Charlie Chaplin sono io.
Sono io quando più straccione che mai per strada raccoglie con nonchalance principesca un mozzicone di sigaretta che però non fuma subito, ma conserva per i momenti peggiori (peggiori di quello?).
Sono io quando viene sbeffeggiato dai monelli strilloni di giornale, che gli tirano pietre come se non fosse già abbastanza disgraziato e malridotto così com’è.
Sono io quando nel profondo Nord dell’Alaska sbocconcella un suo scarpone lesso come se fosse una leccornia, perché in attesa di trovare l’oro non c’è niente di meglio che buttare giù un pranzetto a base di buchi di suola, pepati e salati come si conviene.
Io quando è abbastanza pazzo da andare in galera per racimolare i soldi con cui ridare la vista alla fioraia cieca di cui è innamorato.
Io quando si presenta a Giorgia, l’entraîneuse della Corsa all’Oro… e quando quella continua a spettegolare con una sua amica come se fosse invisibile, io quando pare finalmente che lei gli parli con amore e gli faccia gli occhi dolci, anche se poi viene fuori che parole innamorate e occhi dolci erano diretti al fusto faccia di bronzo di dietro.
Io quando passa la notte di Capodanno da solo nella sua catapecchia nel ghiaccio perché la scellerata Giorgia non si presenta all’appuntamento come promesso (non era una vera promessa, ma solo una presa in giro). Chaplin per distrarsi dalla delusione organizza una magistrale danza con forchette e panini in puro stile vaudeville? E io, si sa, sono con lui su tutta la linea.
Chaplin usa la lussuosa macchina presa in prestito dal miliardario - suo amico da ubriaco e suo disgustato nemico da sobrio - per recuperare cicche di sigaretta dal marciapiede? E io sono con lui.
Chaplin si nasconde dietro l’arbitro di boxe per sfuggire al pugile che affronta per amore della solita fioraia cieca? E siamo sempre in due a farlo e a inventare ogni trucchetto per non farci massacrare dal nostro avversario.
Eppure c’è un momento in cui sono più che mai vicino all’Omino più famoso della storia del cinema. E’ quando si incammina, straccione e miserabile, ma accompagnato dalla dignità di uno spirito libero, per una lunga strada gravida di promesse, con al fianco l’Amore sotto forma della donna della tua vita. Ecco, qui io e il Vagabondo siamo la stessa persona, qui la sua ombra è la mia.
Charlot sono io, Charlot siamo noi. Tutti noi che non abbiamo smesso di sognare. Tutti noi che prendiamo una mazza di scopa e la facciamo volteggiare come se fosse il bastone di un duca di altri tempi. Noi che poi ridiamo delle nostre fantasie su quella gentaglia, perché duchi, principi e riccastri moderni, in fondo, ci fanno un baffo.
Di recente ho rivisto due film, cioè due capolavori, dell’eroe cinematografico che amo da quando la mia età non aveva ancora raggiunto la doppia cifra. Sono La febbre dell’oro del 1925 e Luci della città del 1931. Li ho trovati, specie il primo, opere straordinarie, piene di trovate e gag da cui il cinema attinge da tre quarti di secolo senza freno (la gag della casa in bilico sul burrone in Alaska è stata ripresa con poche varianti da diversi film con i dinosauri, e Paolo Villaggio ha usato in quasi tutti i suoi film lo sketch del mangiare di nascosto a qualcuno che ci sorveglia ostile). Tuttavia c’è una cosa che quasi nessun cineasta moderno potrà copiare dal grande Chaplin e cioè la poesia infinita che sapeva infondere nelle sue pellicole, la grazia di un gesto, la profondità di uno sguardo mentre sopraggiunge la parola “Fine”.
Sono io quando viene sbeffeggiato dai monelli strilloni di giornale, che gli tirano pietre come se non fosse già abbastanza disgraziato e malridotto così com’è.
Sono io quando nel profondo Nord dell’Alaska sbocconcella un suo scarpone lesso come se fosse una leccornia, perché in attesa di trovare l’oro non c’è niente di meglio che buttare giù un pranzetto a base di buchi di suola, pepati e salati come si conviene.
Io quando è abbastanza pazzo da andare in galera per racimolare i soldi con cui ridare la vista alla fioraia cieca di cui è innamorato.
Io quando si presenta a Giorgia, l’entraîneuse della Corsa all’Oro… e quando quella continua a spettegolare con una sua amica come se fosse invisibile, io quando pare finalmente che lei gli parli con amore e gli faccia gli occhi dolci, anche se poi viene fuori che parole innamorate e occhi dolci erano diretti al fusto faccia di bronzo di dietro.
Io quando passa la notte di Capodanno da solo nella sua catapecchia nel ghiaccio perché la scellerata Giorgia non si presenta all’appuntamento come promesso (non era una vera promessa, ma solo una presa in giro). Chaplin per distrarsi dalla delusione organizza una magistrale danza con forchette e panini in puro stile vaudeville? E io, si sa, sono con lui su tutta la linea.
Chaplin usa la lussuosa macchina presa in prestito dal miliardario - suo amico da ubriaco e suo disgustato nemico da sobrio - per recuperare cicche di sigaretta dal marciapiede? E io sono con lui.
Chaplin si nasconde dietro l’arbitro di boxe per sfuggire al pugile che affronta per amore della solita fioraia cieca? E siamo sempre in due a farlo e a inventare ogni trucchetto per non farci massacrare dal nostro avversario.
Eppure c’è un momento in cui sono più che mai vicino all’Omino più famoso della storia del cinema. E’ quando si incammina, straccione e miserabile, ma accompagnato dalla dignità di uno spirito libero, per una lunga strada gravida di promesse, con al fianco l’Amore sotto forma della donna della tua vita. Ecco, qui io e il Vagabondo siamo la stessa persona, qui la sua ombra è la mia.
Charlot sono io, Charlot siamo noi. Tutti noi che non abbiamo smesso di sognare. Tutti noi che prendiamo una mazza di scopa e la facciamo volteggiare come se fosse il bastone di un duca di altri tempi. Noi che poi ridiamo delle nostre fantasie su quella gentaglia, perché duchi, principi e riccastri moderni, in fondo, ci fanno un baffo.
Di recente ho rivisto due film, cioè due capolavori, dell’eroe cinematografico che amo da quando la mia età non aveva ancora raggiunto la doppia cifra. Sono La febbre dell’oro del 1925 e Luci della città del 1931. Li ho trovati, specie il primo, opere straordinarie, piene di trovate e gag da cui il cinema attinge da tre quarti di secolo senza freno (la gag della casa in bilico sul burrone in Alaska è stata ripresa con poche varianti da diversi film con i dinosauri, e Paolo Villaggio ha usato in quasi tutti i suoi film lo sketch del mangiare di nascosto a qualcuno che ci sorveglia ostile). Tuttavia c’è una cosa che quasi nessun cineasta moderno potrà copiare dal grande Chaplin e cioè la poesia infinita che sapeva infondere nelle sue pellicole, la grazia di un gesto, la profondità di uno sguardo mentre sopraggiunge la parola “Fine”.
.un inchino, una lacrima, un sorriso, una strada...quella strada.
RispondiEliminapostato da cleide il 07/02/2007 10:24
Grandissimo attore e regista al quale, come dici benissimo tu, è debitore tutto il cinema in generale. Inoltre, un altro esempio di come si possa essere uomini discutibili dal punto di vista privato ed artisti immortali, perchè immortale è l'aggettivo giusto. Ciao.
postato da Amfortas il 07/02/2007 10:29
Charlot, piccolo grande eroe immortale. Umile immenso genio. E' la poesia che tiene in vita gli eroi. Cosi è. Da sempre. Senza poesia, c'è il vuoto e la tiranna morte. Che bel sogno ci hai regalato stamane. un caro abbraccio Capitano
postato da marion il 07/02/2007 10:47
"...Charlot siamo noi. Tutti noi che non abbiamo smesso di sognare.." Quanto è vero. :o)
postato da margot il 07/02/2007 10:53
non posso che rimanere incantata quando leggo post come questo:Charie Chaplin sei tu che ci trascini con i tuoi occhi dolci in una rilettura di un *grande* che per quanto con la sua arte ci abbia donato emozioni irripetibili,mai come oggi col tuo articolo riesci a farlo sentire estremamente vicino e umanamente simile davvero a tutti noi!
postato da elle il 07/02/2007 12:43
Strade, Cleide? "Vieni, c'è una strada nel bosco / il suo nome conosco / vuoi conoscerlo tu?" :-) Amfortas, in effetti Chaplin andava pazzo per le ragazzine. Però se ne innamorava e quando crescevano un pochino se le sposava (magari non sempre). L'unica donna adulta che ha sposato, a quanto so, è stata Paulette Goddard, che recita accanto a lui in "Tempi moderni" (è la figura femminile che si vede nella foto piccola in alto a sinistra). Marion, davvero "poesia" è la parola che dovrebbe accompagnare sempre l'opera dell'Eterno Vagabondo. Margie Margot, sie senz'altro arruolata nel drappello degli Charlot redivivi. elle, Chaplin è vicino, moderno e immortale.
postato da Mio Capitano il 07/02/2007 13:28
Da un pò di tempo stento a commentare i tuoi scritti, sempre più belli. Come vedi sono a K.O. per la pura e semplice poesia. Complimenti.
postato da Paola il 07/02/2007 14:15
bellissimo, molto poetico
postato da adipi il 07/02/2007 14:50
Non c'entra niente, ma dato che te la volevo far vedere e l'ho ritrovata... Ritengo che questa donna sia molto sensuale. Tu che ne dici? http://www.amables.com/ver-galeria?dir=aneli&nom=Aneli&num=20&pub=domai&pag=1 Dimenticavo, mi riferisco a un paio di post fa. Ciao.
postato da medusa il 07/02/2007 15:00
Amabilissimo Capitan Chaplin! Credo che la casta seduzione di Chaplin sia impareggiabile: unico come te...Capitan Franz:)))
postato da matrix x narratore il 07/02/2007 15:44
Una per medusa, non vorrei mancarti di rispetto, ma ti faccio notare che quella pagina me la segnalasti già qualcosa come otto mesi fa, forse è il caso di aggiornarsi (me la ricordo perché la mia fotografica memoria da sguardo d'ardore ha archiviato alcune delle donzelle discinte che proponi). :-) Ciao, Med.
postato da Capitan Fotografo il 07/02/2007 16:43
Bè, si vede che da allora non ho trovato in rete una donna più sensuale! Ciao Franz.
postato da medusa il 07/02/2007 17:08
E' il momento di segnalare alcune memorabili gag chapliniane dei due film che ho citato. Iniziamo dalla “Febbre dell'oro”. All'inizio i due compagni di capanna di Charlot lottano cercando di strapparsi di mano un fucile carico, la canna del quale ha la particolarità di puntare sempre verso il del tutto neutrale Vagabondo, per quanti tentativi egli faccia per sottrarsi alla minaccia dell'arma. Appena si apre la porta della casa, una violenta tormenta si abbatte all'interno rendendo impossibile non solo avanzare, ma anche mantenere la propria posizione. C'è poi la già ricordata gag della scarpa da mangiare lessa. Se la mangia tutta Big Jim, il grosso compagno di Charlot, che a un certo punto, accecato dalla fame cerca di divorare il malcapitato socio di avventure. In questo frangente Charlie tratta i lacci della scarpa come se fossero prelibati spaghetti. Ancora qualche sketch, per esempio quello ripreso spesso da Franco Franchi, e cioè quando Charlot, intirizzito e indurito dal freddo diventa una specie di palo rigido difficile da sollevare. Poi, la ricordata danza con i panini, in cui Chaplin mima le gambe di un elegante ballerino utilizzando due forchette infilzati in panini. Una delle scene più suggestive di tutti i tempi. La casa in bilico sul burrone, dove sia Chaplin che Big Jim, pur muovendosi spesso, finiscono sempre per trovarsi ai lati opposti dell'abitazione, mantenendo quindi l'innaturale equilibrio della casa sul precipizio. Non è una gag, ma è di grande effetto la scena dell'ultimo giorno dell'anno in cui un solitario Vagabondo spia, al freddo e alle intemperie, le luci e l'allegria della festa che si tiene all'interno di un saloon (in cui è presente anche la fin troppo disinvolta ragazza di cui è innamorato, che chiaramente se la spassa con un altro). Comicissima la scena in cui Charlot balla con Giorgia, ma è ostacolato da un grosso cane legato a sua insaputa alla sua cintura. Ultima di questo film, anche se la “Febbre dell’oro” è una miniera di gag. Il nostro eroe, ormai diventato ricco con l’oro del Klondike, è in viaggio su una nave vestito lussuosamente, ma i suoi antichi riflessi condizionati lo spingono a raccattare una cicca di sigaretta e a conservarla. Finale: mentre gli fanno un servizio fotografico con i suoi vecchi panni da straccione incontra Giorgia, che ha pietà di lui e lo aiuta credendolo ancora un poveraccio. Dopo la redenzione della ragazza, l’amore e poi la fine del film. Delle gag di “Luci della città” parlerò nel prossimo commento.
postato da Mio Capitano il 07/02/2007 20:23
Bellissimo film, tragico e buffo al contempo e dove la drammaticità è più intensa si rivela la realtà delle cose. Poetico e liberatorio il finale. Un bacio
postato da cleide il 07/02/2007 20:44
sono una grande appassionata di film thriller,paurosi, horror. la mia classifica: 1) la casadalle finestre che ridono 2) suspiria 3) esorcista 4) scream
postato da adipi il 07/02/2007 22:05
Eh già! Un vero artista! I suoi film erano pura poesia!!! :) Bacio bacio, Soleluna.
postato da Soleluna il 08/02/2007 00:33
Oggi piove a Napoli, ma spero che presto ci sia una spettacolare schiarita. Me ne vado a fare un po' di cyclette sperando di non rimanerci secco. :-) Canzone del mattino, Alice di De Gregori: Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole mentre il mondo sta girando senza fretta. Irene al quarto piano è lì tranquilla che si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta. E Lillì Marlen, bella più che mai, sorride e non ti dice la sua età, ma tutto questo Alice non lo sa. Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi, tutti pensarono dietro ai capelli, lo sposo è impazzito oppure ha bevuto ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa. Non è così e se ne andrà. (E' rimasto insuperato il texwilleriano "Tutti pensarono dietro ai cappelli...")
postato da Mio Capitano il 08/02/2007 11:16
leggerti è un po' come guardarmi allo specchio... per alcune cose, sì, poi oggi, io come saprai, mi sento un pagliaccio...piove, piove...spero che tu non sia rimasto secco sulla cyclette. tu ascolti de gregori, io martini bertè dedicato...ricordi? bacio milena ps w la poesia
postato da arteeparte il 08/02/2007 13:43
Qui c'è il sole, ma fatica a restare. Me lo fai sapere poi di che rivista si tratta? Se lo fai tu lo faccio anch'io... Braccio di ferro!
postato da Paola il 08/02/2007 14:29
Questo post e' una magia... Non aggiungo altre parole... Baci
postato da Cris il 08/02/2007 14:56
hai centrato in pieno tutto ciò che arriva è poesia,la poesia di ciò che si immagina di ciò che è in grado di elaborare la nostra fantasia il sogno.. bellissimo post complimenti!!!!
postato da asietta il 08/02/2007 16:20
c'è un mio piccolo scritto sul Pirata. Se ti va vieni a leggere. un caro saluto Capitano
postato da marion il 08/02/2007 17:38
Sono io :-) Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole mentre il mondo sta girando senza fretta. Irene al quarto piano è lì tranquilla che si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta. E Lillì Marlen, bella più che mai, sorride e non ti dice la sua età, ma tutto questo Alice non lo sa. Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi, tutti pensarono dietro ai capelli, lo sposo è impazzito oppure ha bevuto ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa. Non è così e se ne andrà.
postato da Solomania il 08/02/2007 21:25
positiva lo sono:)ma anche io ho la mia:dark side of the moon e involontariamente la mia malinconia l'hai scatenata tu dato che mia madre chiamava mio padre "il mio capitano".....La claustrofobia (termine un pò eccessivo) serviva a definire il senso di impotenza che avevo da ragazza quando per inseguire il mio sogno avrei dovuto viaggiare,e i soldi per l'aereo erano troppi per le mie tasche....e allora forse se ci fosse stato un treno.....Vivi oggi ma conserva con affetto il tuo passato!!!
postato da asietta il 09/02/2007 08:22
Buon Giornnnnnnnnnnnnnnoooooooooo A&D
postato da agroedolce il 09/02/2007 10:06
Oggi giornata di schifo a Napoli. La canzone che propongo stamattina è "Grande figlio di puttana" degli Stadio. Grande figlio di puttana ma che amico per me... grande pero' che grande figlio di puttana ... grande pero' che grande figlio di puttana aspettero' ancora un'altra settimana ... anche perche', perche' sei un figlio di puttana ed e' per questo che a te la gente tutto ti perdona ... quel grande figlio di puttana.
postato da Grande figlio di Puttana il 09/02/2007 12:08
Buongiorno Franz come va oggi a parte il cattivo tempo?
postato da Angelica il 09/02/2007 12:14
Forse, cara Angelica, non hai letto bene il testo della canzone che propongo. Te ne ripeto i passaggi essenziali: a) (fottuto) figlio di puttana! b) (vaffanculo a) quel grande figlio di puttana! c) sei un (grandissimo) figlio di puttana! La canzone, come ripeto, è degli Stadio
postato da Figli di Qualcuno il 09/02/2007 12:22
la canzone la conosco bene ed è stata scritta da Lucio Dalla pero' non dici chi è questo figlio di buona donna con cui ce l'hai a morte nè cosa ti ha fatto
postato da Angelica il 09/02/2007 14:13
Vuoi farmi sentire la tua mancanza? eh... Un bacio Scrittore Frakkolina
postato da frakkola il 09/02/2007 14:19
E chi ha detto che ce l'ho con qualcuno? Io ho semplicemente fatto una dotta citazione canzonettistica. E' vero che il mondo è pieno di figli di puttana, ma non è detto che io ce l'abbia con qualcuno di loro.
postato da Capitan Franz il 09/02/2007 14:22
mi sa che devo affittare qualche film del grande attore
postato da Reed il 09/02/2007 14:46
ma insomma ti butta bene o ti butta male oggi? io mollo l'ufficio e me na vado a casa, non ne posso piu' a lunedì e buon we
postato da Angelica il 09/02/2007 14:55
Leggi il mio prossimo post, angelica Angelica, e saprai esattamente come mi butta.
postato da Mio Capitano il 09/02/2007 15:24
Ti lascio un saluto, buon fine settimana.
postato da Amfortas il 10/02/2007 11:41
Io da poco ho visto IL MONELLO...mi ha fatto cadere la lacrimuccia ben più di una volta, davvero straordinario quell'uomo. NON AVEVA BISOGNO DI PAROLE...quella era la cosa più straordinaria. Un saluto da Giada.
postato da Giada il 10/02/2007 11:54
Ho trovato interessante il tuo post sulle mutande muliebri, l'ho commentato perchè era esilarante. CIAUS.
postato da Giada il 10/02/2007 12:02
Volevo rilevare la situazione per poi parlarne in seguito. Era un invito a riflettere sul perchè nessuno commentasse. Era un modo ironico e amaro, che tu non hai capito, per starti vicino. Vabbè, alla prossima. Qui piove e io mi compro un cappotto, quello che ho chiede vendetta. Ha ben sedici anni, cammina da solo.
postato da Paola il 10/02/2007 12:24
Ho dormito bene e mi sento con molte più energie di quante ne avessi ieri. Anche l’umore è migliorato. Per rispondere a Paola, dirò che ieri sera ho fatto una cosa cretina, anche se ha una solida motivazione razionale. Cioè ho cancellato un post bello e pieno di vita (che forse qualcuno avrà fatto in tempo a leggere) e che mi piaceva molto... e me ne sono tenuto uno che considero uno dei post più scadenti che ho scritto, e cioè “Ho sognato che la vita non era finita” (non so proprio come possano essermi uscite dalla tastiera certe melensaggini, diciamo che non riflettevo con serenità in quel momento). Il bel post che ho cancellato mi sembrava che fosse troppo polemico e che mettesse a disagio i miei abituali lettori, i quali, eccetto qualche rara eccezione, non rientrano nelle categorie menzionate in quell’articolo. Probabilmente ieri i commenti tardavano ad arrivare perché chi leggeva si sentiva accusato di qualcosa, e non era questo il mio scopo. E vabbé, che ce voi fa! Comunque Chaplin va bene. E’ un soggetto profondo e rassicurante allo stesso tempo. Chaplin va alla grande! Stamattina volevo ridurre un pochino il numero dei post che pubblico in modo da avere pure il tempo di fare altre cose. Ci penserò su. Il prossimo post probabilmente lo dedicherò ad Angelica ex Aladiah, perché è proprio il tipo di persona che soffre, anche se io spero che ora soffra di meno, che mi piace ospitare nel mio blog.
postato da Mio Capitano il 10/02/2007 12:47
Grazie mille per il tuo commento, troppo gentile...ma non credo di scrivere poi tanto bene. Per quanto riguarda il fatto che l'amore non riesce ad accecarmi, credo sia semplicemente dovuto al fatto che sono un'idealista, e la mia idea di Amore è molto lontana da quella che poi si riscontra nella realtà. Forse molto spesso, più che di Amore, si ha bisogno di emozioni forti. Del turbinio interiore dei primi tempi, che poi si placa lasciando solo una grande nostalgia. E' questa la cosa triste, il non riuscire a rassegnarsi alla quotidianità. Io pretendo molto da me stessa, dò l'anima per ogni cosa che faccio, e probabilmente l'Amore nella mia mente risuona come una piacevole complicazione, ma pur sempre una complicazione che non avevo programmato.
postato da Giada il 10/02/2007 15:35
Ciao, ho riscritto un nuovo articolo nel mio blog, per l'esattezza ne ho riproposto uno vecchio per chi se lo fosse perso.E' una barzelletta, forse la migliore.
postato da il killer il 10/02/2007 16:13
ma no...siccome ho l'influenza, scivo cose senza senso!!! un bacione mio capitano :D
postato da arteeparte il 10/02/2007 17:18
Guardala prendila con disinvoltura: Ma tu sei proprio.....No, non ce la faccio. Ma perchè hai cancellato tutto? Lo potevi almeno salvare.
postato da Paola il 10/02/2007 17:54
Salvato, Paoletta, salvo tutto quello che scrivo, perché quasi sempre lo faccio in Word, anche certi miei commenti lunghi che mi piacciono. Ho già detto che tu e Med mi siete molto simpatici? Ieri ero un pochino incazzato, ora mi sta passando. Sto cominciando a valutare qualche casa editrice a cui sottoporre il progetto di pubblicare in forma cartacea qualche mio post che si presta meglio alla situazione. Se qualcuno ha qualche imbeccata da darmi, lieto di riceverla. :-)
postato da Mio Capitano il 10/02/2007 18:04
Mi piace quando mi si chiama Paoletta. Comunque caro burbero, irascibile, permaloso, rompiscatole, maniacale, criticone, sapientello, precisino, presuntuoso e moderatamente affascinante mi sei simpatico pure tu....... chiaro che queste metadichiarazioni non ti salvano da ogni mio libero intervento in quella o quell'altra direzione.
postato da Paola il 10/02/2007 18:53
Ringrazio Paola per le belle parole, le quali mi recheranno conforto fino al prossimo nostro battibecco da blog, che di certo non si farà attendere. :-) Avevo in sospeso un commento sulle gag del chapliniano “Luci della città”. Colmo quindi la lacuna. Inizio del film, inaugurazione di un monumento. Importanti personalità tromboneggiano in piazza. Nonostante l’assenza di parola si capisce che sindaco e notabili cianciano di gloria, libertà, alti ideali, virtù eroiche e bla bla bla. Si toglie il velo dal monumento e Charlot, più straccione e trasgressivo che mai, rovina la festa con la sua presenza (dormiva stravaccato sul monumento). Quindi peggiora la situazione facendosi infilzare i fondelli cenciosi nella spada protesa di uno dei personaggi marmorei, provocando crisi isteriche nei pomposi pezzi grossi riuniti in piazza. Chaplin osserva le procaci nudità di una statua in vetrina, dandosi arie da esteta lontano dalle bassezze della carne, ma la sua insuperabile mimica fa capire che qualche bassezza è rimasta. Arretrando per ammirare la statua con occhio all’apparenza raffinato, è sempre sull’orlo di un tombino che si apre alle sue spalle. Come ricordato nel post, prende in prestito la lussuosa automobile di un miliardario (che lo tratta da amico quando è ubriaco e perde del tutto la memoria da sobrio) per recuperare cicche di sigaretta dalla strada. Ultima delle molte gag del film, una scena che è stata ripresa tale e quale in uno dei primi film di Rocky, credo il secondo. Durante l’incontro di boxe che Charlot affronta per procurarsi i soldi per la fioraia cieca di cui è innamorato, sia lui che il suo avversario vanno al tappeto. La particolarità è che quando uno dei pugili si rialza durante il conteggio dell’arbitro l’altro va giù. Uno sale e l’altro scende. Infine sarà Chaplin a non rialzarsi. Alcuni momenti non sempre comici, ma altamente poetici. Stregato dalla fioraia cieca, Chaplin si siede vicino a lei per osservarla di nascosto (la fioraia lo centrerà con l’acqua sporca delle rose quando la butta via). Nel primo incontro, il Vagabondo tira miracolosamente di tasca una moneta, che è senza alcun dubbio l’unica che abbia e che vedrà per chissà quanto tempo, e la consegna alla fioraia per acquistare una rosa. Nel finale è deriso dai ragazzini di strada, che gli buttano pietre quando si volta. Straordinaria la mimica di Chaplin, quando rivolto ai monelli fa uno sguardo che significa più o meno: voi uccidete un uomo morto. Infine impagabile l’ultimo sguardo del Nostro prima della parola fine. La fioraia ha riacquistato la vista con i soldi datigli dal suo benefattore, andato in prigione per procurarseli. Incontra Charlot e chiaramente lo deride e lo tratta come un poveraccio a cui fare la carità. Però a un certo punto, con il tatto, la ragazza capisce finalmente con chi ha a che fare (per tutto il tempo della sua cecità aveva pensato di avere a che fare con un miliardario e Chaplin chiaramente l’aveva lasciata nell’equivoco). Chaplin guarda nella cinepresa con un misto di timore e speranza: sarà accettato o no, nella sua veste straccionesca, dalla sua ormai cambiata innamorata? Nessuno spettatore, e io men che mai, ha dubbi sul fatto che l’amore vinca, ma resta il fatto il film ha un finale aperto.
postato da Capitan Charlot il 10/02/2007 22:12
Ottimo blog.Ti invito a visitare il mio,e se lo troverai interessante,ti chiedo di inserirlo tra quelli da te consigliati,ed io farò lo stesso.Saluti Siculi.FLI
postato da la zeccafli il 10/02/2007 23:33
evvaii , grande capitan charlot volevo commentare dopo aver visto i film che hai citato ma in questo posto ci son 2 videoteche e nessuna delle due lo ha _ peccato _ leggendoti mi è venuta voglia di vederli e prima o poi li trovo se non qui a olbia o sassari _ passa una buona domenica un caro abbraccio indio _________________ Lascia che la vita che ti gira intorno, ti attraversi l'anima. Saggezza indiana
postato da invisibili il 11/02/2007 13:25
Credo che se Charlot potesse leggere questo post ne sarebbe molto più orgoglioso che dopo la lettura di molte ottime critiche scritte su di lui dai migliori critici del mondo. Ciao Capitano Charlie Chaplin, CCC per gli amici
postato da ariela il 11/02/2007 13:44
ciao, buona domenica e dai un bacio a Napoli :D milena
postato da arteeparte il 11/02/2007 17:25
Piccole rispostine agli amici che hanno scritto oggi. arte e parte Buona domenica a te e alla splendida rosa che campeggia nel tuo blog. ariela Ti ringrazio molto per i tuoi complimenti. Sono certo che pure tu hai amato Chaplin quanto me. Indio Faccio il tipo per te, affinché nella videoteca di Olbia o Sassari trovi un film del Vagabondo. Ti segnalo, oltre ai due titoli citati nel post, anche "Il Monello" del 21 e soprattutto "Tempi moderni" del 36, una delle più riuscite satire tecnologiche di tutti i tempi. I film sonori di Chaplin a mio avviso sono inferiori a quelli muti, ma restano opere da non perdere e in almeno un caso, "Luci della ribalta" del 52, capolavori. Anche efficacissima l'imitazione di Hitler fatta dall'Omino nel "Grande dittatore" con i microfoni che si piegano impauriti in seguito alla furia verbale del pazzo Fuher.
postato da CCC :-) il 11/02/2007 18:56
...si ciascuno di noi conserva un'anima sognatrice... anche io lo adoro il tuo eroe!! buona domenica sera Giadadeldeserto
postato da giadadeldeserto il 11/02/2007 22:01
...l'ultima parte del tuo commento di sabato alle 21:12 sembra la pantomima di un possibile incontro tra bloggers...vero? famme lavorà va!
postato da Paola il 12/02/2007 02:17
Bellissimo.
RispondiEliminaMi hai riportao alla mente ricordi dolci e malinconici dell'infanzia, io che taglio con l'accetta i ricordi...
Charlot...se ci penso, mi commuovo anche adesso.
Bellissimo( a poco a poco leggerò tutto!Ho cominciato a seguire i consigli della tua selezione).
Ciao
Zelda