suo meraviglioso apparato cerebrale sarà come un cannone scarico.

La vita è grama per noi femmine primordiali. Riassumiamo. Dobbiamo fare figli e portarli alla maturità, sottoporci a un investimento enorme in energie, tempo, sentimenti. Un investimento molto più oneroso di quello delle femmine di altre specie animali (una tartaruga marina si limita a deporre decine di uova nella sabbia e poi se ne disinteressa, la natura provvederà, la madre di uno gnu vede il suo cucciolo alzarsi in piedi a poche ore dalla nascita e camminare e poi trotterellare). Dobbiamo prodigarci affinché il nostro soffertissimo investimento esistenziale non vada perduto, fare in modo che il nostro fragilissimo bambino umano viva per perpetuare i nostri geni e la nostra specie. Abbiamo bisogno di aiuto, da sole non ce la possiamo fare, non in questo mondo preistorico senza assistenza sociale e indennità sanitaria. Abbiamo bisogno che l’uomo che genererà il figlio resti con noi e non se ne vada in giro a sfarfalleggiare con altre femmine dopo averci fecondate, come lo porterebbe a fare la sua natura biologica. Dobbiamo incatenarlo qui accanto a noi, costringerlo ad aiutarci a tirare su questo difficilissimo figlio che metteremo al mondo.

Come fare? Non lo possiamo convincere a parole, anche perché non sono state ancora inventate e comunque le parole servono a poco, lo si capirà pure nel tecnologico mondo che verrà tra un milione di anni. Dobbiamo inventarci qualcosa a livello biologico. La prima cosa da fare è tenere il nostro estro nascosto. Evitare di mandare in giro feromoni irresistibili come fanno gatte, cagne e tutte le femmine in calore. Se il nostro partner non sa qual è il nostro periodo fertile, sarà costretto a restare con noi un lungo periodo di tempo se vuole avere la ragionevole certezza di averci fecondate. Altrimenti ciò che farebbe sarebbe di trovarsi una femmina fertile, combattere eventualmente con altri maschi per assicurarsi la precedenza nell’accoppiamento, inseminarla e quindi diventare uccel di bosco… insomma un copione già visto e rivisto nella storia della vita sulla terra. Ora invece se il nostro compagno se se ne va in giro a fecondare altre donzelle abbastanza sapiens, magari quello è proprio il nostro periodo fecondo e qualche altro bellimbusto preistorico utilizzerà la sua assenza per riprodurre i propri geni a discapito del latitante.
Inoltre saremo fertili tutto l’anno e non in un solo periodo particolare come accade quasi sempre in natura. Che significa? Be’, che a qualche maschio intraprendente gli sarà un po’ difficile crearsi un harem, perché una cosa è difendere un gruppo di femmine dall’attenzione altrui per una limitata stagione degli amori e una cosa molto diversa è farlo tutto l’anno. Un singolo individuo che si imbarcasse in un progetto simile finirebbe in quattro e quattr’otto sul lettino di un dottor Freud dei Flinstones. Inoltre la vita dei primordi è dura anche per gli Schwarzenegger preistorici, nemmeno loro ce la possono fare a tirare avanti senza l’aiuto di altri maschi, nella caccia o nella difesa del territorio, e nessun uomo si sognerebbe mai di aiutare un avido latifondista di donzelle dei tempi andati.
Abbiamo fatto abbastanza, noi donne preistoriche per indurre la nostra specie a imboccare il cammino che la renderà speciale. In verità abbiamo fatto quasi tutto noi. Ma ancora non basta. Dobbiamo fare di più. Dobbiamo inventare qualcosa di rivoluzionario che non si è mai visto sulla faccia della terra. Dobbiamo inventare l’amore.

Continua…

1 commento:

  1. Non credo che l'amore si possa inventare, l'amore nasce spontaneo anche quando vorresti evitarlo, pensa a tutte quelle storie assurde, dove la ragione fa a botte con il cuore, no, caro mio, l'amore non è un invenzione, mi sa tanto di fregatura incontrollabile.

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