mercoledì 10 maggio 2006

Alzati che sta passando il cinema western


Signore e signori, ecco a voi John Ford. Non andate via, signore e signori, perché abbiamo pure un altro e più famoso John, e cioè il monumentale, non solo di fisico, Wayne.
Non ci serve nient’altro. Abbiamo tutto ciò che ci serve per essere felici. Per godere, per portare la nostra anima sognatrice all’orgasmo. Abbiamo gli sterminati paesaggi del selvaggio West, la suggestione unica dei grandi spazi e dei fitti silenzi della Monumental Valley prediletta da quello dei nostri due John che si dedica alla regia. Abbiamo il profumo della prateria e delle distese innevate del grande Nord (e della libertà insita in questi due odori dolcissimi), che arriva a noi anche dalle due dimensioni del grande schermo.

E abbiamo questo straordinario eroe in cui immedesimarci. Ossia il gigantesco, sprezzante, burbero, cinico John Wayne/Ethan, che darà corpo alla nostra ansia di trasformarci in protagonisti di vicende memorabili. Va tutto bene così? No, non va ancora bene. C’è bisogno ancora di qualche ritocco per godere al meglio della nostra avventura Perché non sta bene che il nostro modello sullo schermo abbia solo qualità positive. Che diavolo, siamo spettatori moderni e smaliziati! E allora che il nostro eroe sia anche un po’ razzista. Che il nostro eroe sia accecato da un odio verso gli indiani che lo porta a infierire sui loro cadaveri, affinché senza gli occhi le anime dei suoi nemici mortali non trovino la strada per arrivare a Manitù. Sì, un pizzico di razzismo antipellerossa (l’unico indiano buono è quello morto) va bene nel nostro eroe Ethan/Wayne. Aumenta la sua complessità e credibilità psicologica. In tutti i casi già sappiamo – siamo spettatori smaliziati non solo a parole - che prima della fine dell’avventura a due dimensioni il nostro Ethan si sarà redento dal cinismo e ancor più dal razzismo. E ci accompagnerà alla scritta finale mentre ci sentiamo il cuore leggero e grato.

Ho rivisto poche sere fa uno dei capolavori western di John Ford, Sentieri Selvaggi del 1956. Non il film del maestro del cinema che preferisco in assoluto (Ombre rosse e Il massacro di Forte Apache mi piacquero di più, ricordo; senza scordare il formidabile e modernissimo Uomo che uccise Liberty Valance o gli ugualmente eccezionali Cavalieri del Nord Ovest, Un uomo tranquillo o La carovana dei mormoni: ma qui è meglio smettere o non si finirebbe mai di citare film del genio del western). In ogni caso è una storia o meglio un‘avventura come ce ne sono poche. Tra l’altro si tratta della pellicola fordiana in assoluto preferita dai critici, quelli dotti e qualche volta con la puzza sotto il naso (probabilmente a causa della già accennata maggiore complessità psicologica rispetto a film precedenti e del superamento di una visione manichea seppur spettacolare del West). In una recente classifica stilata dai maggiori critici cinematografici, Sentieri Selvaggi si è classificato al quarto posto nei film di tutti i tempi.

Abbiamo tempo solo per la trama e per qualche considerazione finale. 1868, il disilluso Ethan, reduce alla guerra civile, è ospite del fratello nel periodo di tempo in cui questi e la sua famiglia sono trucidati dagli indiani. Sola la più piccola delle bambine sopravvive, rapita dai razziatori (sono i terribili Comanche). Ethan, aiutato dal figlio adottivo del fratello morto, Martin, cerca la superstite per mari e monti per dieci lunghi anni. Ritroverà la nipote quando, ormai adulta, sarà diventata un’indiana. Indimenticabile la scena finale, quella in cui John Wayne insegue a cavallo la nipote ormai corrotta ai suoi occhi dalla prolungata promiscuità con i pellerossa (trattasi della mitica e sfortunata Nathalie Wood)). Tutti pensiamo che voglia ucciderla, come ha già dichiarato di voler fare in altre parti del film. Invece all’ultimo momento John cambia parere e carica con affetto la Wood sul cavallo e dice qualcosa tipo “Si torna a casa”.

Cosa mi è rimasto impresso del film? Soprattutto la scena iniziale. C’è la porta di una tipica abitazione di legno che si apre e… ed ecco che il West ti entra in casa con le straordinarie distese della Monumental Valley. Cioè due metri fuori della casa, non a duecento metri o a due chilometri, già si respira aria di libertà. Già ti pare quasi di vedere gli indiani, ancora ostili nel cinema di quegli anni, o i bisonti… anche se i veri bisonti nel film si vedono solo quando le ricerche di Ethan e del nipote li porteranno molto più a Nord (a quel punto il truce Wayne uccide gratuitamente parecchi di quei bestioni per il solo scopo di affamare gli indiani: pensava, correttamente e in anticipo sui tempi, di annientare l'odiata razza dei pellerossa togliendole la principale fonte di sussistenza).
Efficacissimo lo scorbutico personaggio disegnato da Wayne. Le sue risposte sprezzanti al povero nipote che ha la sventura di accompagnarlo nella ricerca colgono sempre nel segno.
Ad armonizzare trama e personaggi, c’è tutto l’armamentario del West reso celebre da Ford. Le canzoni popolari, le briose donne in sottana che mettono in riga omaccioni grandi il doppio di loro, l’intermezzo comico assicurato dal mezzo scemo ma valoroso Mosè o dal Reverendo/capitano dell’esercito antagonista di Ethan. Ciliegina sulla torta il duello rusticano a colpi di sinceri cazzotti per decidere a chi debba andare in sposa la fanciulla fordiana già in abito nuziale.

Sul versante degli indiani, parecchie le note positive. Prima di tutto i nativi americani, come si dice adesso, sono visti in modo ben più articolato rispetto al passato. Gli indiani sono spinti da solide ragioni che spiegano, se non giustificano, certi loro eccidi indiscriminati. Hanno una loro cultura e personalità. Parlano di meno come i negri dei tempi di Via col vento e sembrano meno fumettistici dei loro colleghi sia pure efficacissimi di Ombre rosse. Pregevole pure la presenza di veri attori o comparse pellerossa, punto di rottura con certi indiani di aspetto mitteleuropeo che si vedevano nei film dell’epoca. Una delle poche note stonate in questo campo è che il capo dei Comanche razziatori, Scar/Scout, ha la faccia di uno che gli indiani li ha visti solo al circo.
Il film finisce dove era iniziato. Con lo straordinario uscio che si chiude sulla prateria. Tac, buio. L’avventura è finita.

1 commento:

  1. ciao, la bellezza del film è proprio questa a pochi metri da te una realta nuova in cui catapultarsi, ah per quanto riguarda alice no! ti sbagli lei non ha fatto orgoglio e pregiudizio, ma solo "dignita'" e "malinconia".eh si.:_)
    postato da iris il 10/05/2006 16:25

    Hai appena citato uno dei miei film preferiti, anche se non sono un intellettuale lo ritengo il punto più alto della carriera di Ford, proprio perché è riuscito a fare un western classico senza utilizzare dei personaggi tagliati con l'accetta. Mi permetto di aggiungere alla tua analisi la figura della moglie indiana del ragazzo ("loop", anche se si chiamava qualcosa tipo Anatra all'Arancia se non ricordo male), che parte come spunto per intermezzi comici per poi diventare una figura più drammatica ed andarsene in maniera tristissima (mi è sempre piaciuta quella scena). Hasta la vista y suerte
    postato da Colui che vede Oltre il 10/05/2006 17:13

    Molto ben segnalato il particolare della moglie indiana. Lo volevo mettere pure io, ma poi ho dovuto rinunciare per mancanza di spazio. Bene hai fatto a sottolineare l'inizio comico di questa microvicenda che poi tenderà a drammatizzarsi. Tra l'altro la moglie del nipote di Wayne, Martin, è una vera indiana e non le solite bianche o al massimo messicane ripassate con una mano di terra di siena rossastra. Infine l'episodio che citi dimostra la modernità di "Sentieri Selvaggi" e il suo anticipare temi propri del western psicologico che arriverà più di un decennio dopo. Forse ricorderai la somiglianza, anche nelle modalità di acquisto, della moglie indiana fordiana con quella comprata più di un decennio dopo da Robert Redford nel magistrale "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo" (la moglie di Redford era decisamente meglio, ma era una pellerossa purosangue pure lei).
    postato da a Colui il 10/05/2006 17:37

    Certo che dalla trilogia galattica al western ce ne passa!!!
    postato da sibillasi il 10/05/2006 18:02

    Ho commentato il post precedente, qui ti saluto.
    postato da iltov il 10/05/2006 18:06

    Tre caffé pagati all'amico iltov per il commento al post sottostante, che qui riporto (so che il mio non sarà il massimo della modestia, ma lasciateci almeno questi piccoli piaceri della vita laddove i grandi sono irraggiungibili): "Questo pezzo è un colpo di genio, ne sono entusiasta. Bello, bello, bello." Caffè, caffè, caffè! Ne approfitto per un commento sul western moderno (cioè, per quanto mi riguarda, sui film di questo genere cinematografico successivi agli anni 70). Non ho visto molti western moderni degni di questo nome. Non ricordo che pochi titoli validi, curiosamente quasi tutti con la presenza di Kevin Costner, tra cui "Balla coi lupi". Giudico questo film un autentico capolavoro nella sua versione integrale di quattro ore, di cui sono felice possessore (l'incontaminato paesaggio delle praterie in questa storia, corredato di orizzonti lontani e mandrie di bisonti provocatrici di scosse sismiche di elevata magnitudo, assume il ruolo di un attore mille volte più efficace di un mattatore del set assurto al titolo di baronetto.) Per altri versi, ho notato che il processo di decadenza iniziato sul finire degli anni Sessanta col western psicologico, è progredito e ha reso agonizzante questo genere cinematografico con film anche pluripremiati come "Gli spostati" di Clint Eastwood. Il western non è un genere che si presta molto alle complicazioni psicologiche, che in qualche caso di cow-boy tormentati da sensi di colpa e incertezze esistenziali degne di Freud diventano ridicole. Il cinema di cow-boy e indiani secondo me dovrebbe essere difeso dalle contraffazioni come il buon vino lo è con il marchio doc. Quasi sempre ogni cedimento al modernismo in questo campo ha generato prodotti scadenti e danneggiato gravemente la reputazione di questo genere cinematografico.
    postato da penultimo che gode il 10/05/2006 18:45

    Ciao penultimo.Vedo con dispiacere che mi hai tolto dagli amici..Mi dispiace perche ti legevo sempre, tante volte senza commentare perche non all'altezza.Ora diventa più difficile trovarti..
    postato da Anne il 10/05/2006 20:06

    è keira knightley o giu di li il nome la protagonista di orgoglio e pregiudizio ma si assomigliano con la prot. di closer, ti lascio il link per vederti le foto:-) http://www.uip.it/orgoglioepregiudizio/ ciaoooo!
    postato da iris il 10/05/2006 20:51

    A me è rimasta impressa l'ultima scena. LUI con la ragazza in braccio, la porta, il contrasto fra lo scuro dell'interno e la forte luminosità dell' esterno, il commento musicale. Grande epopea.
    postato da octopus il 10/05/2006 21:08

    dei film western ho un ricordo particolare: hanno segnato un periodo della mia infanzia. al polo nord non c’era la tv nel nostro igloo. ci capitava, in occasione di visite a parenti, di lasciarci affascinare da questa scatola dalla quale scaturivano immagini e suoni. e lì mi ricordo di aver visto i primi film. western. uomini a cavallo, uomini rudi e affascinanti, eroi dalla pistola facile, che avevano faticosamente la meglio su indiani cattivi muniti di frecce pericolosissime che spesso e volentieri se ne tornavano a casa con il tanto prestigioso scalpo… poi i pellerossa hanno fatto breccia e ho capito tante cose su questo rapporto tra conquistatori e nativi. l’affascinante cow-boy ai miei occhi è diventato il cattivo. il cinema americano si è un po’ rifatto con “balla coi lupi”. ora non potrei più guardare un film con john wayne, bravissimo attore ma ambasciatore di quell’abuso di potere che detesto con tutto il cuore. da ultimo, ma non meno importante: è piacevole fare un salto nella prateria, scendere da cavallo e sedersi in cerchio vicino al tuo fuoco… sentire e vivere ciò che così realisticamente sai raccontare. penultimo sei MITICO! bacio :-)
    postato da sempreio il 10/05/2006 21:28

    Ciao! Passo a salutarti e ad augurarti buona serata dopo un bel po' di latitanza Baci
    postato da La signora Plin il 10/05/2006 23:07

    Più che altro ad impegni, sono stata poco su internet...troppi impegni con l'università! Tu come stai?
    postato da La signora Plin il 10/05/2006 23:16

    anche tu sei molto caro (quando non rovesci il tavolo... del bivacco). sai, per il tuo desiderio, ti potrei proporre di provare insieme ma non verrebbe come lo sogniamo... io credo sia molto importante che non tutti i desideri si concretizzino: bisogna avere qualcosa per cui continuare a sognare. bisogna avere dei sogni non rotti da nessun imprevisto che la realtà immancabilmente trascina con se. (che frase da tedeska) ;-) ciao f.
    postato da sempreio il 10/05/2006 23:20

    certo che mi sono andata a vedere qualche scheda di questo film e mi incuriosisce vederlo con attenzione sopratutto per questo pessimismo e agghiacciante compiacenza in cui ford descrive il protagonista(fonte delle schede consultate) e poi ho proprio voglia di perdermi in questi paesaggi naturali bellissimi,ciaoooooo"e buona serata.
    postato da iris il 11/05/2006 00:10

    Alcune su John Wayne. Iniziamo con Nanny Loy, il popolare e simpaticissimo regista sardo, autore di molti bei film tra cui "Mi manda Picone" e tra l'altro amante sfegatato della mia negletta città partenopea. Nanni Loy raccontava spesso che quando lui era giovane doveva vedersi di nascosto (lui e tanti altri)i film di Totò, perché la critica ufficiale non faceva che sparare a zero contro il genio della comicità napoletana. "Ci facevano vergognare di vedere Totò!" accusava spesso Nanni Loy con l'aria di aver subito un trauma giovanile da cui non si era più ripreso. Ebbene qualcosa di simile è successo pure con John Wayne. Ricordo che quand'ero ragazzo Wayne era considerato alla stregua del peggior fascista e guerrafondaio e che i suoi film e la sua recitazione erano equiparati alla spazzatura. Inoltre nessuno sano di mente poteva affermare in un luogo pubblico, pena la totale riprovazione sociale, di aver visto i suoi film e peggio ancora di averli trovati in alcuni casi belli. Come Nanni Loy, oggi dico: "Ci hanno vergognare di vedere Wayne!" C'è da dire che in effetti il popolare attore di western aveva davvero idee politiche spostate a destra e manifestava una certa tendenza alla semplificazione ideologica, specie per quanto riguarda il Vietnam. Ma come uno scrittore anche di comportamento criticabile può scrivere un ammirevole libro, anche per Wayne quello che faceva nella sua vita privata erano affari suoi che nulla toglievano alla qualità di certi suoi film, specie quelli realizzati con il maestro John Ford. Io ho sempre trovato John Wayne un grande ed efficace attore, forse non adatto a tutti i generi cinematografici (se gli si toglieva cinturone, speroni e cappello a larga falda sembrava nudo), ma insuperabile per quanto riguarda il western. Anzi, in questo ambito cinematografico, pur avendo il cinema classico vantato una serie di grandissimi interpreti che andavano da James Stewart a Glenn Ford e all'olimpico Gary Cooper, ho sempre pensato che il Nostro fosse l'attore più efficace in assoluto quando si trattava di cavalcare a briglia sciolta o scazzottarsi nei saloon. Celeberrimi il suo sguardo a metà tra il duro della prateria e il disilluso che ha visto quasi tutto del mondo, la sua camminata strascicata, il suo parlare a scatti, con battute tipiche da attaccabrighe da saloon, il suo guardare dall’alto in basso chiunque gli fosse a tiro. Peraltro Wayne era l’attore preferito di John Ford, dato che quasi tutti i capolavori di questo regista sono stati interpretati dall’attore cow-boy. Dopo tanti anni, dopo aver dato a Totò ciò che era di Totò, è finalmente possibile dare a Wayne ciò che era di Wayne.
    postato da penultimo il 11/05/2006 00:35

    ma gli spaghetti western di corbucci sono meglio...:)ciao,nico.
    postato da nicocordola666669 il 11/05/2006 02:13

    Da bambina spesso giocavamo a cow-boy e indiani,ci ispiravamo appunto ai grandi film del genere che a quei "tempi",era molto più facile vedere in tv:finivo sempre per fare l'indiano ma se nel mio gruppetto c'erano dei maschietti,il ruolo di squaw non me lo toglieva nessuno...il finale del gioco era scontato:il gruppo dei cow boy aveva sempre la meglio,perchè loro erano i più forti e i più "buoni"...sarà anche stato,ma quasi come nella realtà,questi "buoni" erano parecchio prepotenti,e non ci facevano mai vincere!!! Non ho mai pensato alle idee politiche di mister wayne,era semplicemente perfetto nei ruoli che interpretava,e pur dispiacendomi per la storia travisata che ne usciva fuori degli indiani,è proprio attraverso quei film che ho imparato a conoscerli e poi ad averne immenso rispetto. Ho il ricordo della "carovana dei mormoni" come uno dei miei preferiti,ma tutti quelli da te citati hanno segnato incredibilmente un'epoca! grazie per aver aperto quella porta sulla prateria per un assaggio di vecchio west!
    postato da elle il 11/05/2006 06:36

    Non sonio propriamente un appassionate del genere, ma ci sono dei capolavori che non possono essere dimenticati. Come ignorare le opere di Sergio Leone ed altri che hanno fatto del genere buona parte della storia del cinema. Felice che ti sia piaciuta la mia intervista a Simona. Ciao
    postato da Whollock - The man machine il 11/05/2006 10:34

    Bella giornata a Napoli. Sole discreto e aria frizzante. Benedetta primavera. Ah, proprio adesso il sole si è un pochino nascosto, ma va bene lo stesso. Sul western all'italiana. Quelli di Leone sono veri e propri capolavori, specie "C'era una volta il West". Tuttavia il western all'italiana, nella sua veste più seria tipica degli ultimi film di Leone, mi ha sempre lasciato un po' di amaro in bocca. L'amaro era dovuto principalmente all'assenza di indiani nelle pellicole girate a Cinecittà (dovuta penso soprattutto all'impossibilità assoluta di far passare un nativo di Trastevere per un Apache Mescalero o un Sioux sul piede di guerra). La mancanza di indiani porta come corollario anche quella dei bisonti. Se non hai i bisonti non hai nemmeno le grandi carovane dei coloni alla scoperta di un mondo nuovo. E non hai le sterminate mandrie di vacche da portare a Tucson, Abilene, Dodge City o dove diavolo ti pare. Il miglior western all'italiana, certo non quello spaghetti con Tomas Milian e Giuliano Gemma, era un genere cinematografico monco. E monco specialmente in quegli elementi che a mio avviso stimolavano di più la fantasticazione e i voli della mente.
    postato da penultimo il 11/05/2006 12:38

    posso solo lasciarti un saluto... mi intendo così poco di film.. ciaooo
    postato da ivy phoenix il 11/05/2006 13:18

    Edoardo Bennato fa parte della mia giovinezza. Fino all'album su Peter Pan (non ho più la memoria di un tempo per i titoli) era uno dei migliori cantautori italiani, poi è un po' calato, secondo me. Notevole anche l'album come Joe Sarnataro. Un giorno qui a Roma l'ho anche incontrato e mi sono complimentato con lui. Ho cantato centinaia di volte "un giorno credi di esser giusto..." con gli amici e la chitarra (come tutti penso) e ho amato "Franz è il mio nome...", "ma chi è! allaffore eh! ma chi è!!!", "eaa! ma come andiamo forte, eaa! ormai nessuno ci può fermar..." "no, tu non puoi lamentarti perchè ti senti male, che ti scoppia la testa e non ce la fai più a guidare...", "e adesso in fila per tre, marciate tutti con me e ricordatevi i libri di storia...", "io per te Margherita..." Devo continuare? Mi hai fatto venire nostalgia, te possino...
    postato da medusa il 11/05/2006 14:10

    Juve o Inter?
    postato da Signora delle Ore Scure il 11/05/2006 14:24

    alla signora delle ore scure. Inter. a medusa Bennato è un grande. Una delle tre grandi B, forse quella più incisiva (Bennato, Battiato, Battisti) Grandissimo nei Settanta e nella prima metà degli Ottanta, poi il declino. Ho postato parecchi titoli bennatiani nel post del cruciverba, sono uno più bello dell'altro. La superiorità assoluta di Bennato rispetto ai cantautori classici è stata di avere, oltre ai testi e alle atmosfere musicali giuste, un ritmo e un mordente musicali agli altri sconosciuto. a ivy la felice ricambio il tuo saluto, ti posso fare qualche ripetizione di cinema se tu ricambi il favore parlandomi dei misteri del computer. a Whollock Detto della mia ammirazione con riserva per il western all'italiana. a elle mai giocato a indiani e cow-boy. forse mai giocato e basta. Temevo per un momento che tu ci parlassi del gioco del dottore e della paziente, ehm. Concordo sulla "Carovana dei mormoni", come ho già detto nel post. A nicocordola Corbucci? Cos'è un nome? a iris vedi "Sentieri selvaggi" e non sarai delusa, con l'avvertenza che il cinema che si faceva mezzo secolo fa è diverso dall'attuale e potrebbe risultare indigesto a qualche palato poco avvezzo ai cambiamenti. a sempreio te canterei "My pony, my rifle and me" (Dean Martin in un "Un dollaro d'onore", c'era pure John Wayne), ma poi non vorrei che mi accusassi di rovesciare il tavolo del bivacco.
    postato da solo a quelli presenti in questa pagina il 11/05/2006 14:52

    Bene. prendi una sedia, io ho la mia, accomodati e parliamone.... SI PUO' SAPERE in che anno vivi??? Ora ti devo dire, senza che tu inorridisca, che io ASCOLTO ALTRA MUSICA! C o n t e m p o r a n e a!!! ora puoi continuare a ricordarmi motivetti...MA, e che sia chiaro, non più vecchi di dieci anni, credi di riuscirci?? Tua fedele lettrice, penny
    postato da pen instabile il 11/05/2006 15:08

    Sono stabilissimo come un pilastro di cemento armato, cara pen. Visto che non apprezzi le mie canzoni, smetterò di ricordartele (d'altronde non si può piacere a tutti). In verità ti ricordo vecchi titoli per due motivi principali. Il primo motivo è che una canzone di trent'anni fa (o anche venti), come un vecchio film, assume un'aura vissuta, somiglia quasi a un antico eroe che ha superato epiche battaglie e arriva, barcollante acciaccato ma coperto di gloria, fino a noi. Questo pure trattandosi di motivi sciocchi o commerciali. Una canzone moderna, anche bella e orecchiabile, e ce ne sono un mucchio, è solo una canzone. Nient'altro. Non ha una storia dietro, non ha superato il periglioso corso degli anni. E' una canzone e basta. Potrei farti l'esempio di un motivo che mi piace, "Sei nell'anima" della Nannini. E' bello e lo canto facendomi la barba, ma non posso attribuirgli significati aggiuntivi. Forse quando qualcuno ricorderà questa stessa melodia tra venti o trent'anni, la citazione assumerà un diverso significato. Il secondo motivo è che ho notato che quando citi canzoni moderne c'è sempre qualcuno pronto a criticare i tuoi gusti musicali, accusandoli di semplicismo o mire commerciali. Sinceramente delle volte mi rompo le scatole di polemizzare con la gente perché ho detto di aver trovato piacevole un pezzo di degli sugarfree o di ramazzotti (non capita spesso, non rabbrividite, ma in qualche caso è successo). Chiusa parentesi. Chiuso pure l’invio di mie canzoni in quel di Itaca. Sempre lieto di averti tra i miei lettori. :-)
    postato da penultimo il 11/05/2006 16:22

    Grazie per l'1 verticale. Bellissima la tua idea e bravissimo nell'attuarla! Dei didietro che dire? Gran belle ragazze! Di Ford conosco molto poco. Amo i western di Leone, ma ho visto pochi western americani. Un bacio in verticale ;-)
    postato da Rem il 11/05/2006 16:43

    I western non mi piacciono... :) Io sono una masochista sentimentale guardo solo i film che inducono al suicidio... un bacio Primo:*******
    postato da frakkola il 11/05/2006 17:05

    buongiorno..è sorprendente il tuo blog..passa da un argomento all'altro con una facilità..non amo questo genere di film..ma adoro gli indiani e le musiche che fanno da colonna sonora..senza dubbio sono film che hanno fatto la storia del cinema e sono personaggi che si tramanderanno..non aggiungo altro..e come ribadisco su tutti i tuoi post che parlano di cinema..il mio bagaglio culturale in tema è leggerissimo....a presto...
    postato da Aikido il 11/05/2006 17:08

    poche cose mi stanno sulle balle come i films western. e allora, ciao.
    postato da Lisa il 11/05/2006 17:53

    Facciamo così, cara lisa, la chiudiamo in pareggio. Tu mi dici che i western ti stanno sulle balle e io ti segnalo che la parola film in italiano è invariabile pure al plurale. Ti ringrazio per il saluto. :-)
    postato da penultimo il 11/05/2006 18:14

    GLi ultimi saranno i primi... e da oggi anche i penultimi... ehehehehhe :)
    postato da frakkola il 11/05/2006 18:43

    Qualche film di Leone l'ho visto, però i western mi lasciano sempre una sensazione strana, come se mi fossi riempita di polvere anche io insieme ai protagonisti. Boh? Un beso
    postato da adelasia il 11/05/2006 20:52

    ciao penultimo, vedo che anche oggi sei riuscito a intrattenere i tuoi ospiti da buon padrone di casa ;-) mi piace quando mi dedichi canzoni, hai forse capito qual'è il mio punto debole :-))) pensando agli indiani, mi ricordo del film (io l'ho visto a puntate una vita fa, ma ho notato che è stato rifatto in versione cinematrografica) "l'ultimo dei mohicani". quanto ho pianto sulla storia di quell'uomo raro dal destino di un dinosauro, con la cresta sulla testa e il cuore tenero (salvo quando scotennava qualche nemico). scusa se io sono ancora dall'altra parte della barricata, ma, come i salmoni, io i fiumi li risalgo, non mi faccio trascinare ;-) bacio
    postato da sempreio il 11/05/2006 23:23

    a sempreio ma scusa, ma come fai a stare dalla parte di quel cattivissimo di Magua (quello con la cresta)? aveva le sue ragioni, ma avrai pure notato che quando la più giovane delle pollastre scozzesi cade nel baratro (o meglio si butta per non finire nelle sue grinfie) non batte un ciglio. Dato che sono un'inguaribile romantico "L'ultimo dei Moicani” mi è piaciuto molto. Madeleine Stowe (la maggiore delle figlie del colonello Monroe) è stata per alcuni anni al centro delle mie fantasie. Trovavo del tutto irresistibile quel suo sguardo reso indimenticabile da un lieve strabismo di Venere. Ora ricordo anche il nome del personaggio, Cora. Che nome evocativo e dolce. Efficace nella parte dell’indiano-bianco lo scattante Day-Lewis, ben coadiuvato dai parenti indiani acquisiti Uncas (ucciso dal truce Magua) e Cingachgook (che sollievo quando nel finale fa a pezzi il cattivissimo e vendicativo Urone, e cioè il bravo attore Wes Studi, noto per accettare solo parti di pellerossa). Che dire di quel film? Amore, amore, amore. Ce n'è di questo sentimento a più non posso (anche troppo per certi palati che non gradiscono i sapori dolci). Accompagnato da robuste dosi di avventura. La sceneggiatura funziona anche perché ispirata a quella di un valido film degli anni 30 sullo stesso argomento. Tre cose. Uno, i personaggi riescono a essere credibili, come raramente succede nei film moderni. Non si cede nemmeno un palmo alla grossolana semplificazione di certi recenti film in costume che sembrano appartenere più al videogioco che al cinema (“La maledizione della prima luna”). I rapporti interpersonali sono guidati da una giusta dose di formalismo. Però i punti davvero di forza del film sono il due e il tre. Ossia i paesaggi di immane bellezza che fanno da sfondo alle vicende raccontate. Le foreste incontaminate del grande nord, le montagne brumose, il sottobosco pregno di pericoli, le fresche cascate con l’acqua pura come quella esistente ai primordi della vita. Davvero non ricordo di aver mai visto in nessun film paesaggi stupendi e grandiosi come quelli dell’”Ultimo dei Mohicani”, forse solo in qualche passaggio del “Signore degli Anelli”, ma nemmeno in quest’ultima storia i burroni, le distese erbose, i greti dei fiumi erano di tale livello. A chiudere, l’efficacia unica della colonna sonora. Il tema principale è quello che è. Chi lo ha sentito una volta non credo che lo potrà mai scordare. Eppure il punto in cui io rimasi letteralmente ipnotizzato è quando Day-Lewis e i suoi compagni indiani inseguono Magua e il suo gruppo per i sentieri scoscesi, accompagnati da un trascinante motivo di sapore irlandese, una specie di ballata popolare fatta a suon di violino che si protrae per ben sette minuti indimenticabili. Delle volte prendo il dvd del film e guardo solo quei sette minuti di inseguimento condito dalla ballata irlandese (o quello che è) di sottofondo. La chiudo qui perché si è fatto davvero tardi.
    postato da penultimo il 12/05/2006 01:41

    che dirti ...penso che la scelta di un film sia personale , come nella musica , però quelli che citi nel post sono bei film.... , pilastri dei film di oggi ....
    postato da nubilefrancesco il 12/05/2006 03:10

    le mie provocazioni sono per ridere e scherzare insieme. Te la prendi? Se è così, ecco il limite delle conoscenze virtuali, non c'è l'appoggio delle mie espressioni mimiche!!
    postato da pen, che non dorme il 12/05/2006 03:19

    eccellente penny, spero di trovarlo al più presto e di potermici immergere. grazie!!!
    postato da sempreio il 12/05/2006 08:57

    Ho sempre amato questo genere di film, e, scusami il bisticcio di parole, credo sia proprio una questione generazionale; io, ad esempio non sono riuscito a vedere nessun film della serie Star Wars, che credo si possa dire sia la continuazione dell'epopea western. Il mio film preferito è "Un uomo tranquillo". Ciao :-)
    postato da Amfortas il 12/05/2006 10:25

    Prima una specificazione (per sempreio, ma non solo) Ho parlato dell'"Ultimo dei Mohicani" anche se io non lo considero affatto un western. Nemmeno un po'. Per me è un bel film di amore e d'avventura, ma non un western. Una per penny Avevo la certessa assoluta che tu stessi scherzando. Però leggendo la tua nota quella certezza si incrinava alquanto. Se trovo qualche canzone recente da sottoporti lo farò. Ti lascio un bacio (sulla guancia sennò tuo marito mi sgrida). :-) Amfortas Il western agonizza, anche se ogni tanto ci sono ottimi prodotti che rivitalizzano il genere. Non credo sia una questione generazionale, perché negli anni Cinquanta e Sessanta il western piaceva agli spettatori di tutte le età. Probabilmente a infiacchire il genere sono state certe adulterazioni moderniste in cui parlavo in un altro commento. Il western è qualcosa di classico, come un certo tipo di canzone napoletana, non si dovrebbe cercare di modificarne le fondamenta. a nubilefrancesco i film di Ford sono davvero dei pilastri.
    postato da cavaliere libero e mattutino il 12/05/2006 12:39

    ....la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare....mi fido di te...mi fido di te... (io che soffro di vertigini da quando ho ascoltato questa canzone ne sono orgogliosa)
    postato da penelopotti il 12/05/2006 13:15

    Grazie per tutte le perle che hai lasciato nel mio ultimo post... gringo!Un bacio e buon weekend...
    postato da Claudia dalla stanza il 12/05/2006 13:54

    Non c'è molto da interpretare... è un "aaaaaaaaaaah" "sospirante" perchè quella foto in bianco e nero mi piace moltissimo.... e oggi non avevo voglia di scrivere... cmunque se posso permettermi un riferimento west totalmente fuori luogo... ieri ho rivisto mezzogiorno e mezzo di fuoco di mel brooks... favoloso!!!
    postato da Claudia il 12/05/2006 14:59

    Signor Penultimo, che fa? dorme? sono due giorni che non scrive...ci dobbiamo preoccupare?????
    postato da Sibilla il 12/05/2006 14:59

    in effetti pensa che manco conosco anna identici... ehm... canzoni d'amore.. per me sono with or without you, U2.. the power of love, frankie goes to hoolywood, e caruso, lucio dalla... più in là non vado.... ciao buon weekend
    postato da ivy phoenix il 12/05/2006 15:01

    La volete sapere una fortissima? Ero convinto che oggi fosse giovedì. Mi sono accorto dell'errore solo quando Claudia mi ha augurato buon week end. Allora ho visto che accanto ai commenti era scritto "venerdì". Ora però non bacchettatemi. Per sibilla Ho un nuovo post in arrivo. Si chiama "Florido commercio sentimentale", spero di finirlo a breve, anche per fartelo leggere, dato che tu a casa mi pare non abbia la possibilità di collegarti.
    postato da Cavaliere dei Penultimi il 12/05/2006 15:50

    la vuoi sapere una ancora + forte? mi sono comperata il film "l'ultimo dei mohicani" e stasero me lo mangio (se non mi farà di nuovo addormentare)... sono d'accordo con te: non è un western, ma pensando ai cow-boy mi sono venuti in mente gli indiani. bacio :-)
    postato da sempreio il 13/05/2006 19:06

    immagino starai aspettando la mia impressione sul film "l'ultimo dei mohicani". in effetti il tuo commento lungo calza benissimo. il mio è stato invece molto impreciso, vuoi per gli anni che sono passati, vuoi per una diversa impostazione del film cinematografico rispetto alla serie televisiva (?) in bianco e nero che avevo visto all'incirca 30 anni fa. già dalle prime immagini mi sono sentita a casa: i boschi, l'acqua che scorre su quelle pietre levigate e le vallate a perdita d'occhio, immagini bellissime accompagnate da una musica eccezionale... poi la brutalità dei combattimenti, non poteva essere così, ne sarei rimasta sconvolta da bambina. magua è d'una crudeltà ingiustificata, hai ragione: non posso essere dalla parte di un uomo così. l'ultimo dei mohicani e i suoi figli: uomini eccezionali che chiedono perdono al cervo per averlo ucciso. e poi "lalonguecarabine", l'uomo dagli occhi verdi, di cui ci si innamora. l'uomo che ti racconta la favola di come son nate le stelle, uomini così non esistono nella realtà... o forse non ci sono più donne che meritano tanto. la storia d'amore è favolosa. quando lui grida a lei di restare e l'assicura che la ritroverà è il massimo della dedizione. le donne sono bravissime e bellissime... io non mi butterei nel vuoto per nessun uomo, ma scherziamo? trovo che non si è dato il giusto spazio a uncas e cingachgook (o come diavolo si scrive). la ballata finale è come la descrivi tu: da vedere e rivedere. credo proprio che rivedrò l'intero film perché una sola visione non basta.
    postato da sempreio il 15/05/2006 16:14

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