16 giugno 1816, villa Diodati sul lago di Ginevra, sera: il mondo (per lo meno quella della letteratura dell’orrore) sta per cambiare.
Da alcuni giorni è brutto tempo. Non si possono fare le scampagnate all’aria aperta che piacciono alla compagnia riunita in una delle sale della villa. Ci vuole qualcosa per ammazzare la noia. “Ho trovato”, dice a un tratto il più inclito dei presenti. “Organizziamo una gara. Ciascuno di noi scriverà una storia dell’orrore a sua scelta. Roba da far gelare il sangue nelle vene e salire il cuore in gola. Ci ritroveremo qui quando abbiamo finito e decideremo chi è il vincitore.”
La proposta è subito accettata dal resto della compagnia che si lascia andare a un chiacchiericcio eccitato in cui si rincorrono spunti di storie su morti decapitati o fantasmi, dame infedeli dannate all’inferno o morti non morti che si cibano dell’essenza vitale degli uomini.
L’uomo che ha parlato per primo, Lord George Gordon Byron, vate osannato e odiato in uguale misura in varie parti d’Europa, guarda con sufficienza i suoi interlocutori. Ha lanciato l’idea di una gara, ma non ci può essere dubbio alcuno su chi la vincerà. Diavolo, pensa il prototipo dell’eroe romantico, Claire Clairmont, la sua ex amante, ha il cervello poco più sviluppato di una gallina e poi alla fin fine non è altro che una “femmina”, è fuori gioco ancora prima di entrarvi. L’altra donna, Mary, destinata a diventare la signora Shelley, è senz’altro più acuta, non per niente è figlia di un filosofo radicale e di una scrittrice femminista, ma è soltanto una ragazzina viziata che probabilmente non desidera altro che sprofondare in trine e merletti per il resto della vita.
Vediamo, poi c’è il suo medico personale, John William Polidori. Sì, il grande Lord arriva ad ammettere che di tanto in tanto Polidori ha qualche idea passabile, e che forse quel poveruomo si illude di essere quasi suo pari solo perché per la maggior parte del tempo non lo tratta da lacchè qual è… Ma andiamo, pensare che quell’individuo curioso possa vincere una gara, su una storia dell’orrore o su altro, quando deve competere con gente di ben altra levatura intellettuale è pura follia!
Infine viene l’unico che gli dà qualche preoccupazione, Percy Bisshe Shelley, l’ultimo dei suoi compagni di quella bigia sera d’estate. Percy è un poeta come lui e anche bravo. Vanta una gloriosa espulsione da Oxford a causa di un opuscolo a favore dell’ateismo, e con il poemetto Regina Mab si è rivelato l’irriverente anarchico che lo stesso Lord Byron spesso cerca di apparire. Va bene, ammettiamolo, Shelley gli darà qualche fastidio, ma la vittoria nella gara dell’orrore non sarebbe sfuggita al solo degno di conseguirla.
Quella sera di giugno del 1816, Byron non può sapere che le sue considerazioni non potrebbero essere più sbagliate. La gara sulla migliore storia di terrore la vincerà nettamente la piccola e (in apparenza) insignificante Mary Wollstonecraft (tra poco Shelley). La sola che porterà a termine testarda il suo progetto (tra l’altro l’ultimo a essere partorito dalle menti dei competitori), creando uno dei romanzi in assoluto più ammirati e conosciuti del mondo, non solo nell’ambito della letteratura di genere, Frankenstein ovvero il Prometeo moderno. Un testo portato in scena centinaia di volte in tutto il mondo. Un’opera che indurrà a scrivere migliaia di recensioni quasi sempre osannanti, che varcherà la soglia del secolo e poi del millennio, trovando muova linfa nel nascente mondo del cinema, di cui sarebbe diventata una delle figure più rappresentative. Il pur ammirato Vate del Romanticismo non può sapere che prima o poi anche l’ultimo dei cattedratici si scorderà di lui, mentre il mondo non dimenticherà mai la creatura nata dalla materia morta ideata dalla fanciulla un tantino in carne che quella sera d’estate ascolta in disparte le supponenti chiacchiere dei poeti maledetti monopolizzatori della conversazione.
“Mary”, dice Byron a un tratto. “Non ve ne state in silenzio. Partecipate anche voi alla conversazione.”
“Ecco, George, mi sento troppo inferiore a voi e a Percy. Di certo la cosa migliore che posso fare è sperare di carpire un briciolo del vostro genio ascoltandovi parlare.”
“Ah, siete troppo dura con voi stessa”, ribatte il Lord anche se pensa che non ha mai sentito parole più vere di quelle. “Che cosa ne dite, John?”
Polidori si limita ad alzare le spalle perché non vuole fare da bersaglio a qualcuna delle frecciate che di tanto in tanto gli indirizza il suo signore protettore nonché paziente.
Dall’alto della sua presunzione, Byron ignora pure che anche il giovane medico, che lui un giorno tratta da lacchè e quello dopo da viceamico, creerà qualcosa di importante. Ossia un mostro dissoluto destinato a fare da impalcatura psicologica alla più importante figura in assoluto del mondo dell’orrore, al vampiro Dracula. Infatti Polidori dopo qualche giorno lascia perdere la storia con cui aveva pensato di partecipare alla gara letteraria (in verità piuttosto deboluccia), quella della dama punita con la testa ridotta a teschio per aver spiato dal buco della serratura. Ma la conversazione di quella notte straordinaria di prima estate deve essergli rimasta dentro. Qualche anno dopo, riprendendo una vecchia idea di Byron, dà alle stampe il lungo racconto "Il Vampiro". Qui si ritrovano alcune delle caratteristiche tipiche di questa figura letteraria, ossia la nobiltà dei natali, la dissolutezza e il cinismo, l’eleganza nei modi e nella parlata, nonché altri connotati ripresi pari pari dalla figura di Byron (da cui il povero Polidori è stato nel frattempo malamente licenziato e umiliato e di cui è voglioso di vendicarsi).
«Guarda, Percy», dice Byron a Shelley alcune mattine dopo osservando il cielo terso che sovrasta quella incantevole parte di Svizzera intorno al lago di Ginevra, «è tornato il sole. Usciamo a fare una passeggiata.»
I due poeti hanno già scordato la gara in cui si sono impegnati. La piccola (di età se non di fisico), geniale e coriacea Mary e, in misura più ridotta, lo sfortunato dottor Polidori (sfortunato per avere a che fare con un uomo dal carattere impossibile come Byron) non lo hanno ancora fatto.
Scrissi questo articolo per un sito di genere. Ti davano trenta euro al mese per scrivere quattro articoli a settimana. Ti dicevano che i quattro post potevano essere anche brevi e non troppo elaborati; ma d'altra parte ti suggerivano che se erano lunghi e sofisticati era meglio. Facendo il calcolo, capii che mi pagavano un euro e mezzo a post (un po' di meno in verità). Forse avrò un concetto troppo alto di me, ma non mi pare che questo articolo (considerato il tempo che ho perso per scriverlo e per documentarmi), valesse centocinquanta centesimi (cioè ancora meno di tanto).
La proposta è subito accettata dal resto della compagnia che si lascia andare a un chiacchiericcio eccitato in cui si rincorrono spunti di storie su morti decapitati o fantasmi, dame infedeli dannate all’inferno o morti non morti che si cibano dell’essenza vitale degli uomini.
L’uomo che ha parlato per primo, Lord George Gordon Byron, vate osannato e odiato in uguale misura in varie parti d’Europa, guarda con sufficienza i suoi interlocutori. Ha lanciato l’idea di una gara, ma non ci può essere dubbio alcuno su chi la vincerà. Diavolo, pensa il prototipo dell’eroe romantico, Claire Clairmont, la sua ex amante, ha il cervello poco più sviluppato di una gallina e poi alla fin fine non è altro che una “femmina”, è fuori gioco ancora prima di entrarvi. L’altra donna, Mary, destinata a diventare la signora Shelley, è senz’altro più acuta, non per niente è figlia di un filosofo radicale e di una scrittrice femminista, ma è soltanto una ragazzina viziata che probabilmente non desidera altro che sprofondare in trine e merletti per il resto della vita.
Vediamo, poi c’è il suo medico personale, John William Polidori. Sì, il grande Lord arriva ad ammettere che di tanto in tanto Polidori ha qualche idea passabile, e che forse quel poveruomo si illude di essere quasi suo pari solo perché per la maggior parte del tempo non lo tratta da lacchè qual è… Ma andiamo, pensare che quell’individuo curioso possa vincere una gara, su una storia dell’orrore o su altro, quando deve competere con gente di ben altra levatura intellettuale è pura follia!
Infine viene l’unico che gli dà qualche preoccupazione, Percy Bisshe Shelley, l’ultimo dei suoi compagni di quella bigia sera d’estate. Percy è un poeta come lui e anche bravo. Vanta una gloriosa espulsione da Oxford a causa di un opuscolo a favore dell’ateismo, e con il poemetto Regina Mab si è rivelato l’irriverente anarchico che lo stesso Lord Byron spesso cerca di apparire. Va bene, ammettiamolo, Shelley gli darà qualche fastidio, ma la vittoria nella gara dell’orrore non sarebbe sfuggita al solo degno di conseguirla.
Quella sera di giugno del 1816, Byron non può sapere che le sue considerazioni non potrebbero essere più sbagliate. La gara sulla migliore storia di terrore la vincerà nettamente la piccola e (in apparenza) insignificante Mary Wollstonecraft (tra poco Shelley). La sola che porterà a termine testarda il suo progetto (tra l’altro l’ultimo a essere partorito dalle menti dei competitori), creando uno dei romanzi in assoluto più ammirati e conosciuti del mondo, non solo nell’ambito della letteratura di genere, Frankenstein ovvero il Prometeo moderno. Un testo portato in scena centinaia di volte in tutto il mondo. Un’opera che indurrà a scrivere migliaia di recensioni quasi sempre osannanti, che varcherà la soglia del secolo e poi del millennio, trovando muova linfa nel nascente mondo del cinema, di cui sarebbe diventata una delle figure più rappresentative. Il pur ammirato Vate del Romanticismo non può sapere che prima o poi anche l’ultimo dei cattedratici si scorderà di lui, mentre il mondo non dimenticherà mai la creatura nata dalla materia morta ideata dalla fanciulla un tantino in carne che quella sera d’estate ascolta in disparte le supponenti chiacchiere dei poeti maledetti monopolizzatori della conversazione.
“Mary”, dice Byron a un tratto. “Non ve ne state in silenzio. Partecipate anche voi alla conversazione.”
“Ecco, George, mi sento troppo inferiore a voi e a Percy. Di certo la cosa migliore che posso fare è sperare di carpire un briciolo del vostro genio ascoltandovi parlare.”
“Ah, siete troppo dura con voi stessa”, ribatte il Lord anche se pensa che non ha mai sentito parole più vere di quelle. “Che cosa ne dite, John?”
Polidori si limita ad alzare le spalle perché non vuole fare da bersaglio a qualcuna delle frecciate che di tanto in tanto gli indirizza il suo signore protettore nonché paziente.
Dall’alto della sua presunzione, Byron ignora pure che anche il giovane medico, che lui un giorno tratta da lacchè e quello dopo da viceamico, creerà qualcosa di importante. Ossia un mostro dissoluto destinato a fare da impalcatura psicologica alla più importante figura in assoluto del mondo dell’orrore, al vampiro Dracula. Infatti Polidori dopo qualche giorno lascia perdere la storia con cui aveva pensato di partecipare alla gara letteraria (in verità piuttosto deboluccia), quella della dama punita con la testa ridotta a teschio per aver spiato dal buco della serratura. Ma la conversazione di quella notte straordinaria di prima estate deve essergli rimasta dentro. Qualche anno dopo, riprendendo una vecchia idea di Byron, dà alle stampe il lungo racconto "Il Vampiro". Qui si ritrovano alcune delle caratteristiche tipiche di questa figura letteraria, ossia la nobiltà dei natali, la dissolutezza e il cinismo, l’eleganza nei modi e nella parlata, nonché altri connotati ripresi pari pari dalla figura di Byron (da cui il povero Polidori è stato nel frattempo malamente licenziato e umiliato e di cui è voglioso di vendicarsi).
«Guarda, Percy», dice Byron a Shelley alcune mattine dopo osservando il cielo terso che sovrasta quella incantevole parte di Svizzera intorno al lago di Ginevra, «è tornato il sole. Usciamo a fare una passeggiata.»
I due poeti hanno già scordato la gara in cui si sono impegnati. La piccola (di età se non di fisico), geniale e coriacea Mary e, in misura più ridotta, lo sfortunato dottor Polidori (sfortunato per avere a che fare con un uomo dal carattere impossibile come Byron) non lo hanno ancora fatto.
Scrissi questo articolo per un sito di genere. Ti davano trenta euro al mese per scrivere quattro articoli a settimana. Ti dicevano che i quattro post potevano essere anche brevi e non troppo elaborati; ma d'altra parte ti suggerivano che se erano lunghi e sofisticati era meglio. Facendo il calcolo, capii che mi pagavano un euro e mezzo a post (un po' di meno in verità). Forse avrò un concetto troppo alto di me, ma non mi pare che questo articolo (considerato il tempo che ho perso per scriverlo e per documentarmi), valesse centocinquanta centesimi (cioè ancora meno di tanto).
Direi, che il danaro non compensa mai il valore del saper scrivere. Quello che riesce a creare una mente non ha prezzo. Ho commentato il terzo ultimo post a questo, spero di non essere stata inopportuna. Ti sorrido, ciao
RispondiEliminapostato da la ragazza che sono il 05/03/2006 17:55
Grazie per il tuo post..... sono semplicemente me stessa, sempre. Ciao Anty
postato da Anty il 05/03/2006 18:42
"difficile est proprie communia dicere" (da Don Juan di Lord Byron) adoro Byron è grande il tuo post. "Seguiamo tutti un sistema poetico rivoluzionario che non vale un baiocco.... A paragone dei tuoi scritti, i miei, mi lasciano allibita...mortificata per la loro indicibile inferiorità. Quanto a senso, armonia, effetto e persino immaginazione, passione e invenzione, che distanza tra noi..... Dovessi ricominciare, mi rimodellerei di conseguenza." Parole rubate, ma le ho fatte del tutto mie. Ciao Rae
postato da Rae il 05/03/2006 23:01
pensa che chi lavora nei giornali ha un tirocinio di due anni da fare gratis... ciao buona settimana!
postato da ivy phoenix il 05/03/2006 23:27
Un grazie di cuore a Rae. Le tue parole mi hanno dato un briciolo di vera gioia. Soprattutto perché vengono da una persona che ha scritto il bellissimo post che si può leggere sul tuo blog. Un saluto e un grazie a tutti gli altri.
postato da penultimo il 05/03/2006 23:36
minchia, manco per quattro giorni e scateni l'inferno! mi sono pure persa il post precedente che ho la presunzione di pensare ti abbia ispirato io. domani mi leggo tutto, che adesso sono esausta. ah. riguardo al mio di post, la risposta è no, non sono uomini. ma gatti...limortacci loro... bacio caro
postato da Lisa il 06/03/2006 00:00
Buongiorno tesoro e buon inizio di settimana! Miss
postato da MissMagda il 06/03/2006 09:06
L'articolo è molto bello, ma l'approccio al problema è sbagliato, secondo me. Non ha importanza quanto ti hanno pagato, ma quanto tu sia stato contento per il tuo lavoro, perchè alle cifre che hai nominato chiunque non scriverebbe neanche una parolaccia. Ciao, buona giornata.
postato da Amfortas il 06/03/2006 10:56
per amfortas Come spero si noti ho scritto questo articolo per passione e non per soldi (per vedere i quali si necessitava di un microscopio elettronico). Mi piaceva molto questa situazione della sfida dell'orrore tra poeti romantici e signorine dell'altà società inglese. Avrei anche scritto per quel sito di genere, anche per pochi soldi. Ciò che mi dava veramente fastidio è che loro pretendevano quattro articoli a settimana... o ti avrebbero fatto cose non meglio specificate, ma che ti inquietavano come i post dell'orrore che dovevi scrivere. Lieto che l'articolo ti sia piaciuto. :-)
postato da penultimo il 06/03/2006 11:52
Per Miss Magda Buongiorno anche a te, cara. E soprattutto notti tranquille senza turbare il prossimo. :-) Allimpetuosa Lisa un po' donna e un po' bambina In effetti mi hai ispirato tu il post precedente. Attendo con ansia le tue. A ivy la fenice I tirocinanti giornalisti lavoreranno pure per niente, ma poi gli danno il posto di lavoro; a me era assicurati solo calci in culo. A Rae Ancora un bacio per la sua generosità, che di certo non merito. ad Anty dico che potrebbe consigliare il prossimo su come si debba essere donna. la ragazza che sono mi ha lasciato un bellissimo commento nel post sull'incomunicabilità. spero di rivederla presto. :-)
postato da sempre io il 06/03/2006 12:05
piacevole piacevole piacevole nn è svilente,sai? mi son calata nella *storia*,hai reso atmosfere, hai caratterizzato i...*personaggi*,oltre ke narrar fatti bel taglio ah....oggi c'è il sole e...nn altalene,ma passeggiata in riva al mare,in compagnia de: Il giovane Holden :D:D uao...fantastico,sìsìsìsì ciauz §(^.^)§ ( questa sono io,è la mia faccina virtuale)
postato da viola il 06/03/2006 13:40
bravo penultimo, bell'articolo. riguardo ieri hai ragione, non dovevo accanirmi sulla lettrice, e le devo delle scuse. pero' mi ha deluso che tu abbia avuto bisogno di questo pretesto per oscurarmi. le mie osservazioni sulla tua teoria evoluzione-incomunicabilita' erano corrette e legittime.
postato da meta' classifica il 06/03/2006 13:42
Il mio professore di letteratura inglese tenne un'intera lezione su questa storia. Ma lui, ne sono certa, lo hanno pagato assai meglio. Lo hai scritto per passione, e si sente, ma il fatto è che lo hai scritto molto bene (parere da profana, sia chiaro) allora mi chiedo: perchè i giornali sono pieni di gente che non sa neanche cosa sia un congiuntivo, e tu "meritavi" BEN 150 centesimi? Scusa la vena polemica, ma a me 'ste cose fanno arrabbiare non poco! :o)
postato da margot il 06/03/2006 13:44
stretta di mano ,dai... anke perkè quel *metà classifica* mi fa un sacco di simpatia :D ciauz
postato da viola il 06/03/2006 14:00
;-) sì, ma hai idea di quanti muoiono di fame per strada prima di finire il tirocinio? ho linkato una casa editrice nel mio blog perchè so è interessata a pubblicare materiale del mondo dei blogger e multimediale in generale.. forse potrebbe interessarti.. ciaooooooo
postato da ivy phoenix il 06/03/2006 14:35
con ritardo commento il vecchio post. io credo che uno dei problemi principali sull'incapacità di relazionarsi, sia la difficoltà che tutti abbiamo ad IMPEGNARCI. la convivenza comporta fatica. mantenere l'amore vivo, comporta fatica. confrontarsi, comporta fatica. forse siamo tutti attratti dall'innamoramento e non andiamo oltre. l'amore è quello che rimane, dopo. e, spesso, non rimane nulla. tutto troppo facile, troppo veloce, troppo poco impegnativo. io parlo per la mia esperienza, ovviamente. ma io sono, la mia esperienza. ti mando due baci. uno dalla bambina. uno dalla donna. azz.
postato da Lisa donna? bambina? il 06/03/2006 14:42
Ecco l'atmosfera che mi piace nel mio blog. Serenità e un parlare pacato come se fossimo intorno a un fuoco. per metà classifica. Ho apprezzato molto le tue scuse alla mia amica più che lettrice (spero di poter osare definirla così). Anche a me talvolta esce di bocca qualche parola che non controllo, l'importante è saperlo riconoscere come hai fatto tu. Per quanto riguarda le spiegazioni che mi ero impegnato a dare sul post dell'amore, mi sono reso conto, come mi capitò mentre scrivevo all'attonita Lisa in un altro contesto, che richiederebbero la scrittura di un nuovo post. Quindi bisognerà aspettare un po'. A viola Un bacio a te e al giovane Holden. Se potessi verrei io a spingerti l'altalena. :-) a Lisa che lascia attoniti Intercetto i baci delle tue due personalità e ammiro molto la differenza che hai fatto tra innamoramento e amore (in effetti spesso confondiamo i due diversi stati d'animo). A Ivy la Fenice Grazie per la tua segnalazione. Credo che ci darò uno sguardo, anche se non mi faccio illusioni in merito. a Margot Se in tasca avessi un decimo di quello che ha il tuo professore di letteratura inglese, sarei ricco.
postato da penultimo il 06/03/2006 15:13
Buongiorno, oggi sono a casa con raffreddore, mal di gola e mal di testa. Che bella compagnia eheh... Almeno, mi sono distratta un pò leggendo il tuo post. Scritto molto bene come di consueto (secondo me). Per quanto riguarda l'inesistente retribuzione sono d'accordo con te: se uno deve scrivere per "passione" lo fà (magari su un blog) con i propri tempi e ritmi e senza imposizioni. Mi è rimasta invece la curiosità su cosa ne pensi in merito all'insinuazione di metà classifica (sul vecchio post) riguardo una responsabilità o meno secondo te, dell'emancipazione femminile nei problemi della coppia, alla quale mi sembra che tu non abbia risposto... Ciao, buona giornata :)
postato da come alice il 06/03/2006 15:23
è un libro ke mi sta ispirando ,come dire?tenerezza bacett*
postato da viola ke....di giovani holden il 06/03/2006 15:27
Inutile, le donne sono piene di risorse... molti uomini ancora non se ne vogliono rendere conto:D Non conoscevo questi particolari, mi è piaciuto leggerli e soprattutto l'articolo mi pare molto molto carino! Non che il mio parere da ignorante conti qualcosa...ma ci devo mettere il becco (come dice Povia). Baci e buon inizio di settimana! Miss
postato da MissMagda il 06/03/2006 15:59
accidenti a te, hai una frequenza di post troppo elevata perché io riesca a starci dietro! E quando non ne fai di nuovi nuovi, ne hai di già pronti all'uso...
postato da Colui che vede Oltre il 06/03/2006 17:08
affettuosamente ti saluto..e si! hai perfettamente ragione...l'arte non è mai retribuita come si dovrebbe..questo è il mondo dei geni incompresi..ti lascio un bacio
postato da Aikido il 06/03/2006 17:12
auguri per il tuo raffreddore, cara come Alice. Sulla questione che poni penso di sì, il cambiamento di ruolo nella donna negli ultimi secoli credo abbia scombussolato gli equilibri raggiunti nelle relazioni sentimentali (dire che una cosa è in equilibrio non significa che quell'equilibrio sia una condizione desiderabile o ottimale). Peraltro una cosa che quasi tutti evitano di menzionare è che anche la figura maschile, nello stesso periodo, ha vissuto un cambiamento di ruolo proporzionale che ha un impatto analogo sulle relazioni sentimentali. Non sono questi i soli punti che a mio avviso hanno importanza negli attuali problemi che registrano i rapporti di coppia (sul fatto che esistano questi problemi credo che tutti siamo d'accordo). In ogni modo al momento mi rompo le scatole di scrivere un lungo post o commento su questo argomento. Tra l'altro sto cercando di scrivere il capitolo di un mio romanzo (è destino che io debba scrivere senza vedere l'ombra di un centesimo) e non ho molto tempo per riflessioni complicate. Graziosa Alice, perché non usi il tempo libero attuale per imparare a camminare sui tacchi a spillo? Sono certo che più di una persona sarebbe lieta di vederti muovere in questo contesto. Ciao, un saluto e un bacio. :-)
postato da penultimo il 06/03/2006 17:18
Piccola precisazione. Il fatto che io disquisisca o tenti di disquisire di amore non significa che sia esperto, dal punto di vista pratico, in questo campo. Probabilmente la mia esperienza su questo aspetto della vita non è molto diversa da quella di un Leopardi quando Silvia lo menava per il naso (prima che pensiate che sia impazzito, specifico che non sono degno nemmeno di spazzolare le scarpe al poeta dell'"Infinito").
postato da atto di contrizione il 06/03/2006 17:41
Tu potresti usare il tuo per imparare a guidare che poi mi sembra più utile che camminare sui tacchi a spillo... Ciao :)
postato da come alice il 06/03/2006 18:25
Non c'è problema. L'importante è che ci sia rispetto reciproco, anche su internet. Ciao :)
postato da come alice il 06/03/2006 20:51
per aikido ricambio il tuo saluto Aik. Forse ti interesserà sapere una cosa curiosa. L'idea per questo articolo mi venne da una frase di Asimov (e qui forse è utile specificare che tu, fortunata mortale, hai avuto l'immenso onore di conoscere il genio della fantascienza e della divulgazione scientifica), il quale in un'intervista una volta affermò che Mary Shelley e la sua creatura avrebbero avuto una fortuna letteraria molto maggiore di quella del (all'epoca) molto più considerato intellettualmente marito Percy. Come ti invidio per aver visto da vicino quel gigante del secolo! Ciao. :-)
postato da penultimo il 06/03/2006 21:01
buonasera...devi sapere che sono convinta che in ognuno di noi ci sia un colore che poi noi manifestiamo nel nostro modo di vivere e di rapportarci..studi passati e recendi hanno formulato tante teorie sul significato dei colori e quanto questi influiscono sul nostro modo di vivere..da parte mia lo studio è partito quando ho iniziato ad interessarmi dei mandala da li ho iniziato lo studio dei colori primari..successivamente ho studiato l'impiego dei colori ad esempio nel libro delle mutazioni dei ching..in alcune forme d'arte primarie..nella psicologia che usa il colore per guarire alcune forme di sofferenza psicologica..insomma un discorso un pò lungo..se ti interessa però ho scritto tempo fa dei post a riguardo..il giallo è vita..è giallo il sole..è gialla la luce..è giallo il calore..nella mia vita c'è sempre una costante di giallo..anche quando non sto bene, il giallo mi aiuta sempre a ritirarmi su e ad andare avanti..a questo punto il mio saluto non può che essere colorato di giallo..a presto
postato da Aikido il 06/03/2006 22:53
Non è mia abitudine vergognarmi di ciò che faccio perciò, se prendessi parte al ballo delle debuttanti, non ne farei un segreto di stato. il mio post non voleva essere nè un elogio nè una critica di questa usanza, ma semplicemente volevo sottolineare come sono cambiate le ambizioni delle donne moderne. sicuramente prendere parte a un ballo delle debuttanti non è il sogno della mia vita, tant'è che non mi sono mai sognata di fare domanda, ma, se mi si fosse presentata l'occasione, non escludo che avrei potuto accettare (se non altro per indossare uno splendido vestito!). sarebbe stata comunque un'esperienza nuova e io sono sempre disponibile a fare cose che non ho mai fatto
postato da simona il 06/03/2006 23:11
semplicemente strardinario. così come è semplicemente straordinario il tuo blog. una miniera inesausta di argomenti che meriterebbero discussioni infinite. in particolare se dio esistesse davvero mi ha stimolato un commento..ma poi ho pensato di scrivere un post che ne costituisca la continuazione..forse lo farò prima o poi..sento di avere un grande feeling intellettuale con te. spero di sentirti presto
postato da luca il 07/03/2006 00:58
Bellissimo articolo, convieni con me che certe cose che si scrivono non hanno prezzo? Bacio
postato da frakkola il 07/03/2006 01:19
Uno a frakkola, che mi fa sempre piacere quando mi viene a trovare e non parla mai a vanvera. Uno a Luca con cui discuterò di qualsiasi argomento lui voglia (appuntamento all'Ok Corral). :-) Uno a simona, che scrive sempre cose interessanti scordandosi sempre di commentare il sottoscritto (ho il sospetto che non mi legga nemmeno). Uno alla levantina Aikido, che mi ha spiegato tutto sui colori e sulle nostre percezioni di essi. Il mio sembrerebbe essere il giallo.
postato da distribuisco baci il 07/03/2006 01:32
buongiorno...levatina sta per? (scusa la mia ignoranza).. comunque se vuoi ti mando una mail con una spiegazione più precisa sul giallo e se vuoi anche qualche altro colore..l'ho fatto anche ad altri amici..fammi sapere, intanto buona giornata..il sole splende alto e aspetta i nostri corpi in movimento!! ti lascio intanto un bacio
postato da Aikido il 07/03/2006 10:18
ops...che cretina ho letto levatina invece è levantina..la domanda però non cambia..
postato da Aikido il 07/03/2006 10:19
levantina è una che vive a levante, cioè a est (e la filosofia a cui ti ispiri è sicuramente asiatica e quindi dell'Est). Anche a me capita di scordare un mucchio di termini. Ho commesso un piccolo errore. il colore per cui forse ho un debole è il verde, come si evince pure dalla mia skin. Un saluto al tuo corpo in movimento.
postato da ponentino a levantina il 07/03/2006 10:45
Tutto questo tuo scrivere è affascinante! Alcune cose saranno sempre più forti del tempo e della distanza, più profonde del linguaggio e delle abitudini: seguire i propri sogni e imparare a essere se stessi, condividendo con gli altri la magia di quella scoperta. In giro per altri blog trovo i tuoi commenti, sempre molto apprezzati "sei bravo" (non è il termine che volevo ma devo andare ciao a presto) rAe
postato da rAe il 07/03/2006 10:48
Se vuoi mandare l'email sul colore verde, la leggerò con molta attenzione. Chiarisco però che non sono un adepto delle filosofie orientali, né lo diventerò dopo la tua mail. Ciao. :-)
postato da ad Aik il 07/03/2006 12:09
Mi rimetto in pari. Incomunicabilità: non ho visto la versione originale del post, quindi non mi posso pronunciare in proposito. Però la corrispondenza con S è quasi meglio del post stesso come spiegazione dell'incomunicabilità: sospetto che tra te, lei e i lettori l'unica che sembrava conoscere la situazione fosse lei, che a quanto pare in realtà si sbagliava. Sei sicuro di non essere una creatura di Philip Dick? Morte dell'amore: a quanto pare, l'umanità non dovrebbe sopravvivere ai prossimi duecento anni di sconvolgimenti climatici artificiali. Probabilmente i pochi superstiti si riagganceranno al ritmo biologico evolutivo. Noi, bisogna sforzarsi di non appartenere a questo tempo per trovare/avere/sentire l'amore. Orrore: mi limiterò ad aggiungere che non ho ancora visto un film di Frankenstein che rispetti la vicenda originale, purtroppo. Gaia: thanks for the kisses ma non esagerare! :) Tristemente, mi hai fatto scoprire il post di Luca, che a questo punto mi preclude la possibilità di scriverne uno intitolato "le donne non capiscono un ca**o", che ne sarebbe stata la fotocopia. Dovrò inventarmi dell'altro. Bye
postato da Colui che vede Oltre il 07/03/2006 14:05
ti lascio un saluto con un piccolo appunto...lo studio dell'importanza del colore come strumento terapeutico non è monopolio dell'oriente, anzi viaggia a 360 gradi intorno al mondo..ti lascio anche un bacetto...
postato da Aikido il 07/03/2006 14:54
Perchè io non trovo mai dieci minuti tutti assieme per poter leggere i tuoi infiniti post????????? :-(
postato da sibillasi il 07/03/2006 16:00
ma certo che ti leggo!! é solo che su questo articolo non avevo niente da commentare! mi piace Frankenstein, l' ho letto da piccola in italiano e recentemente in inglese, ma non conoscevo la storia della gara in svizzera. per quanto riguarda i trenta euro al mese per 4 articoli a settimana... e che vuoi fare? gli scrittori ricchi sono pochi e sempre gli stessi! pardon se non ho commentato, ma ero presa dal mio debutto in società! :) un bacione
postato da simona il 07/03/2006 16:06
mia figlia? ci assomiglia ma non lo è. sono io, molto ma molto tempo fà...... bacio
postato da Lisa il 07/03/2006 19:51
A Lisa Sembravi un tipo tosto già da bambina. mi sa che le tue compagnucce ti giravano alla larga A simona Ti farei volteggiare al ballo delle (post)debuttanti; ma ho l'impressione che se uno ti calpesta i piedi in una piroetta deve temere il tuo gancio sinistro. Sibilla, sto studiando per fare post di una parola così potrà leggerli pure una persona indaffarata come te. Colui, Luca l'ardito ha tolto parecchio materiale letterario a molti di noi. Aik, io e i colori proprio non ce la diciamo; basta vedere come mi vesto. Rae, un saluto e a presto. Verrò a vedere se hai scritto qualcosa di nuovo.
postato da do le carte il 07/03/2006 20:34
Visto quello che ti pagavano, spero che almeno ti sia tenuto il copyright. Ho letto un po' di cose tue. E' vero, la vita ci sorprende. Ma solo se lasciamo che succeda, e non è così frequente. E questo vale anche per le persone: a volte ci facciamo un'idea, ma più che un'idea è un'etichetta. Esistono anche le profezie che si autoavverano. Invece potrebbe esserci molto altro che le persone non mettono in gioco, soprattutto nel web. Può darsi che molte donne frequentino il web per farsi compagnia, così come lo fanno gli uomini. Se leggi il post di adipi, ce n'è una dimostrazione lampante. E poi il mondo è vario, c'è davvero di tutto. E poi, e poi.
postato da filo rosso il 07/03/2006 20:34
a dire il vero erano i maschietti che già mi giravano al largo....li prendevo per i capelli. forse, avrei dovuto capire qualcosa da allora.... bacio plurimo
postato da Lisa il 07/03/2006 23:45
Cresci in mezzo a tanto amore e ti senti fortunata...da un lato arrivata alla mia età ti disperi perchè non trovi e non ti trova quel che lega i tuoi genitori, allora pensi di non meritare cose tanto pulite e ti chiedi perchè... Esiste Dio? Forse sì... Fu tre anni fa che l'ho sentito... L'ho rivisto negli occhi di mio padre che erano in coma...L'ho visto in un ictus che non ha lasciato danni, tranne la paura... Esiste qualcosa dopo la morte?...E chi lo sa... Abbiamo la certezza solo che moriamo... Ma se esiste un elenco di chi ha il diritto alal vita eterna io un pò di nomi li ho... Ti lascio il bacio della buonanotte
postato da frakkola il 08/03/2006 02:11
Bacio ricambiato a frakkola. Come lei penso, o meglio lo pensa una parte di me, che non può finire tutto con la morte. Forse non io, ma certe persone meritano di vivere oltre la morte. In tutti i casi la mente si rifiuta di concepire il fatto che i nostri pensieri e i ricordi delle nostre emozioni uniche spariscano per sempre quando il nostro corpo arriverà al capolinea.
postato da penultimo il 08/03/2006 13:43