La maggior parte delle persone pensa di poter operare delle scelte, di essere libera di poter fare una cosa o un’altra. Di poter scegliere una ragazza o un’altra, una carriera universitaria o un’altra, di fare un lavoro o di aver comprato una certa macchina e proprio quella di propria iniziativa. La maggior parte delle persone pensa o forse si illude di beneficiare di quella cosa fumosa, ma affascinante denominata libero arbitrio. Insomma, dice certa gente, proprio oggi c’è stato un certo bellimbusto da spiaggia che ha cercato di rimorchiarmi e io gli detto di togliersi dai piedi mentre avrei potuto pure incoraggiarlo… Giusto ieri ho avuto due offerte di lavoro e ho deciso di accettare quella mi faceva guadagnare meno, ma che mi consentiva di restare più vicino alla mia famiglia. Non sono forse queste prove incontestabili della mia libertà di pensiero, della mia capacità di scelta, del mio libero arbitrio?
In realtà si potrebbe obiettare che tutte le scelte descritte qui sopra e molte altre ancora sono obbligate e che la sensazione che spesso abbiamo di essere originali e indipendenti nella nostra condotta è, appunto, solo una sensazione. Il comportamento umano è influenzato e determinato da svariati fattori estremamente complicati. Le condizioni ambientali, quelle familiari, le esperienze fatte, l’umore del momento, le ambizioni e le aspirazioni coltivate, la propria provenienza sociale o economica, il proprio background cerebrale. Insomma c’è un intero e complicatissimo ecosistema ambientale e mentale che viene stimolato quando c’è da fare una scelta o da adottare un comportamento. Ci sono innumerevoli parametri che entrano in ballo, interagiscono, si influenzano a vicenda. Però alla fine si crea un equilibrio, Il solo equilibrio che poteva crearsi in quella determinata situazione. L’equilibrio creatosi genera un comportamento. E quel comportamento sembra una scelta, quando è solo il naturale e ineluttabile sbocco che poteva e doveva avere quella situazione. Possiamo persino affermare che facciamo una determinata cosa, prendiamo una precisa decisione perché esse sono la sola cosa e sola decisione per noi possibili in un certo contesto. Non esistono altre scelte, esiste solo quella! Non ci sono altre opportunità, c’è solo quella che abbiamo seguito.
E’ come per le condizioni meteorologiche. Ci sono certi equilibri tra calore, umidità, masse d’aria in movimento, molecole più o meno eccitate che si muovono a diverse velocità. Non è affatto strano che, se una farfalla batte le ali a Pechino, a New York piova come si diceva in Jurassic Park per giustificare la teoria del Caos. In realtà in quel contesto la pioggia a New York è obbligatoria e scontata. Anzi è il solo sbocco che possono avere certi delicati equilibri climatici dopo aver trovato il loro assestamento.
Un semplice esempio potrebbe farci visualizzare meglio questa situazione. A molti è noto il gioco cinese detto Shangai, cioè quello con i bastoncini colorati lasciati cadere a ventaglio da una posizione verticale. I giocatori devono recuperare i bastoncini a uno a uno cercando di non muovere gli altri. E’ noto che i bastoncini non si disporranno mai in due maniere uguali. Ogni volta che apriamo la mano per liberarli sembreranno animati da una volontà propria e se ne andranno ciascuno per conto suo. La loro disposizione sembra regolata dal caso. Ogni volta pare quasi che i bastoncini dello Shangai possano scegliere posizioni diverse da quelle che poi andranno a ricoprire. Eppure non è così. I bastoncini colorati sono obbligati a disporsi ogni volta in un solo modo e solo in quello. Sono costretti a seguire la forza e la direzione impressagli delle dita, la presenza o meno di vento, le scabrosità della superficie su cui cadono, le spinte e controspinte che ciascun elemento del gioco opera sugli altri… e così via. C’è una molteplicità di forze che opera su piani separati. C’è un delicato equilibrio che si crea. E c’è una disposizione obbligata dei bastoncini.
Allora a che cosa è dovuta la nostra percezione di esseri liberi e di fare ciò che ci pare e piace e non ciò che ci impongono determinati equilibri non influenzabili dalla nostra volontà (ammesso che essa esista nella misura normalmente avvertita)? Probabilmente è data dalla facilità con cui situazioni all’apparenza simili possono portare a nostri comportamenti all’apparenza differenti o persino opposti. Ma è come nel gioco dello Shangai. Noi non siamo liberi di fare ciò che vogliamo, così come non sono liberi i bastoncini colorati di disporsi in un certo modo.
Ultima di questo post. Se ogni scelta e comportamento sono obbligati come qui si sostiene (anche provocatoriamente), ciò significa pure che, disponendo di un’appropriata capacità di calcolo, essi si possono prevedere in anticipo. Questa riflessione ne suggerisce un’altra più drastica. E cioè che disponendo di un’adeguata massa di dati e di un’infinita capacità di calcolo si sarebbe potuto prevedere perfino l’intero corso dell’universo (il destino di ogni singola stella o pianeta, di ogni molecola o essere vivente, di ogni amore umano o extraterrestre)… fin dai primi attimi del Big Bang. Forse è quello che ha fatto Dio, che se esiste può di certo contare su una immensa capacità di elaborazione matematica. Forse Dio ha previsto fin dall’inizio dell’universo ogni minimo aspetto, ogni irrilevante dettaglio dello sviluppo futuro del cosmo. Non è una cosa impossibile, a pensarci bene. Solo immensamente complicata.
In realtà si potrebbe obiettare che tutte le scelte descritte qui sopra e molte altre ancora sono obbligate e che la sensazione che spesso abbiamo di essere originali e indipendenti nella nostra condotta è, appunto, solo una sensazione. Il comportamento umano è influenzato e determinato da svariati fattori estremamente complicati. Le condizioni ambientali, quelle familiari, le esperienze fatte, l’umore del momento, le ambizioni e le aspirazioni coltivate, la propria provenienza sociale o economica, il proprio background cerebrale. Insomma c’è un intero e complicatissimo ecosistema ambientale e mentale che viene stimolato quando c’è da fare una scelta o da adottare un comportamento. Ci sono innumerevoli parametri che entrano in ballo, interagiscono, si influenzano a vicenda. Però alla fine si crea un equilibrio, Il solo equilibrio che poteva crearsi in quella determinata situazione. L’equilibrio creatosi genera un comportamento. E quel comportamento sembra una scelta, quando è solo il naturale e ineluttabile sbocco che poteva e doveva avere quella situazione. Possiamo persino affermare che facciamo una determinata cosa, prendiamo una precisa decisione perché esse sono la sola cosa e sola decisione per noi possibili in un certo contesto. Non esistono altre scelte, esiste solo quella! Non ci sono altre opportunità, c’è solo quella che abbiamo seguito.
E’ come per le condizioni meteorologiche. Ci sono certi equilibri tra calore, umidità, masse d’aria in movimento, molecole più o meno eccitate che si muovono a diverse velocità. Non è affatto strano che, se una farfalla batte le ali a Pechino, a New York piova come si diceva in Jurassic Park per giustificare la teoria del Caos. In realtà in quel contesto la pioggia a New York è obbligatoria e scontata. Anzi è il solo sbocco che possono avere certi delicati equilibri climatici dopo aver trovato il loro assestamento.
Un semplice esempio potrebbe farci visualizzare meglio questa situazione. A molti è noto il gioco cinese detto Shangai, cioè quello con i bastoncini colorati lasciati cadere a ventaglio da una posizione verticale. I giocatori devono recuperare i bastoncini a uno a uno cercando di non muovere gli altri. E’ noto che i bastoncini non si disporranno mai in due maniere uguali. Ogni volta che apriamo la mano per liberarli sembreranno animati da una volontà propria e se ne andranno ciascuno per conto suo. La loro disposizione sembra regolata dal caso. Ogni volta pare quasi che i bastoncini dello Shangai possano scegliere posizioni diverse da quelle che poi andranno a ricoprire. Eppure non è così. I bastoncini colorati sono obbligati a disporsi ogni volta in un solo modo e solo in quello. Sono costretti a seguire la forza e la direzione impressagli delle dita, la presenza o meno di vento, le scabrosità della superficie su cui cadono, le spinte e controspinte che ciascun elemento del gioco opera sugli altri… e così via. C’è una molteplicità di forze che opera su piani separati. C’è un delicato equilibrio che si crea. E c’è una disposizione obbligata dei bastoncini.
Allora a che cosa è dovuta la nostra percezione di esseri liberi e di fare ciò che ci pare e piace e non ciò che ci impongono determinati equilibri non influenzabili dalla nostra volontà (ammesso che essa esista nella misura normalmente avvertita)? Probabilmente è data dalla facilità con cui situazioni all’apparenza simili possono portare a nostri comportamenti all’apparenza differenti o persino opposti. Ma è come nel gioco dello Shangai. Noi non siamo liberi di fare ciò che vogliamo, così come non sono liberi i bastoncini colorati di disporsi in un certo modo.
Ultima di questo post. Se ogni scelta e comportamento sono obbligati come qui si sostiene (anche provocatoriamente), ciò significa pure che, disponendo di un’appropriata capacità di calcolo, essi si possono prevedere in anticipo. Questa riflessione ne suggerisce un’altra più drastica. E cioè che disponendo di un’adeguata massa di dati e di un’infinita capacità di calcolo si sarebbe potuto prevedere perfino l’intero corso dell’universo (il destino di ogni singola stella o pianeta, di ogni molecola o essere vivente, di ogni amore umano o extraterrestre)… fin dai primi attimi del Big Bang. Forse è quello che ha fatto Dio, che se esiste può di certo contare su una immensa capacità di elaborazione matematica. Forse Dio ha previsto fin dall’inizio dell’universo ogni minimo aspetto, ogni irrilevante dettaglio dello sviluppo futuro del cosmo. Non è una cosa impossibile, a pensarci bene. Solo immensamente complicata.
o cambiato l'impostazione del post, prima basato sulla possibilità di tornare nel passato per operare scelte diverse da quelle che si sono fatte. Ho concentrato l'articolo sui molti dubbi che esistono (almeno in me) sul libero arbitrio, sulla nostra supposta capacità di scegliere. Probabilmente il succo del mio post potrebbe essere riassunto dalla malinconica e suggestiva canzone di Riccardo Cocciante "Era già tutto previsto". Era già tutto previsto fino al punto che sapevo che oggi tu mi avresti detto quelle cose che mi dici che non siamo più felici che io sono troppo buono che per te ci vuole un uomo che ti sappia soddisfare che non ti basta solo dare ma vorresti anche avere nell'amore ma quale amore ... Oh yeaaahhhh!!!!:-)
RispondiEliminapostato da Mio Capitano il 26/06/2007 16:13
Per una volta posso dire di essere "quasi" d'accordo con te. Vado a farmi n caffè, rileggo bene poi.. La canzone però...nà tristezza!
postato da monica il 26/06/2007 16:33
già
postato da ste il 26/06/2007 16:56
Ste, questo sì che è un signor commento articolato. :-)
postato da Mio Capitano il 26/06/2007 17:25
Un lungo post, certamente non meno lungo del solito. Ma lo trovo estremamente impegnativo per tutti, per l'argomento, per lo sviluppo, per la portata verso altro, come l'interrogativo primordiale: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo.... Il libero arbitrio non esiste. siamo intruppati in un sistema controllore. Sono piccoli sbuffi della tua anima e ti appaiono così mmensi da farti ritenere libero. La libertà cos'è? Liberarsi del sè, delle proprie esigenza, dei propri bisogni...delle proprie aspettative. O realizzarli tutti insieme? Il nostro fine è principalmente perpetuare la specie, e tutto il resto sono piccole astuzie per andare incontro a questo nostro ineluttabile destino. Astuzie del Creatore, astuzie personali, per assicurarti e assicurare alla tua prole una buona sopravvivenza. Non c'è altro. E invece c'è tutto il resto. Il mestiere di vivere è un'arte dalle mille astuzie, ma non lo percepiamo, e viviamo convinti di essere LIBERI!
postato da ariel il 26/06/2007 17:32
C'è un altro aspetto e qui forse mi contraddico: Qualcosa di previsto c'è. (Ma non contraddico in essenza il senso del mio commento precedente) Qualcosa di previsto c'è, ma in forma più intima al tuo essere, al se avessi preso quel treno e non quell'altro... Qualcosa di previsto, nel Caos che ci governa. Ma il chimiscmo nn è un caso, l'Universo non è un caso. Se fossi nata con un padre artista o contabile dell'Universo, c'entra il caso e il resto è prevedibile, a meno che l'imprevedibile, diventi lì dietro l'angolo a modificare in maniera drastica il Destino. Niente è a caso, nemmeno la scelta del patner, neanche la scelta del tuo lavoro. Tutto è nel DNA. E' difficile il mio pensiero? Perchè dipingere e fare un quadro era dentro di te, ma non lo sapevi. Arriva poi per caso un giorno e lo scopri.... E così via
postato da ariel il 26/06/2007 17:45
Ho preso spunto dal tuo post su Napoli. Vuoi vedere? Ciao Capitano, un abbraccio
postato da sergio il 26/06/2007 19:11
Mio capitano io VOLGIO influenzare?? no scherzpo è una sfida con un mio amico e volevo dimpostrare il mio" disprezzo" verso questi miti del rock.. solo per FARLO INCAZZARE NON PER ALTRO... e poi fargli vedere che Vasco è Vasco..:-d a presto carissimo
postato da jam il 26/06/2007 20:03
UN MIO AMICO DI USCITE ANCHE TI quota.. OVVERO HAI APERTO UNA SPECIE DI DISPUTA:-D GRAZIE:-d
postato da jammc il 26/06/2007 22:15
Sono d'accordo con te. Le scelte che facciamo non sono poi così "scelte" ma sottili induzioni dovute a quello che ci gira intorno. E poi c'è il Caso, da non sottovalutare. Quello che ti colpisce quando non te lo aspetti. E lì l'unica cosa che puoi scegliere è il disinfettante da usare. :o)
postato da margot il 26/06/2007 23:00
Naturalmente il problema del libero arbitrio è un po' più complicato di come riassunto qui nel poco spazio a disposizione. Un altro aspetto da prendere in considerazione è se le nostre scelte siano influenzate dalla nostra volontà. E se anzi la nostra volontà sia davvero la no0stra volontà. E' venuto il momento di citare una frase attribuita a Voltaire. E cioè "Io sono libero quando posso fare ciò che voglio, ma non sono libero DI VOLERE CIO' CHE VOGLIO". ai prossimi giorni con altri interventi su questo tema. :-)))
postato da Mio Capitano il 27/06/2007 00:14
E dunque risulta spontaneo chiedersi: quale fattore avrà influito sulla scelta del Capitano di scrivere un post sul libero arbitrio? Eheheh... Riflessioni sempre molto acute, hai ragione. Splendida l'immagine dello Shangai. Oltre ad avermi sempre affascinato, anche per l'apparente semplicità e la pazienza che richiede, hai aggiunto una macchia di colore alla riflessione. Buona serata A.
postato da Anathea il 27/06/2007 00:28
Rispondo più tardi agli amici. Per ora voglio pubblicare un mio commento del primo maggio 2006 che ho letto per caso. Mi ha fatto ridere così tanto che ora lo inserisco nella colonna laterale. Oggi è il primo maggio. Si riscontra una giornata coperta a a Napoli. Dalla finestra posta a occidente è possibile notare alcune nuvole che tuttavia non giustificherebbero l'assenza del sole. E' possibile che il cielo a est sia più ingombro di nubi. La temperatura si mantiene sui livelli stagionali, la visibilità è buona.
postato da Mio Capitano il 27/06/2007 12:58
Ho letto il tuo post un minuto dopo la sua pubblicazione, ma non lo commento perchè troppe sono le considerazioni che mi vengono in mente. Penso sia meglio astenersi che fare un commento di tre righe che non dice niente.
postato da alessandro il 27/06/2007 13:09
Oh Capitan Bernacca!!Facevi anche le previsioni del tempo? Ah, ma io avrei pubblicato un altro commento del maggio 2006..ma io son io..e a te non piacciono le polemiche, no? Io le faccio pure a scoppio ritardato, quando mi girano....:-)) Va beh, mi titiro, tanto questa mi sa che la capiamo solo io e te. E comunque..con la frase di Voltaire mi hai bruciato il commento!!
postato da monica il 27/06/2007 13:12
Allora, eccoci qui alla riflessione sulla libertà e sul libero arbitrio. Le considerazioni sulla frase di Voltaire dovranno ancora aspettare. L'unico serio elemento emerso finora che potrebbe giustificare la presenza di una certa indeterminatezza di destino (indeterminatezza che potrebbe somigliare alla libertà e al libero arbitrio) è il caso, l’elemento non previsto che irrompe nella nostra vita. Come dice ariel e come si diceva pure nel film “Sliding doors”, cosa sarebbe successo della mia vita se avessi preso un treno invece di un altro? Effettivamente prendere un treno al posto di un altro può portare a un notevole cambiamento – e in certi casi a un totale sovvertimento – nei dati di una certa situazione esistenziale. Il treno potrebbe avere un ritardo impedendoci di prendere una decisione importante, un matrimonio, l’accettazione di un lavoro che potrebbe condizionare la nostra vita. Sul treno potremmo discutere con una persona capace di farci cambiare idea su determinate situazioni, oppure potremmo vivere un’esperienza traumatica, una rapina, un incidente, che modifica il nostro stato d’animo e la nostra disposizione mentale. Prendere un treno al posto di un altro potrebbe contribuire a cambiare la nostra vita e a rendere meno prevedibili le nostre decisioni. Eppure l’esperienza ci dice che cose di questo genere succedono più nei film che nella realtà. Cambiare un treno non ci cambia la vita. Non ci fa decidere di fare cose che normalmente non avremmo fatto. Quante persone possono dire “Ho fatto un incontro casuale, ho avuto un inconveniente fortuito che ha del tutto cambiato il corso della mia esistenza? In realtà, anche se il treno o chi per esso può mandarci a monte un certo matrimonio o una certa carriera lavorativa, l’esperienza ci dice che presto avremo un altro matrimonio o un altro lavoro e che probabilmente sia il nuovo matrimonio che il nuovo lavoro somiglieranno a quelli a cui abbiamo dovuto rinunciare.
postato da Mio Capitano il 27/06/2007 13:33
Io non sono libero di volere ciò che voglio, mi piace. Mi piace la citazione da Voltaire è un bel concetto ma è una interpretazione poco moderna, infatti è di un illuminista e Lui era dell' '800. E ancora non aveva conosciuto i Media, la comunicazione e il Villaggio Globale. Non pensi che rispetto ai nostri nonni siamo monocordi e poco fantasiosi, quando la fantasia la tiriamo via da come altri su uno schermo diventano modelli? E poi ciao.
postato da ariel il 27/06/2007 13:58
Il mio curriculum è talmente chiaro...che mi pigliano per raccomandata da mio marito:(((( visto che ho lavorato 10 anni con lui! Vabbè! Va tutto così, hai trovato la mia mail? Il mio amico non lo sento da un pò ha ancora esami e a sua volta prepara privatamente alcuni musicisti che devono fare esami...è un casino questo periodo! Alla figliola hanno confermato il distinto agli esami!...Ma ora devi dirmi tu qualcosa di te...un bacione SMACKKKK Per il tuo articolo...libero arbitro uhmmm! ok mi reputo un essere nato libero, su questo non ho dubbi ma rifletto su una cosa spesso...se io agisco a modo mio e so che in quel modo potrei fare male ad altri? Non sarei più me stessa e addio libero arbitrio! To be or not to be? Meglio una brutta verità o una bella bugia? Uffa che cosa complicata, mi sono svegliata da meno di un'ora...smack
postato da infondoaimieiocchi il 27/06/2007 13:59
Temo che Alessandro abbia ragione. Ma l'ultima parte del commento non ti pare troppo pessimista? Se cadono pure le illusioni..che ci resta?
postato da monica il 27/06/2007 14:08
monica, ammetto di forzare un po' determinate situazioni a scopo provocatorio (anche se certe cose le penso davvero). Ci sarà comunque da ridere quando citerò la psicostoria di Isaac Asimov e il citato Voltaire. :-) infondoaimieocchi, non vorrei essere nei panni del tuo amico musicista, con tutti quegli esami da fare. Come lo capisco! Ho una mezza idea che tra poco il nostro amico se ne andrà al mare e farà perdere le sue tracce. Quindi se tu non dovessi più avere sue notizie non ti preoccupare, non ce l'ha con te, è solo che non ti parla perché si vuole disintossicare dal ritmo frenetico della vita moderna. ariel, non credo che sia colpa della mancanza di fantasia, ma di come siamo fatti. Alessandro, capisco la tua scelta. Anathea, nessun fattore ha influenzato la scelta. Questo era un post che avevo intenzione di scrivere da quasi un anno. Margie Margot, l’unica speranza è data dal Caso. Jam, Vasco Rossi è bravo, ma i Rolling Stones sono tra i personaggi musicali del ventesimo secolo. Sergio, Napoli croce e delizia. Ieri ci hanno tolto l’immondizia da fuori il rione.
postato da Mio Capitano il 27/06/2007 15:01
Schopenhauer sarebbe d'accordo con te, credo. Ha influenza su tutti noi, anche se non ce ne rendiamo conto, un po' come succede a tutti i Grandi. Ciao :-)
postato da Amfortas il 27/06/2007 18:00
Ah, mi hai fregato sul filo di lana perchè stavo proprio per dire che sei stato influenzato dalla psicostoriografia di Hari Seldon, nato nell' 11.988 dell' E.G. e morto nel 12.069. Va be' allora dirò che questa è la filosofia islamica del -mahctub- (era scritto) da cui nascono i cosiddetti "martiri". E' comunque una teoria rigida e pericolosa che non condivido. Ogni attimo della nostra vita ci pone di fronte ad infinite scelte, ed ogni scelta ne determina altrettante e tutte diverse. Comunque queste scelte, pur parzialmente condizionate da fattori esterni, dipendono essenzialmente dalla nostra volontà e cioè dal libero arbitrio. Se così non fosse nessuno sarebbe responsabile dei suoi atti. Anche Hitler, in questo caso, sarebbe innocente! Mi pare poi, ma entro in un campo in cui non ho sufficienti conoscenze, che un certo parallelismo si possa riscontrare con il principio di indeterminazione di Heisenberg: non è possibile conoscere simultaneamente posizione e quantità di moto di un dato oggetto con precisione arbitraria. Comunque un bel post che fa discutere! (anche da me hanno tolto un po' di spazzatura. Speriamo bene). Ciao.
postato da sergio il 27/06/2007 19:06
Ecco la frase di Voltaire: “Io sono libero quando posso fare ciò che voglio, ma non sono libero di volere ciò che voglio”. Cerchiamo di capire cosa essa possa significare. Tutti noi abbiamo un precisa personalità, una identità creatasi nel corso della nostra esistenza. Questa personalità ci porta ad avere una VOLONTA’, cioè a desiderare di voler fare determinate cose, ad avere certi desideri e ambizioni. Questa nostra personalità crea un nostro comportamento, cioè un nostro modo di reagire agli stimoli esistenziali, che è diverso da quello di qualsiasi altro uomo. La domanda successiva è: abbiamo scelto noi di avere quel determinato comportamento, quella determinata volontà? La nostra personalità è data da qualcosa collegata a un nostro atto volitivo e cosciente? In sostanza, la nostra volontà è davvero la nostra volontà o il frutto di interazioni accidentali su cui non abbiamo il minimo controllo? Sarebbe facile dimostrare che il nostro ecosistema mentale è forgiato da influenze innate e acquisite. Il patrimonio biologico ereditato dai nostri genitori – cioè quella serie di istruzioni genetiche che determinano la nostra macchina mentale e una nostra tendenziale indole o temperamento - è frutto di combinazioni casuali che non abbiamo scelto noi. E anche l’ambiente in cui ci troveremo a vivere, anche le esperienze che plasmeranno (interagendo con il nostro patrimonio di istinti) la nostra personalità e quindi la nostra volontà dipendono da circostanze non controllabili. Non scegliamo noi di nascere in una famiglia ricca del primo mondo o in una bidonville brasiliana, di frequentare scuole della buona borghesia o la scuola del ghetto, di avere un genitore colto fautore delle buone letture e del pensiero critico o di avere un babbo delinquente e alcolizzato sponsor del crimine e dello spaccio di droga. Non scegliamo nemmeno noi se essere tirati su a forza di sorrisi o di sganassoni. Eppure tutte queste (fortuite) influenze ereditarie e acquisite formano la nostra volontà, determinano i nostri desideri e le nostre aspirazioni. La libertà in definitiva consiste nel poter fare ciò a cui ci predispongono il nostro (casuale) patrimonio genetico e la nostra (ancora più casuale) educazione ambientale. (E tutto ciò senza entrare nel delicato campo dei potenti condizionamenti operati dalla società attraverso la pubblicità, la televisione, i tristi e demenziali modelli umani vincenti reclamizzati dovunque e le mille e insidiose forme che può assumere ai nostri giorni la propaganda politica o peseudoculturale. La capacità di condizionamento della società attraverso regole, suggerimenti, minacce, messaggi più o meno subliminali, premi e punizioni è tale che secondo alcuni la nostra esistenza non sarebbe poi tanto diversa da quella delle cavie da esperimento guidate lungo certi percorsi da scariche elettriche e saporiti bocconi). In altre parole, prendendo in prestito una frase di Piero Angela: “La libertà consiste nel poter esprimere, senza impedimenti, i propri CONDIZIONAMENTI”.
postato da Il nostro canto libero? il 27/06/2007 21:27
Quest'ultimo tuo commento è quasi un post. Penso ai miei molto, molto piccoli ed essenziali.Potrei di più? Si. Ma tornando a Voltaire l'interpretazione che ne dai è ineccepibile, ti assicuro che mi schianta. Ribadisco cosa ho già commentato nel mio precedente. Si Voltaire non conosceva questi ultimi nostri condizionamenti, ma convengo con te che di altri, intimi, sociali, culturali, genetici, noi siamo fatti. Noi uomini del XXI secolo e Lui Illuminista del XVIII secolo. Altri condizionamenti Lui che indossava Boh...la calzmaglia e noi in MP3 e auricolare. Sempre collegati, sempre soli. Ora come allora: intimo destino dell'uomo. Mi piacerebbe un bel post sul Distacco, ma lo srivo io. Baci
postato da ariel il 27/06/2007 23:22
E poi ci sarebbe tutta la Storia della mente e della Biologia della Mente. Mente e cervello non coincidono ma non sono inscindibili. Ma è un altro Post. Besos
postato da cl.ali il 27/06/2007 23:27
...no..non Dio ma noi..solo noi prima di venire qui abbiamo scelto di fare quel determinato percorso..con quelle precise scelte che ci avrebbero portato dove dovevano portarci... E' solo che diventando adulti non ci ricordiamo più quale era la missione che abbiamo scelto per questa vita che stiamo vivendo :) Liva
postato da Liva il 27/06/2007 23:45
annosa questione quella del libero arbitrio! sono così tanti i condizionamenti che alla libertà non resta che un piccolo spazio... ciao!
postato da bluantho il 28/06/2007 08:16
è una vita che lo sostengo, che non esiste libertà. Crediamo di scegliere . Anche le bocce da biliardo , se avessero un'anima crederebbero di scegliere dove andare. Mi piacciono le immagini da te scelte . Non ho capito se sei uomo o donna: ti chiami Miocapitano ma pare che i bellimbusti tentino di rimorchiarti. Ma non ha importanza
postato da franz il 28/06/2007 13:01
Piccole risposte. Sono senz'altro maschio, franz, e tra l'altro ho la ventura di chiamarmi alla tua stessa maniera. Qui a Napoli abbiamo delle splendide e fulminanti risposte per soddisfare interrogativi come quello che proponi, ma poiché siamo in un luogo dove ci sforziamo di seguire le maniere civili mi asterrò da ricorrere alla poetica e musicale lingua napoletana. Ciao Franz :-)
postato da Capitan Franz il 28/06/2007 14:08
Il mio pensiero è molto vicino al tuo, l'argomento mi ha ispirato in passato molte di queste riflessioni. Calzante la similitudine con il gioco di società. Vedi, quando mi sembra di essere indecisa tra due scelte e di poter optare per l'una o per l'altra, una volta prossima al momento di compierle, ho l'impressione che qualcuno o qualcosa decida per me. E allora in effetti, resta una cosa soltanto da fare.
postato da spektra il 28/06/2007 15:01
hahahahhaha Franz chi è che ti voleva rimorchiare? secondo me un po' di arbitrio ce l'abbiamo altrimenti il cervello a che serve ops...dimenticavo che sono pochi quelli che lo usano hahahahah pronto x la passeggiata? ci sentiamo presto al tel baci Angie
postato da Jolinne il 28/06/2007 16:40
e il tuo baricentro è in abruzzo?
postato da ste il 28/06/2007 23:22
L'ultima volta che ho controllato, ste, il mio baricentro era a Napoli.
postato da Mio Capitano il 29/06/2007 01:01
non direi! attenzione agli effetti collaterali, però... ciao!
postato da bluantho il 29/06/2007 09:37
Ho postato un post sul distacco. Sei invitato. Saluti
postato da ariel il 29/06/2007 12:21
Esercito di cuori sognanti, concerti di guai, non ancora scoperti, infrangersi di onde arrabbiate su cuscini di sale, ...lacrime di solitudine e dolore, ma non si puo' restare in quegli angoli bui di un mondo di altri, la vita ti chiama al centro del campo, un giardino di fiori, senza padroni. E' il vento che sparpaglia autunni, ricordi, immagini, grandi amici del cielo, è un tuffo nel cuore di giorni da raccontare ...il Sole continua ostinato, il suo calore, il suo bagliore, quei raggi li vedi anche tu? Ovunque tu sia, io sono con te. Ti offro una spalla su cui riposare, ti offro un cuscino... un cuscino di piume e di sogni, in un giardino di fiori, ... senza padroni. apache un abbraccio indio
postato da invisibili il 29/06/2007 14:12
Pensierino del giorno. Mazza che fiacca sul blog. Mo' ve metto un po' de donne nude e vediamo se ci svegliamo tutti.
postato da Mio Capitano il 29/06/2007 18:52
Rispondo alla tua domanda: Leggi bene il POST e capirai.
postato da Solomania il 29/06/2007 22:31
Ciao Capy, è da un pò che non passo di qua, si c'è fiacca sui blog...ti auguro un buon we... Matriwoman
postato da lu il 30/06/2007 01:54
sorry...link non conforme alle norme di cortesia, questo è corretto, bye! sempreMatrix
postato da lu il 30/06/2007 02:03
Buongiono Capitano! Ho letto il tuo post "il primo commento al post" credo di doverlo memorizzare. Buon caffè e week end
postato da ariel il 30/06/2007 11:54
Mai, come in questo periodo, ho avuto la sensazione di NON essere libera. Ogni mio gesto, ogni mio pensiero, ogni mia scelta (scelta? Quale scelta?), viene modificata in funzione di qualche avvenimento che non dipende da me, ma dalle persone che mi circondano. Se tutto quello che ci succede è già stato calcolato da Dio, beh, forse è ora che cambi le batterie al suo calcolatore, perché i conti non tornano! (urlo alla Braveheart: LIBERTAAAA’!!!)
postato da laracchia il 30/06/2007 12:46
Mi appoggio al commento di Angelica: un po’ di libero ce lo dobbiamo avere altrimenti a che ci serve avere un cervello? Naturalmente una risposta a questo tema richiederebbe ciò che a Napoli definiamo un “papiello” (cioè un discorso lungo e spropositato. Mi limiterò a dire che il cervello non serve per esseri liberi. Il cervello umano serve a individuare il vantaggio personale (un vantaggio realisticamente conseguibile) e a cercare di ottenerlo. Dato che siamo esseri dotati della capacità di astrazione, il vantaggio personale può assumere forme singolari e strane. Talvolta esso può essere percepito come la vittoria di un’idea, di un simbolo, di una bandiera e perfino di una squadra di calcio che ci stanno a cuore (ciò si verifica quando ci “identifichiamo” in un ideale o in un gruppo di persone, i cui successi e le cui sconfitte saranno quindi percepiti come i nostri successi e le nostre sconfitte). In taluni casi il vantaggio di queste nostre appendici ideali può essere ritenuto abbastanza importante da portare al sacrificio della nostra stessa vita (è il caso degli eroi, posto che ne sia rimasto ancora qualcuno in giro per questa valle di lacrime). In ogni situazione, ogni mente, basandosi sul proprio personale ecosistema di memorie e apprendimenti, individua una e una sola scelta favorevole e attua i comportamenti necessari per conseguirla. Naturalmente le cose sono molto più complicate di come qui sinteticamente detto, ma cercheremo di accontentarci. Un saluto a tutti gli amici del blog e l'augurio di godervela pazzamente sotto gli ombrelloni facendo vantaggiosi incontri di fusti e maliarde in costume. za-zà. :-)
postato da Mio Capitano il 30/06/2007 14:43
Eppure si vive, eppure si sgisce, eppure non ci si pensa, altrimenti si starebbe fermi in attesa dello stimolo esterno più evidente, più forte di quello nato dentro di noi. E' normale che sia così, noi siamo, ma la composizione è mista di istinto e di stimoli. Nonchè di ricordi, esperienze quando si cominciano a stratificare. P.S. Mio Capitano, ti voleva rimorchiare un bellimbusto???? allora sei RAGAZZA???? Grande!!! Una femmina MioCapitano? Ciò mi ha colto di sorpresa, ora debbo rifare questo pezzetto di fantasia. Allora, 1 bacione.
postato da stregagatta il 30/06/2007 21:24
invito te e tutti i tuoi numerosi fan a dare un'occhiatina al mio blog di Tiscali. C'è un bimbo di 11 anni che ha bisogno di noi: basta un piccolo, piccolissimo sforzo da parte nostra. Se saremo tanti il piccolo aiuto diventerà grande. Perdonami se sfrutto il tuo blog ma sono certo che mi scuserai. Sergio.
postato da sergio.bertoni il 01/07/2007 05:38
hola amico... che si dice?? shangai giurassicparc... oddio che post stupendo!!:-D sei un grande a risentirci presto, cio
postato da jammc il 01/07/2007 19:09
che le cose vadano conseguenzialmente partendo da un inizio è verissimo... ma questo non presuppone che non esista il libero arbitrio. D'altronde quell'inizio qualcuno deve pure deciderlo. Sai, credo sia tutto più semplice (si fa x dire!): a volte abbiamo la sensazione di essere liberi. Altre volte lo siamo davvero. Il problema è che non ne capiamo la differenza!!! ;)
postato da Lara il 02/07/2007 14:31
Nel post precedente (molto più filosofico) accennavi ad un po' di fiacca (anche se i commenti non sono certo mancati). Ora, con tette e culi, è arrivata la pioggia! Avevi ragione! sergio
postato da sergio il 03/07/2007 18:42