Primo anno di liceo. Ho 14 anni, forse nemmeno. Quell’anno sento parlare di cose nuove e rivoluzionarie, che sembrano avere il potere di sconvolgere la società e terremotare le tue conoscenze. Una di queste cose rivoluzionarie di cui si fa un gran parlare è un film. Si chiama L’esorcista ed è uscito in America già da diversi mesi provocando, si dice, sconquassi peggiori di una squadra di dirottatori su Cuba. L’esorcista ha fatto svenire caterve di persone nelle sale americane, in qualche caso non le solite vecchine baciapile, ma vigorosissimi omaccioni. Alcuni sventurati caduti in deliquio a causa dell’incontro ravvicinato con il Maligno non si sono ripresi più, si dice ancora. Qualcuno giura che le famiglie delle vittime dell’Esorcista abbiano intentato causa alla casa produttrice del film e tutti si dicono certi che vinceranno il processo a occhi chiusi. Del fenomeno Esorcista ha parlato pure il presidente americano Nixon, ma pare che in questo momento abbia altre e più grosse gatte da pelare.
Il film è ormai nelle sale italiane, ma ancora in prima visione, dunque in posti inaccessibili alle tue tasche. Inoltre è vietato ai minori di diciotto anni. E’ un problema, perché nei cinema di prima visione non farebbero mai entrare un quattordicenne come te, anche se ben piantato. Il discorso tuttavia potrebbe cambiare dal giorno alla notte quando la pellicola più spaventosa di tutti i tempi approderà nelle terze visioni di periferia, dove, lo sanno pure le pietre, darebbero libero accesso anche a un moccioso col lecca lecca a un film di Salvatore Samperi purché sganci la materia prima necessaria.
L’attesa è alimentata da voci incontrollate provenienti da ogni dove. Prima di tutto c’è il solito compagno di classe che giura sulla tomba della madre, ancora viva e vegeta, che lui L’esorcista l’ha già visto in prima visione. Ha sgraffignato un biglietto gratuito a quel faccendiere di suo padre e… ha visto l’inconcepibile. La classe al completo si riunisce accanto all’ammirato spettatore dell’orrore allo stato puro, anche se più di uno nutre dubbi sulle sue sparate. Cominciano le ragazze. E’ davvero un film così spaventoso? Di più, non andatelo a vedere se volete dormire la notte. E la scena del vomito verde o della testa che ruota sul collo? Tutto vero al cento per cento. Anche la pipì addosso? Ci potete giurare, ma questo è niente, c’è ben altro. Qui le fanciulle abbandonano il campo disgustate, ma i boys restano accampati sul posto avidi di particolari sul sangue sul crocifisso usato come fallo dalla ragazzina terribile. Seguono altre spiegazioni, ora più inclinanti sul filosofico che sullo scabroso, come l’accenno a un certo medaglione che compare alla fine del film il cui significato simbolico pare essenziale per comprendere la storia. O come le lodi alla colonna sonora, “Tubular bells” di Mike Oldfield, l’unico punto in cui gli ascoltatori si sentono alla pari con chi parla perché hanno sentito quel pezzo musicale alla Hit Parade radiofonica di Lelio Luttazzi.
Passa il tempo. Le voci sul film continuano a peggiorare. Si sprecano le battute sugli analisti che dovrai arricchire per superare i traumi psicologici successivi alla visione dell’Esorcista. Poi viene l’evento sconvolgente, quello che ti fa chiedere se valga la pena di rischiare la tua sanità mentale per vedere un film sia pure sulla bocca di tutti. Tuo fratello più grande, un essere impavido capace di attaccare briga con brutti ceffi grossi il doppio di lui… si comporta d’un tratto in modo inspiegabile. La sera precedente non riusciva a prendere sonno, lui che di solito mette la testa sul cuscino e saluta il mondo. Non solo non dormiva, ma sembrava aver paura di qualcosa. Sì, che strano. Per una volta ha rinunciato a trattarti da postlattante o a darsi arie da grand’uomo che ascolta i Led Zeppelin ed è a un passo dal combattere la Rivoluzione sulle barricate. Il giorno dopo vieni a sapere, da tua madre, che tuo fratello ha visto L’esorcista . Ci è andato con la sua comitiva di balordi soprattutto per fare casino e disturbare la visione agli altri. Ma una volta sedutosi nelle prime file del cinema quasi pieno, a lui e agli amici balordi è passata ogni voglia di ridere. Tua madre non lo dice, ma pare proprio la storia di quelli che andarono per suonare e furono suonati.
E’ venuto il momento ormai più temuto che atteso. L’esorcista, il più agghiacciante film di tutti i tempi è arrivato al cinema del tuo quartiere. Hai paura di andarci, ma ormai è una prova di coraggio a cui non puoi rinunciare se vuoi continuare a chiamarti uomo. I problemi come al solito non vengono mai da soli. Tutti i tuoi non molti amici giurano che hanno già visto il film o che hanno da fare. Prendi la risoluzione finale. Vai al cinema da solo. Sembra pura temerarietà, ma potresti avere un vantaggio su tuo fratello e gli altri sinistrati dal film. Hai già sentito parlare di quella storia in lungo e in largo, questo forse ti aiuterà ad avere meno paura.
Le sei di sera. Do i soldi alla cassiera del cinema. Quella afferra la grana e non si sogna nemmeno di dirmi che non ho l’età per entrare. Il cinema è pieno. Confusione da non dire, una baraonda. Fumo di sigaretta a gogò. Aria attraversata da ogni genere di battuta triviale. Ottimo, si dice un certo ragazzino che ancora non ha smesso di tremare. Quello è l’ambiente adatto per non farti sentire paura. Via le luci, inizia il film. La cosa brutta è che a un tratto nessuno parla più. Per fortuna quando la scena si sposta in dall’Iraq alla casa americana dell’attrice Chris MacNeil il frastuono aumenta. Aumentano pure imprecazioni in dialetto e risate scomposte. Bene così, mi dico, tutta quella caciara è pura manna dal cielo. La baraonda è molto benaccetta sia nella scena dei topi in soffitta, sia in quella della scritta “help me” incisa sulla pelle della sventurata dodicenne Regan, sia soprattutto in quella dei mobili che si spostano da soli nella camera o, infine, nella parte dell’indemoniata che vomita oscenità infilandosi il crocefisso proprio lì dove aveva detto il compagno di classe fanfarone.
Rido anch’io con gli altri. Sono contento perché finora non si è verificato l’atteso tracollo psichico. Reggo bene l’interrogatorio sotto ipnosi dell’indemoniata e riesco perfino a sentirmi un piccolo eroe nella famigerata fase del vomito. Ma al momento dell’esorcismo l’atmosfera si fa tetra. Nessuno ride più. Poche le voci in sala e molto il fumo di sigaretta che ti aggredisce ogni poro epidermico scortato dalle bestemmie immonde del demonio. Sconfitto Karras con un trucco psicologico, il Maligno uccide padre Merrin. Qui ho paura. Che alla fine vinca il Male? mi chiedo nel silenzio irreale della sala. Niente affatto. Karras – ribattezzato “il prete giovane” a furor di popolo - torna nella stanza dell’invasata. Quando il demonio lascia il corpo della giovane Regan per entrare nel suo, si getta dalla finestra uccidendo se stesso, ma sconfiggendo il Male.
Il film è finito. Partono colonna sonora e titoli di coda. E’ tempo di andare. Ho ancora i capelli elettrizzati per le ultime scene e c’è un brivido gelido che non ne vuole sapere di lasciare la mia schiena. Eppure sono contento. Ho visto il peggiore incubo a due dimensioni di tutti i tempi, l’ho visto andando a cinema da solo e ho ancora la forza di camminare per le strade scure del mio quartiere. Non sono impazzito, anche se la prova delle prove, lo so, verrà stanotte, nel mio letto buio. In ogni modo so già che, magari con qualche difficoltà maggiore del solito, dormirò. Lo so.
Fuori dal cinema vorrei quasi fischiettare: forse oggi sono diventato un uomo.
Il film è ormai nelle sale italiane, ma ancora in prima visione, dunque in posti inaccessibili alle tue tasche. Inoltre è vietato ai minori di diciotto anni. E’ un problema, perché nei cinema di prima visione non farebbero mai entrare un quattordicenne come te, anche se ben piantato. Il discorso tuttavia potrebbe cambiare dal giorno alla notte quando la pellicola più spaventosa di tutti i tempi approderà nelle terze visioni di periferia, dove, lo sanno pure le pietre, darebbero libero accesso anche a un moccioso col lecca lecca a un film di Salvatore Samperi purché sganci la materia prima necessaria.
L’attesa è alimentata da voci incontrollate provenienti da ogni dove. Prima di tutto c’è il solito compagno di classe che giura sulla tomba della madre, ancora viva e vegeta, che lui L’esorcista l’ha già visto in prima visione. Ha sgraffignato un biglietto gratuito a quel faccendiere di suo padre e… ha visto l’inconcepibile. La classe al completo si riunisce accanto all’ammirato spettatore dell’orrore allo stato puro, anche se più di uno nutre dubbi sulle sue sparate. Cominciano le ragazze. E’ davvero un film così spaventoso? Di più, non andatelo a vedere se volete dormire la notte. E la scena del vomito verde o della testa che ruota sul collo? Tutto vero al cento per cento. Anche la pipì addosso? Ci potete giurare, ma questo è niente, c’è ben altro. Qui le fanciulle abbandonano il campo disgustate, ma i boys restano accampati sul posto avidi di particolari sul sangue sul crocifisso usato come fallo dalla ragazzina terribile. Seguono altre spiegazioni, ora più inclinanti sul filosofico che sullo scabroso, come l’accenno a un certo medaglione che compare alla fine del film il cui significato simbolico pare essenziale per comprendere la storia. O come le lodi alla colonna sonora, “Tubular bells” di Mike Oldfield, l’unico punto in cui gli ascoltatori si sentono alla pari con chi parla perché hanno sentito quel pezzo musicale alla Hit Parade radiofonica di Lelio Luttazzi.
Passa il tempo. Le voci sul film continuano a peggiorare. Si sprecano le battute sugli analisti che dovrai arricchire per superare i traumi psicologici successivi alla visione dell’Esorcista. Poi viene l’evento sconvolgente, quello che ti fa chiedere se valga la pena di rischiare la tua sanità mentale per vedere un film sia pure sulla bocca di tutti. Tuo fratello più grande, un essere impavido capace di attaccare briga con brutti ceffi grossi il doppio di lui… si comporta d’un tratto in modo inspiegabile. La sera precedente non riusciva a prendere sonno, lui che di solito mette la testa sul cuscino e saluta il mondo. Non solo non dormiva, ma sembrava aver paura di qualcosa. Sì, che strano. Per una volta ha rinunciato a trattarti da postlattante o a darsi arie da grand’uomo che ascolta i Led Zeppelin ed è a un passo dal combattere la Rivoluzione sulle barricate. Il giorno dopo vieni a sapere, da tua madre, che tuo fratello ha visto L’esorcista . Ci è andato con la sua comitiva di balordi soprattutto per fare casino e disturbare la visione agli altri. Ma una volta sedutosi nelle prime file del cinema quasi pieno, a lui e agli amici balordi è passata ogni voglia di ridere. Tua madre non lo dice, ma pare proprio la storia di quelli che andarono per suonare e furono suonati.
E’ venuto il momento ormai più temuto che atteso. L’esorcista, il più agghiacciante film di tutti i tempi è arrivato al cinema del tuo quartiere. Hai paura di andarci, ma ormai è una prova di coraggio a cui non puoi rinunciare se vuoi continuare a chiamarti uomo. I problemi come al solito non vengono mai da soli. Tutti i tuoi non molti amici giurano che hanno già visto il film o che hanno da fare. Prendi la risoluzione finale. Vai al cinema da solo. Sembra pura temerarietà, ma potresti avere un vantaggio su tuo fratello e gli altri sinistrati dal film. Hai già sentito parlare di quella storia in lungo e in largo, questo forse ti aiuterà ad avere meno paura.
Le sei di sera. Do i soldi alla cassiera del cinema. Quella afferra la grana e non si sogna nemmeno di dirmi che non ho l’età per entrare. Il cinema è pieno. Confusione da non dire, una baraonda. Fumo di sigaretta a gogò. Aria attraversata da ogni genere di battuta triviale. Ottimo, si dice un certo ragazzino che ancora non ha smesso di tremare. Quello è l’ambiente adatto per non farti sentire paura. Via le luci, inizia il film. La cosa brutta è che a un tratto nessuno parla più. Per fortuna quando la scena si sposta in dall’Iraq alla casa americana dell’attrice Chris MacNeil il frastuono aumenta. Aumentano pure imprecazioni in dialetto e risate scomposte. Bene così, mi dico, tutta quella caciara è pura manna dal cielo. La baraonda è molto benaccetta sia nella scena dei topi in soffitta, sia in quella della scritta “help me” incisa sulla pelle della sventurata dodicenne Regan, sia soprattutto in quella dei mobili che si spostano da soli nella camera o, infine, nella parte dell’indemoniata che vomita oscenità infilandosi il crocefisso proprio lì dove aveva detto il compagno di classe fanfarone.
Rido anch’io con gli altri. Sono contento perché finora non si è verificato l’atteso tracollo psichico. Reggo bene l’interrogatorio sotto ipnosi dell’indemoniata e riesco perfino a sentirmi un piccolo eroe nella famigerata fase del vomito. Ma al momento dell’esorcismo l’atmosfera si fa tetra. Nessuno ride più. Poche le voci in sala e molto il fumo di sigaretta che ti aggredisce ogni poro epidermico scortato dalle bestemmie immonde del demonio. Sconfitto Karras con un trucco psicologico, il Maligno uccide padre Merrin. Qui ho paura. Che alla fine vinca il Male? mi chiedo nel silenzio irreale della sala. Niente affatto. Karras – ribattezzato “il prete giovane” a furor di popolo - torna nella stanza dell’invasata. Quando il demonio lascia il corpo della giovane Regan per entrare nel suo, si getta dalla finestra uccidendo se stesso, ma sconfiggendo il Male.
Il film è finito. Partono colonna sonora e titoli di coda. E’ tempo di andare. Ho ancora i capelli elettrizzati per le ultime scene e c’è un brivido gelido che non ne vuole sapere di lasciare la mia schiena. Eppure sono contento. Ho visto il peggiore incubo a due dimensioni di tutti i tempi, l’ho visto andando a cinema da solo e ho ancora la forza di camminare per le strade scure del mio quartiere. Non sono impazzito, anche se la prova delle prove, lo so, verrà stanotte, nel mio letto buio. In ogni modo so già che, magari con qualche difficoltà maggiore del solito, dormirò. Lo so.
Fuori dal cinema vorrei quasi fischiettare: forse oggi sono diventato un uomo.
..sono passati gli anni,ma io ancora quel film non l'ho visto manco in televisione!!! brrrr!
RispondiEliminapostato da elle il 30/01/2007 10:55
coraggio da vendere Capitano. Non so se ci sarei riuscita. L'ho visto molti anni dopo in tv, e mi ricordo che mi scioccò. La scena del lancio nel vuoto, la nebbia fuori, le ombre e la musica terrificante. Da allora l'avrò rivisto tante volte, anche qualche anno fa, lasciandomi ogni volta le stesse sensazioni. La più frequente quella di impotenza di fronte agli eventi, e al male nascosto ovunque. Gli horror giocano col nostro inconscio, con le nostre paure più nere, lasciandoci in un limbo di incertezza e di solitudine dell'essere, sono un momento di catarsi a volte .. . un caro saluto
postato da marion il 30/01/2007 11:21
Ho visto il film anni fa in tv e, a parte il coinvolgimento emotivo delle musiche che enfatizzavano certe scene, non mi ha fatto granchè effetto.Riguardo ai fenomeni di cui si parla, ho visto cose nella realtà che superano di gran lunga la fantasia. Ci si sente Franz
postato da cleide il 30/01/2007 11:36
Voglio dire una cosa su questo film. E' davvero pauroso, basterà dire che sono passati decenni dalla sua uscita e ancora spaventa (non molto tempo fa è stato riproposto in prima visione a causa del successo che ancora riscuote presso le nuove generazioni). Io credo che al di là di qualche effetto speciale datato e di qualche eccesso nella fase dell'esorcismo, sia un bel film, intendo dire proprio girato con efficacia, con personaggi di spessore psicologico, specie la figura di padre Karras (impagabile il volto triste dell'attore che lo interpretava). Stupenda la parte ambientata in Iraq, straordinariamente umano il poliziotto impersonato Lee J. Cobb, inaudita la presenza scenica di Max Von Sydow. Brava pure Ellen Burstyn, che ha vinto pure un premio Oscar, sia pure non per questo film. Ci sono alcuni particolari del film che non hanno perso nemmeno un po’ di fascino nonostante il passare del tempo. Per esempio il doppiaggio dell’indemoniata, quella voce di basso che all’improvviso vomitava oscenità o che semplicemente si esprimeva con una personalità e maturità del tutto estranea all’adolescente Regan. O la colonna sonora di Mike Oldfield. O il doppiaggio italiano del film, che dà un precisa idea del modo di esprimersi dell’epoca. Stupende le parti in cui padre Karras parlava in greco con i familiari. Ho letto pure il romanzo di William Peter Blatty da cui è stato tratto il film. Mi piacque tanto che lo lessi tre volte. Blatty aveva studiato come gesuita, credo, e conosceva perfettamente il mondo in cui si svolgeva la storia e lo descriveva benissimo (chiaramente nel romanzo ci sono situazioni e scene che non sono potute entrare nel film per brevità). Ho visto l’ultimo film dell’”Esorcista”, quello sulle origini, e l’ho trovato scadentissimo. Ridicolo, una cazzata. Ultima di questo commento. Non mi spaventa nessun film di orrore. Mai. Posso sussultare come tutti quando nei film si usa qualche trucchetto sleale tipo gridare nell’orecchio di qualcuno all’improvviso. Tuttavia rivedendo in Dvd qualche anno fa “L’esorcista” mi accorsi che mi sentivo parecchio a disagio nella scena in cui la ragazzina scende dalle scale come un ragno, ma a dorso in giù. Non so se era quella scena spaventosa o se mi spaventano i miei ricordi dii un tempo. :-)
postato da Mio Capitano il 30/01/2007 12:16
Io mi spavento al solo pensiero della sera in cui l'ho visto... e non ho ancora avuto il coraggio di leggere il romanzo. Nonostante questo, ho sempre pensato che sia un film "bellissimo". :o)
postato da margot il 30/01/2007 13:28
Ho sorriso per tutto il tempo della lettura! Divertente! Non il film! E' ovvio, ma come ne hai parlato.
postato da Paola il 30/01/2007 14:27
Allora, ti racconto una cosa. Io ho letto prima il libro e poi sono andato a vedere il film che, devo dire, non mi fece un gran effetto. Però, quando, da SOLO, nel senso che ero a casa da SOLO (mamma già non c'era più e papà era in vacanza col fratellino) mi sono accorto che le frasi incomprensibili scritte andavano lette alla rovescia, me la sono fatta sotto. Ho cominciato a sentire rumori di ogni tipo, MI SONO CHIUSO IN CAMERA A CHIAVE, per poi uscire in un bar. Ho reso l'idea, credo... Ciao.
postato da Amfortas il 30/01/2007 16:59
Scrissi questo post per un sito che si interessava di anni Settanta. Purtroppo lo stesso giorno in cui lo finii litigai con l'amministratore del sito. Meglio così, tanto non mi pagavano. :-) amfortas, vero, le frasi alla rovescia fanno accapponare la pelle. Paola, secondo me questo film ti avrebbe spaventato a suo tempo, ma hai tenuto la bocca chiusa in merito. margot, il film è bello, uno dei pochi horror di qualità. Cleide, spero che tu non abbia avuto visioni inquietanti nella realtà. Marion, vederlo in tivvù fa tutto un altro effetto. elle, eddai ora puoi guardarlo dato che la sua capacità di fare spavento si è attenuata nel tempo. E poi in televisione è molto più accessibile.
postato da Mio Capitano il 30/01/2007 18:35
ops, scusa!! Non l'ho mai visto! Però ho visto il piccolo diavolo....è uguale? (Eh eh eh)
postato da Paola il 30/01/2007 18:43
Se vuoi ti intervisto io e tu intervisti me, che ne pensi? Facciamo un'intervista incrociata tipo Iene
postato da ottottobre il 30/01/2007 19:28
Mai visto l'esorcista, ma ho visto il diavolo in persona e gli ho fatto una pernacchia! ;) Ho visto Il piccolo diavolo, ma solo perchèè Benigni lo adoro e mi iaceva da morire anche W. Mattau... Eh la bicicletta...leggi il mio commento a tal proposito...cmq non ho una Ferrari...da buona proletaria ho una semplice fiat brava 1400 16 v! Salut Mon Capitaine
postato da infondoaimieiocchi il 30/01/2007 19:28
se stanotte non dormo...ti denuncio! baci baci milena
postato da arteeparte il 30/01/2007 20:39
Brrr...ti aspettiamo!
postato da pianoforte il 30/01/2007 21:46
...E per fortuna che io son donna e non ho avuto necessità di vedere questo film per diventarlo :o) Lo dico con lo stesso tono ironico di come tu descrivi il tuo passaggio adolescenziale.... Bel post, accattivante... piacevole da leggere e mi hai ricordato Costantine, certo niente a che fare con l'esorcista ma ne prende molto spunto... stai bene e dormi sereno Giadadeldeserto
postato da Giadadeldeserto il 30/01/2007 22:21
Eheheh! Bbbbbbrividi bluuuuuuu! E dimmi un po', hai dormito o no quella notte? Racconta, racconta! Comunque è vero ci sono momenti, persone, situazioni, che segnano dei passaggi fondamentali, nella nostra vita. ;) Suspance, ironia e una punta di nostalgia, nelle tue parole. Bel mix, Mio Capitano. Michelle Ma Belle ti saluta. Ciaaaaao!
postato da Michelle il 30/01/2007 23:02
Oh no Capitano, l’esorcista no! Questo film è stato il mio peggiore incubo per tanti anni. Andai a vederlo controvoglia a 17 anni, con il mio ragazzo, la sorella e un amica, andarci era una tappa per tutti gli adolescenti, come dici tu. Io sono una fifona della peggiore specie, per cui sapevo l’effetto che mi avrebbe fatto. Al cinema stavo seduta con i piedi sopra la poltrona, non sapevo dove mettere le mani, davanti agli occhi per non guardare, per tapparmi le orecchie o davanti alla bocca per non urlare. Risultato? Del film non ho visto quasi nulla, quando spostavo le mani beccavo le parti peggiori, per un mese ho dormito con la luce accesa, avevo paura di restare da sola, ogni rumore mi faceva fare un salto di due metri! Ancora oggi, se vedo (per modo di dire, perché mi volto o cambio canale) la pubblicità in tv, mi fa lo stesso effetto, i miei figli adorano questo genere di film, infatti si divertono a farmi scherzi di ogni genere, prima o poi mi vendicherò! Buona giornata
postato da laracchia il 31/01/2007 10:04
è un film che mette i brividi.. è vero. Io non credo agli esprcismi e alle possessioni demoniache, ma quel film me lo ricordo e anche io ripensandoci, non dormivo .. bacio
postato da Lam il 31/01/2007 10:14
E come hai fatto a capire che sono paurosa? Diciamo che sono paurosa delle fantasie, degli incubi, dei film(li vivo molto intensamente)mentre non sono paurosa della realtà. Affronto ogni problema con molto coraggio. Che mi devi chiedere?
postato da Paola il 31/01/2007 10:18
Secondo me una delle più belle cose di questo film sono i caratteri psicologici dei due preti principali, padre Karras e padre Merrin (cioè quelli che sono sempre stati chiamati il pre3te giovane e il prete vecchio: in napoletano “ ‘prevete giovane e ‘o prevete vecchie”). Karras si trova a dover sostenere l’incontro con il Male nel momento peggiore di crisi religiosa. Ha dubbi. La sua fede è seriamente intaccata, forse vorrebbe lasciare l’abito talare. Come è possibile che Dio permetta tante ingiustizie, come è possibile che permetta la presenza di tanto dolore e povertà (“Padre, fate un’offerta per uno che un giorno serviva la messa”). O che faccia morire la madre sola e piangente. Karras è uno psicologo provetto, ha un approccio mentale tipico di uno scienziato e non di un prete, è moderno nella figura (ricordo che fece impressione il modo in cui divorava la pista di atletica mentre si allenava probabilmente per lenire il suo disagio esistenziale), fa pure pugilato. E’ una magnifica figura moderna, piena di sensi di colpa (si consuma nei sensi di colpa), senza certezze, soprattutto religiose. Quando l’attrice MacNeil gli propone di attuare un esorcismo sulla figlia, Karras è di gran lunga il più scettico dei due, è di gran lunga quello che crede meno (anche se l’attrice era un’agnostica senza alcuna educazione religiosa che si esprimeva preferibilmente usando termini come “cazzo” o “che cristo”). Alla fine del film il tormentato Karras ritroverà fede e fiducia in sé e si sacrificherà per sconfiggere il male. Si è fatto tardi, alla prossima su padre Merrin e magari su qualche altro personaggio del film. :-)
postato da Padre Karras il tormentato il 31/01/2007 12:36
ops...mi volevi chiedere se ero paurosa...Ho capito adesso!! Che tonta! E' che vengo qui tra un lavoro e l'altro e sono sempre con la testa fra le nuvole.
postato da Paola il 31/01/2007 13:45
Ciao, mio capitano baci milena
postato da arteeparte il 31/01/2007 14:01
Ciao, mio Capitano baci Cleide
postato da cleide il 31/01/2007 14:15
Prima di tutto saluto me stesso. :-) poi su richiesta dell'amico Indio vi invito a visitare il suo sito dove si trovano molte ed esaurienti informazioni sul GRAVE PROBLEMA DELL'ACQUA che affligge molti milioni, ma forse miliardi, di persone in Italia e nel mondo. Ai risiedenti nella zona partenopea segnalo che a Volla il 3 febbraio ci sarà una raccolta di firme su questo grave problema. http://invisibili.blog.tiscali.it/ Mio Capitano
postato da Mio Capitano il 31/01/2007 14:48
grazie amico indio
postato da indio il 31/01/2007 17:36
...chissà xchè immaginavo che tu mi lasciassi un commento del genere ma io non parlo di due protagonisti di fantasia ... io parlo di me!! buona serata Giadadeldeserto
postato da Giadadeldeserto il 31/01/2007 22:00
...non sei perfetto ma sei un uomo hihihi prrrrrrrrrrr Giadadeldeserto p.s. gioco!!
postato da Giadadeldeserto il 31/01/2007 22:48
Piccola risposta che dovevo a Michelle che mi chiedeva se avevo dormito la notte che vidi il film. Devo dire che non me lo ricordo. Ma il fatto che non me lo ricordi può significare soltanto che non ebbi grandi problemi a prendere sonno. La cosa che all'epoca mi sconvolse e che tuttora non manca di sbalordirmi fu che mio fratello - che lo ripeto, aveva tre anni più di me, andò al cinema in comitiva ed era una specie di Dio ai miei occhi - la notte che vide "L'Esorcista" non dormì. Cioè questo essere impavido e amorale (così mi appariva all'epoca, ma mio fratello è una persona normale) ebbe paura e io no! (Ho già spiegato comunque che io avevo sentito parlare molto del film e che andai a cinema come se dovessi scendere all'inferno.)
postato da Mio Capitano il 31/01/2007 23:46
Un conto è dire un conto è fare.....Io su sto film non voglio proprio dir nulla.....ma ti posso assicurare che la realtà è molto ....."particolare" Buona giornata Magnolia
postato da Magnolia il 01/02/2007 10:29