Molti anni fa detestavo tutto ciò che potesse collegarsi a una certa Napoli tradizionale e pittoresca. Se sentivo una canzone d’epoca, cantata da un interprete che gorgheggiasse come un frequentatore di bassi (vasciaiuolo) mi sentivo disturbare. La stessa cosa mi capitava se vedevo un numero di cabaret con macchiettisti, sia pur bravi, che si esprimessero nel campo della tradizione.
Per lo stesso motivo non mi piacevano i film di Totò o le commedie di Eduardo De Filippo. E consideravo volgare qualunque signora si vestisse da Ninì Tirabusciò e facesse “‘a mossa” mentre cantava “Addio mia bella Napoli, mai più ti rivedrò” o “Addo’ sta Zazzà” o peggio ancora “Nu iuorno me ne ietti da la casa /ienne vennenne spingule francesi”.
Il peggio del peggio era per me la sceneggiata napoletana. Non riuscivo a immaginare niente che degradasse di più l’animo umano che prestare orecchio a un certo prodotto musicale partenopeo. Quelli che ascoltavano Mario Merola, Nino d’Angelo (molto diverso dall’interprete raffinato che è diventato in alcune sue canzoni recenti), Carmelo Zappulla o Mario Trevi erano individui decerebrati che nemmeno si potevano annoverare nel genere umano. Uno dei pochi sketch classici che mi piacevano era quello che faceva “E levate ‘a vesticciolla / ‘a vesticciolla gnor no gnor no”. E mi piaceva perché si trattava di convincere a svestirsi una figliola di quelle esplosive, una che aveva argomenti più che a sufficienza per sopperire a eventuali pecche nel folclorismo verbale o in quello che io ritenevo vecchiume musicale.
A quell’epoca ero un adepto della musica rock detta progressive (anche quella demenziale di certi gruppi che facevano solo casino, bruciavano strumenti in pubblico e che adesso sono finiti nel dimenticatoio). Adoravo il cinema americano di contestazione (storie on the road, uomini da marciapiede, gente contro tutto e anche contro se stessa). Detestavo qualsiasi cosa avesse a che fare con la tradizione, specie con la tradizione della mia città.
Non so quando ho cominciato a cambiare idea.
Credo sia stato quando Renzo Arbore ha preso a mettere in musica la canzone napoletana con qualche arrangiamento moderno. O forse Arbore è venuto quando stava già mutando qualcosa dentro di me. Fatto sta che prima ho iniziato a dire che le canzoni (e i modi di essere) della napoletanità tradizionale non erano poi tanto male. Poi mi sono convinto a poco a poco che alcune canzoni sembravano o erano belle. Infine sono giunto alla conclusione che le melodie napoletane sono una delle gemme più vivide della musica di tutti i tempi. Mi sono convinto che nella mia città in campo musicale, specie in un particolare lasso temporale, si è creato un momento magico, qualcosa che accade raramente nella storia, una specie di piccolo Rinascimento limitato all’ambito musicale e a una sola città, un evento o meglio un portento che ha prodotto capolavori unici e immortali.
Nello stesso tempo in cui si verificava in me questo cambio di opinione, ho visto sotto altri occhi anche i film del geniale Totò o le commedie di De Filippo. E soprattutto ho preso ad ammirare senza remore le Ninì Tirabusciò che fanno ‘a mossa o i bravi macchiettisti che ti parlano di Ciccio Formaggio che “nun tene ‘o curaggio nemmeno e parlà”.
Le ragazze napoletane cantano nei vicoli
Il peggio del peggio era per me la sceneggiata napoletana. Non riuscivo a immaginare niente che degradasse di più l’animo umano che prestare orecchio a un certo prodotto musicale partenopeo. Quelli che ascoltavano Mario Merola, Nino d’Angelo (molto diverso dall’interprete raffinato che è diventato in alcune sue canzoni recenti), Carmelo Zappulla o Mario Trevi erano individui decerebrati che nemmeno si potevano annoverare nel genere umano. Uno dei pochi sketch classici che mi piacevano era quello che faceva “E levate ‘a vesticciolla / ‘a vesticciolla gnor no gnor no”. E mi piaceva perché si trattava di convincere a svestirsi una figliola di quelle esplosive, una che aveva argomenti più che a sufficienza per sopperire a eventuali pecche nel folclorismo verbale o in quello che io ritenevo vecchiume musicale.
A quell’epoca ero un adepto della musica rock detta progressive (anche quella demenziale di certi gruppi che facevano solo casino, bruciavano strumenti in pubblico e che adesso sono finiti nel dimenticatoio). Adoravo il cinema americano di contestazione (storie on the road, uomini da marciapiede, gente contro tutto e anche contro se stessa). Detestavo qualsiasi cosa avesse a che fare con la tradizione, specie con la tradizione della mia città.
Non so quando ho cominciato a cambiare idea.
Credo sia stato quando Renzo Arbore ha preso a mettere in musica la canzone napoletana con qualche arrangiamento moderno. O forse Arbore è venuto quando stava già mutando qualcosa dentro di me. Fatto sta che prima ho iniziato a dire che le canzoni (e i modi di essere) della napoletanità tradizionale non erano poi tanto male. Poi mi sono convinto a poco a poco che alcune canzoni sembravano o erano belle. Infine sono giunto alla conclusione che le melodie napoletane sono una delle gemme più vivide della musica di tutti i tempi. Mi sono convinto che nella mia città in campo musicale, specie in un particolare lasso temporale, si è creato un momento magico, qualcosa che accade raramente nella storia, una specie di piccolo Rinascimento limitato all’ambito musicale e a una sola città, un evento o meglio un portento che ha prodotto capolavori unici e immortali.
Nello stesso tempo in cui si verificava in me questo cambio di opinione, ho visto sotto altri occhi anche i film del geniale Totò o le commedie di De Filippo. E soprattutto ho preso ad ammirare senza remore le Ninì Tirabusciò che fanno ‘a mossa o i bravi macchiettisti che ti parlano di Ciccio Formaggio che “nun tene ‘o curaggio nemmeno e parlà”.
Le ragazze napoletane cantano nei vicoli
Da fiorentino DOC ammiro la napoletanità in tutti i suoi aspetti (non solo in quelli musicali e di spettacolo) forse proprio perchè sono quelli di cui siamo carenti noi toscani. Un plauso a te: cambiare opinione (e sapere ammetterlo) è indice di grande intelligenza (solo gli ottusi non cambiano mai idea). Un discorso a parte meriterebbe Totò (e forse si meriterebbe un post a parte: lo fai te o lo faccio io?) un grande più per la sua vita privata che per la sua carriera di uomo di spettacolo. Un caro saluto
RispondiEliminapostato da luca il 27/03/2006 02:39
A luca Se te la senti puoi senz'altro scrivere il post su Totò. Io poi vengo a commentarlo e se necessario scrivo un post a mia volta: Totò è uno di quei personaggi su cui potresti scrivere sempre. Ho il tempo di postare una delle più belle canzoni di tutti i tempi. Una che sembra scritta dal diavolo in persona perchè, pur avendo più di cento anni, sembra modernissima. Mentre canzoni sia pur belle di una trentina o di una ventina di anni fa paiono irrimediabilmente datate. Quelli che non capiscono il dialetto napoletano, e sono sicuramente la maggioranza, si fidino del mio giudizio. Voce 'e notte (E.Nicolardi-E.De Curtis) Questa canzone si potrebbe definire autobiografica. Racconta di un disperato innamorato che canta sotto il balcone della sua innamorata andata ad un'altro uomo. Correva l'anno 1903 ed Eduardo Nicolardi, giovane poeta di 25 anni, si innamoro' di Anna Rossi l'esile e bellissima vicina di casa figlia di un facoltoso commerciante di cavalli. Quando questi dichiaro' il suo amore ai genitori di Anna, questi lo cacciarono via. La loro giovane figlia non poteva andare ad un giovane poeta dal futuro incerto, ma a Pompeo Corbera,un ricco cliente del padre dalla veneranda eta' di 75 anni. Il destino, o l'età dell'anziano marito, volle che l'amore trionfasse. Infatti dopo poco tempo dal matrimonio, Pompeo Corbera morì ed i due poterono coronare il loro sogno d'amore e noi avere una delle piu' belle canzoni d'amore di tutti i tempi. Si 'sta voce te scéta 'int''a nuttata, mentre t'astrigne 'o sposo tujo vicino... Statte scetata, si vuó' stá scetata, ma fa' vedé ca duorme a suonno chino... Nun ghí vicino ê llastre pe' fá 'a spia, pecché nun puó sbagliá 'sta voce è 'a mia... E' 'a stessa voce 'e quanno tutt'e duje, scurnuse, nce parlávamo cu 'o "vvuje". Si 'sta voce te canta dint''o core chello ca nun te cerco e nun te dico; tutt''o turmiento 'e nu luntano ammore, tutto ll'ammore 'e nu turmiento antico... Si te vène na smania 'e vulé bene, na smania 'e vase córrere p''e vvéne, nu fuoco che t'abbrucia comm'a che, vásate a chillo...che te 'mporta 'e me? Si 'sta voce, che chiagne 'int''a nuttata, te sceta 'o sposo, nun avé paura... Vide ch'è senza nomme 'a serenata, dille ca dorme e che se rassicura... Dille accussí: "Chi canta 'int'a 'sta via o sarrá pazzo o more 'e gelusia! Starrá chiagnenno quacche 'nfamitá... Canta isso sulo...Ma che canta a fá?!..."
postato da penultimo il 27/03/2006 12:43
Io, per ragioni che non sto qui a spiegare, ho sempre avuto un grande feeling con i napoletani in generale, e con l'espressione artistica partenopea in particolare. Eduardo su tutti. Direi, se ne avessi il tempo, che bisognerebbe fare una netta distinzione tra Arte e folclore di Napoli o riconducibili alla napoletanità. Ciao.
postato da Amfortas il 27/03/2006 12:53
effettivamente, a Napoli come dovunque, esiste la differenza tra arte e folclore. Anche se credo che nella mia città in qualche caso sia molto più difficile del solito tracciare la linea di demarcazione tra questi due aspetti della vita umana, giacchè l'una attinge all'altro. Pur continuando a trovare eccessivi certi modi dell'avanspettacolo classico partenopeo o della sceneggiata, trovo che anche questo modo di esprimersi manifesti un'esuberanza, una forza espressiva, una gioia di vivere talvolta difficile da eguagliare. Ciò che mi dà ancora fastidio è la napoletanità come viene presentata in certi programmi televisivi della domenica in cui sono presenti i reduci del Grande Fratello o quelli dell'Isola dei famosi.
postato da per amfortas il 27/03/2006 13:07
No, non ce la faccio. La canzone napoletana mi provoca lo stesso effetto delle unghie passate su una lavagna. Non ce la faccio proprio. Nei miei sogni immagino di appendere per i piedi personaggi come Nino d'Angelo, accendere sotto un fuoco e vedere se arrostendo cantano Torna a Surriento. Decisamente non ce la faccio. Forse perché sono legato all'idea di rock come musica, forse perché il mio genoma polentone mi impedisce di apprezzare quel tipo di canzone (anche perché nessuno mette mai i sottotitoli), ma non ce la faccio. E detesto ancora di più gente che si appoggia a questo modo di cantare per fini biecamente commerciali: Gigi d'Alessio dovrebbe essere usato come immagine per qualsiasi gioco di freccette... Per il cinema, ammetto di non avere nemmeno un particolare debole per Totò e Peppino, ma neanche mi disgustano. Temo di essere un caso irrecuperabile....
postato da Colui che vede Oltre il 27/03/2006 13:48
La canzone napoletana di cui parlo io, esclusi i fenomeni folcloristici, è quella che è stata prodotta perlopiù in un periodo a cavallo della prima guerra mondiale. Non ricordo bene quando durò quel periodo, ma so che c'era una società svizzera che stipendiava alcuni autori napoletani e che questo metodo capitalistico di condurre le cose si rivelò molto fruttuoso dal punto di vista creativo. D'Alessio non mi piace né musicalmente né come persona. Alcune recenti canzoni di Nino D'angelo (quelle con ritmo arabeggiante o reggae) mi piacciono. Come ho già detto altrove, sono attratto da parecchi tipi di musica, in realtà da quasi tutti, quando sono fatti bene. Per quanto riguarda le canzoni napoletane classiche, ricordo quello che mi disse un giorno (lontano) un mio amico valentissimo chitarrista: e cioè che erano in genere molto più difficili da suonare delle melodie italiane (mi parlava da un punto di vista tecnico, di difficoltà di accordi musicali). :-)
postato da per Colui che vede Oltre il 27/03/2006 14:31
Potrei scrivere un post suill'argomento. I miei sono nati nei dintorni di Napoli, anche se i miei nonni erano piemontesi, per ragioni di lavoro si dovettero trasferire in Campania, una emigrazione al contrario insomma. La musica napoletana tradizionale l'ho sempre sentita e l'ho sempre odiata, ma per gusti personali, non per una prevenzione. Ma tutte le cose di Napoli mi hanno sempre affascinato, da bambino ci andavo spesso, poi crescendo non ho più seguito mamma e papà. Due anni fa con Penelope, abbiamo fatto un bellissimo natale a Napoli. Abbiamo alloggiato in centro in via Mezzocannone, a due passi da Spaccanapoli. Seppur cambiata di molto la città vive ancora certe sue tradizioni, la delinquenza è un problema, ma se vuoi farti due chiacchere per strada tutti sono bendisposti anche senza conoscerti. La "veracità" dei napoletani non si scopre ora. E' proprio una bella città.
postato da medusa il 27/03/2006 14:35
Potrei uccidere per una commedia di Eduardo De Filippo. Alcune le ho viste talmente tante volte che so le battute a memoria (in uno strano mescolio di napoletano e romano) e nessuno vuole più guardarle con me. Chissà perchè poi... :o)
postato da margot il 27/03/2006 15:30
Ancora una per Colui C'è un punto su cui ti sbagli senza ombra di dubbio, su Totò (in realtà non è sicuro che ti sbagli perché hai solo detto che non vai pazzo per lui - e sta attento che Peppino, pur grande personaggio, non ha niente a che fare con il Principe - non che sia un attore scadente dal punto di vista artistico). Totò è un genio. Senza dubbio il più grande comico del Belpaese che si ricordi a memoria d'uomo. Renzo Arbore sosteneva che era superiore a Charlie Chaplin (e che il Nostro era solo svantaggiato dall'usare la poco nota lingua italiana e l'ancora meno conosciuto dialetto napoletano). Non so se sia vero, ma sulla grandezza di Totò non si discute (fermo restando il tuo diritto di non andare pazzo per lui). A me capita di avere certe antipatie con un altro grandissimo attore del cinema italiano. Quando trovo un film con Alberto Sordi cambio immediatamente canale, pur considerando Sordi senza esitazioni il più grande (il più grande) interprete della commedia italiana e i suoi film spesso di grande qualità artistica (Per qualche strano motivo uno dei pochi film di Sordi per cui pazzo vado è quello in cui va in Africa a cercare Nino Manfredi "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico..."). Per medusa via Mezzocannone è un posto bellissimo. Ci passo ogni volta che posso. Faccio spesso quella strada quando prendo la scorciatoia per andare a Port'Alba per comprare libri usati sulle bancarelle. Per margie margot De Filippo è un grande. Impagabile la sua lentezza, il suo gesto studiato, la profondità psicologica che sa conferire ai suoi personaggi con suoni gutturali partenopei o con quella sua mimica straordinaria. Di recente ho visto "Questi fantasmi" ed è stato un gran bel vedere.
postato da Non può sbaglià, sta voce è 'a mia il 27/03/2006 16:08
Proprio ieri sera ho visto "Siamo uomini o caporali?" (nel quale viene riproposto anche il tuo sketch preferito!)e stavo pensando di scriverci un post. Io al contrario di te, ho sempre amato tutto quello che riguarda la tradizione napoletana. Totò è un maestro di vita, un genio come ne sono esistiti pochi e non mi stanco mai di rivedere i suoi films, alcuni li potrei recitare a memoria. Le canzoni napoletane risvegliano una parte dell'anima che nessun'altra canzone è mai riuscita a risvegliare.nessuna canzone riesce a trasmettere così bene una tale quantità di emozioni contrastanti e fortissime. roba da far attorcigliare le budella! Insomma, sono una delle poche romane che ,non solo non odia Napoli, ma la considera una delle città più belle del mondo. Ma ci vuole un palato fine per apprezzarla fino in fondo! :)
postato da Simona il 27/03/2006 16:24
Anche io prima non amavo il Meridione e tutte le sue espressioni. Ora è il contrario: cibo, parlata, musica e tutto il resto mi fanno impazzire. Saranno un pò barocchi e a volte decisamente pesanti, ma almeno sanno di qualcosa... Ho visto che tra i commenti, qui si fanno dei veri e propri testamenti. Mi sento a disagio a chiudere così. E allora, per non essere da meno (anche se diciamocelo, la cosa non mi preoccupa più di tanto...)posso dire, come mi hai chiesto sul mio blog che facevo equitazione sino a due anni fa. in famiglia avevamo anche diversi cavalli. Ho fatto un pò di scuola per qualche anno, non sono mai stata brillante in questo campo - come non lo sono in molti altri ambiti - ma in compenso ero l'unica che non frustava i cavalli in maneggio. Quando mi vedevano arrivare in macchina, vestita di tutto punto da amazzone, i miei amici a quattro zampe, sapevano che ci sarebbe stato da ridere, che avrebbero mangiato brioches, carote, carrube e molte altre squisitezze non comuni per brocchi come loro. Che avrebbero fatto una passeggiata al trotto o al passo sul mare e che si sarebbe fatto più o meno come volevano loro.... Ora vorrei riprendere, ma...
postato da Sibilla il 27/03/2006 16:41
buongiorno..come stai? grazie dei complimenti..mi fai arrossire.. Napoli..la prima volta che arrivai a Napoli rimasi incantata dalla magia che circondava questa meravigliosa città e poi per non parlare dei napoletani..una cultura un modo di vivere che amo..ricordo ancora la passeggiata tra i vicoli dei quartieri spagnoli mi guardavo attorno un pò perplessa..amo Napoli..pensavo sempre al detto vedi Napoli e poi muori..io da ignorante pensavo davvero all'innamoramento che una città così non può non provocare..invece poi mi spiegarono che era il paese subito dopo Napoli.. un saluto affettuosissimo a presto
postato da gesualda.famiani il 27/03/2006 17:03
a Simona "E levate a vesticcella... Si nun t'ha vuo' levà me soso e me ne vaco accà" (Non ti faccio la traduzione, spero ti sia arrivato il messaggio) Come al solito sembri la mia anima gemella. Sono con te su tutta la linea. Ti facevo un po' più a nord, ma meglio così, tra vicini geografici ci si intende meglio. Ogni volta che dubito sia pur lievemente di qualcosa intervieni sempre tu a farmi capire che sono nel giusto. Vangelo ciò che dici sulle fortissime emozioni comunicate dalla canzone napoletana. Lo stesso dicasi per quanto sostieni su Totò. Un bacio. Per la cara Sibilla sibillina Qui non si fanno testamenti. Semplicemente se uno che passa da qui ha voglia di dire una cosa la dice (per quanto mi riguarda, l'ho detto pure altre volte, va' bene pure un amichevole "Ehilà"). Molto interessante ciò che dici sui cavalli, bello il modo in cui li tratti. Ho sentito dire che se uno è umano con i cavalli lo è pure con il prossimo. Ho letto "L'uomo che sussurrava ai cavalli" e l'ho trovato molto suggestivo. Bacio pure a te. All'elegante Aikido Napoli è un bel posto per passeggiare, sicuro non ti annoi. C'è stato un periodo della mia vita che non la potevo soffrire. Per fortuna quel periodo è passato da parecchio tempo. Sicuramente avrai altre occasioni per venire dalle mie parti. Bacio.
postato da penultimo il 27/03/2006 18:47
La mia nonna da parte di padre era napoletana. Ha vissuto 60 anni lontana dalla sua terra ma non ha mai perso il suo meraviglioso accento campano.Io nella musica napoletana e in Totò e De Filippo ritrovo la sua vitalità,il suo orgoglio campano, e risento il profumo della sua meravigliosa pizza! Buona settimana pb
postato da pb il 27/03/2006 19:23
non sono mai stata a napoli... ascoltando questa canzone di pino daniele e la descrizione che hai dato tu, vedrò di metterla tra le mete future... ti chiederò consigli sull'equipaggiamento antiscippo ;-) ciao Napule è mille culure Napule è mille paure Napule è a voce de' criature che saglie chianu chianu e tu sai ca nun si sulo. Napule è nu sole amaro Napule è addore 'e mare Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a' ciorta. Napule è 'na cammenata inte viche miezo all'ato Napule è tutto 'nu suonno e 'a sape tutti o' munno ma nun sanno a verità. Napule è mille culure (Napule è mille paure) Napule è 'nu sole amaro (Napule è addore e' mare) Napule è 'na carta sporca (e nisciuno se ne importa) Napule è 'na camminata (inte viche miezo all'ato) Napule è tutto nu suonno (e a' sape tutti o' munno) PS il testo l'ho preso da internet quindi non mi prendo responsabilità sull'esattezza della lingua....
postato da sempreio il 27/03/2006 20:52
Sempreio, adoro "Napule è" di Pino Daniele. La considero la sua più bella canzone. Amavo moltissimo, sempre di Daniele, pure "Assaje" cantata da Lina Sastri, inserita nel film "Mi manda Picone". E' una magnifica canzone moderna e struggente e la Sastri la canta con quell'accento napoletano verace che dà un di più alla canzone. Ci sarebbe da dire molto sull'accento con cui si intonano le canzoni della mia città. Nessuno dovrebbe cantare melodie napoletane se non è riuscito ad appropriarsi almeno un po' del dialetto delle nostre parti. Diversi anni fa, il pur mostro sacro della canzone italiana Mina storpiò in maniera vandalica la canzone "Munastero e Santa Chiara" (non aveva la più pallida idea a quel tempo di come pronunciare i finali di parola nella nostra parlata). Un napoletano nota subito le carenze di accento di eventuali cantanti improvvisati. pinball, un bacio affettuoso alla tua nonna napoletana, dovunque si trovi in questo momento.
postato da penultimo il 27/03/2006 23:01
Bella Napoli, bella questo squarcio della città...... adoro la fantasia unica dei napoletani ;o)) buonaserata Giadadeldeserto
postato da giadadeldeserto il 27/03/2006 23:53
non potevo non ringraziarti ancora del complimento.."elegante"..nessuno ancora mi aveva mai detto elegante..poi però mi dici elegante sta per... un bacio a prestissimo
postato da Aikido il 27/03/2006 23:56
Ciao Penultimo! Grazie della visita! In merito a ciò che scrivi vorrei aggiungere che prima ancora di Arbore (che adoro!) c'era stata gente come Pino Daniele o Edoardo Bennato, che avevano vestito di rock, di blues e di nuove sonorità la vostra meravigliosa canzone. E poi Arbore con le sue magiche intuizioni e ancora gruppi come i 99 Posse a "usare" la lingua napoletana per far sentire la propria voce. Ma, volendo tornare alla canzone napoletana classica, quella "bella assaie", senza "vasciaiuoli", potremmo citare un maestro, che con voce semplice e senza gridare, faceva venire i brividi a sentirgli cantare quelle belle canzoni antiche. Parlo, ovviamente, di Roberto Murolo. Sono felice che tu abbia rivalutato certe meraviglie!! :) A presto!
postato da claude il 28/03/2006 01:05
Ciao penultimo, non avrei mai neanche pensato che tu fossi Napoletano. Ma guarda te! Sorrido. La mia immaginazione mi indirizzava a seguire tutt'altra zona geografica. A parte questo devo ammettere che adoro la napoletanità in tutta la sua espressione: il teatro, il cinema, la musica. Bellissima e struggente "Dicitincello...." Trascorri una buona serata, data l'ora è molto meglio augurarti la buona notte, ti sorrido, ciao Marcella
postato da la ragazza che sono il 28/03/2006 01:07
Ho sempre amato napoli... Parlo perfettamente napoletano senza aver origini napoletane Sono cresciuta con la musica dei centri sociali in dialetto napoletano... Sono cresciuta ballando le tammuriate... Quindi qualsiasi cosa tu voglia di Napoli da carosone ai 99 posse ai gruppi sconosciuti chiedi pure... un bacio guagliuncell
postato da frakkola il 28/03/2006 01:10
A parte certi momumenti della canzone napoletana, tipo A Marechiaro, Fenestra che lucivi (?) e simili, il melodico non mi ha mai "smosso". Ho cominciato con il Jazz, poi rock. Ora mi diverto con il country e mi emoziono con la musica celtica, irlandese e scozzese. Rimane sempre per me: Ma se ghe pensu
postato da octopus il 28/03/2006 01:36
A frakkola, dark girl della tammurriata nera Mi chiedo come tu faccia a parlare perfettamente napoletano senza avere origini della mia città. Sta' attenta che la nostra parlata è difficile, un mucchio di gente pensa di conoscerla e poi non è così. Dato che hai questo repertorio napoletano, sicuramente ti chiederò qualcosa. Fammici pensare. Un bacio. :-) Alla ragazzachesono In effetti non sono un napoletano ortodosso. La gente che non mi conosce in genere mi prende per un crucco introverso. Sogni d'oro e ricambio il sorriso. Claude Sono con te a 360 gradi su Arbore, Daniele, Bennato e Murolo. Murolo soprattutto straordinario, anche considerando la sua età. Ho il fratello di un mio carissimo amico, abitava a un paio di centinaio di metri da me, che ha arrangiato quella bellissima canzone in cui Murolo canta con Mia martini ("Cummè"). :-) Ad Aikido Elegante sta per elegante e tu lo sei. Se nessuno te l'aveva ancora detto è perché viviamo in un mondo di ciechi. Bacio :-) A giada Sempre lieto di ospitarti. Smaack :-)
postato da si avisse fatt'a nato, chello ch'e fatt'a mme il 28/03/2006 01:44
L'età di Murolo a cui mi riferivo era quella del suo ultimo e fervido periodo di attività. Murolo è morto tre anni fa.
postato da precisazione il 28/03/2006 02:01
mi avvicinai alla musica napoletana con la Nuova compagnia di canto popolare,e adesso leggendo il tuo post,pensavo che certe melodie più classiche della tradizione partenopea poco si addicono ai miei gusti...ma scorrendo tra i titoli delle canzoni che hai elencato,devo subito ricredermi e correggermi...quelle mi piacciono tutte,nessuna esclusa,così come le commedie di de Filippo,e la comicità (forse troppo recente) della Smorfia. Ciao e buona giornata, elle:)
postato da elle il 28/03/2006 10:09
ti ringrazio... un invito a cena da una persona colta è sempre un grande onore... se poi assomigli anche solo lontanamente a qualche belloccio del cinema... beh, vedrò di essere in piena forma e già pronta per mezzogiorno ;-) ciao
postato da sempreio il 28/03/2006 10:55
All'amico octopus Abbiamo ormai capito che non sguazzi nel melodico, non c'è bisogno che tu lo ribadisca ancora. Anche se mi chiedo cos'è il country, se non (in qualche caso) il melodico più melodico. In ogni modo, dato che la vita è lunga fai sempre a tempo a cambiare opinione su qualche convinzione radicata (capita a tutti noi quando meno ce lo aspettiamo). Aspetto sempre di averti come compagno di caccia alla tigre dai denti a sciabola, fammi sapere quando si parte. Grazie alla brava elle per aver ricordato la Nuova Compagnia di canto popolare e la Smorfia. Si dovrebbe parlare molto di più delle commedie di De Filippo. :-) A sempreio Mi dici che sono colto e forse pure belloccio. Seeeee, se era così stavo mica qui. Fammi sapere il menù della nostra cena. Ciao. :-)
postato da penultimo il 28/03/2006 12:22