giovedì 16 marzo 2006

Alza la gonna, Marilyn

Finisco quanto ho da dire sul mio regista preferito Billy Wilder. Breve introduzione. Torniamo a come si percepivano i film in tivvù un po’ di anni fa. Oggi, vista l’abbondanza di cinema in televisione, un film è visto più o meno come un videogioco alla “Tomb Rider” (non a caso da molti videogiochi si traggono pellicole per lo più scadenti). Allora non era così. Quando vedevi un film ti pareva di essere l’ospite d’onore di un ricevimento elitario e raffinato, un evento unico che si teneva solo per te e di cui eri il protagonista principale.

Ecco gli stati d’animo che si avvicendavano dentro di te fino all’orario agognato del cinema a casa tua. Prima di tutto la noia, la noia indispettita che accompagnava lo snodarsi del compassato telegiornale serale condotto da Tito Stagno o Piero Angela (noia che aveva un cedimento solo in presenza delle geniali corrispondenze di Ruggero Orlando da New York, o meglio da “Nuova” York, come diceva lui). Quindi l’improvvisa accelerazione del flusso sanguigno alle prime note del Carosello, che avevano il potere di arcuare verso l’alto gli angoli della tua bocca. Ancora aumento dell’euforia all’apparizione del busto classico di annunciatrici che rispondevano agli evocativi nomi di Nicoletta Orsomando o Annamaria Gambineri. Quindi le già citate imprecazioni rivolte agli avi dei critici televisivi in calzino scuro e prosopopea multicolore.
Poi ecco l’evento. Ecco il miracolo. Ecco i primi ruggiti del leone della Metro. Ecco scorrere i titoli di testa scortati da una colonna sonora enfatica ma travolgente, ed ecco il primo meraviglioso fotogramma del film dopo l’atteso nome del regista (atteso perché dopo iniziava il film). Via, l’avventura inizia.

Primo film della seconda parte, Quando la moglie è in vacanza. Quello con la famosa scena in cui a Marilyn Monroe si alza la gonna a causa di un getto d'aria (è stata definita una delle grandi icone del secolo XX insieme alla camminata solitaria del nerovestito Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco), 1955. Scommetto che tutti hanno sentito parlare di questo film, sia pure per via indiretta. Mi piacevano i dialoghi e le situazioni piccanti. La sola voce doppiata di Marilyn Monroe mi faceva sognare con tutte quelle sfumature che andavano dall'oca alla donna fattasi improvvisamente riflessiva (ho l'occasione per un inciso, a mio avviso non esiste delitto peggiore di quello di ridoppiare un film vecchio e “valoroso” e di farlo con voci moderne che si esprimono con un linguaggio e un'intonazione da situation comedy tipo “Friends”: quando vedo perpetrato un crimine simile vorrei fare uno sproposito). Curiosità: quando la Monroe girò la celeberrima scena della gonna alzata, tutta Manhattan si bloccò a causa delle decine di migliaia di curiosi accorsi sulla scena del ciak (pare si fosse diffusa la voce che Marilyn sotto non indossasse niente e pare che quella voce fosse vera, almeno in un primo tempo).
Bello anche A qualcuno piace caldo, 1959, il film con la famosa battuta finale rivolta, da un corteggiatore, a un Jack Lemmon vestito da donna, ma rivelatosi uomo: “Nessuno è perfetto”. Anche questo film chiaramente ha incontrato il mio favore, anche se qui non saprei dire nulla che mi sia rimasto particolarmente impresso, tranne la sensualità della Monroe. La cosa che più ha danneggiato il film (dal punto di vista che avevo diversi lustri fa) è che io parteggiavo e mi identificavo senza remore nell’adorabile pasticcione Jack Lemmon, mentre com’è noto è Tony Curtis a godere i favori della bionda protagonista.

Citerò ora alcuni film di passaggio, non perché non siano stati belli (Wilder era assolutamente incapace di creare un prodotto brutto o deludente), ma per il fatto che non hanno lasciato un ricordo duraturo in me. L'aquila solitaria, 57, James Stewart è il transvolatore oceanico Lindeberg. Arianna, 57, il tentativo di ripetere il successo di Sabrina, un Gary Cooper un po' troppo attempato corteggia Audrey Hepburn più bella che mai. Un, due tre, 61, magnifico James Cagney, satira ambientata a Berlino Ovest sull'inefficienza dei regimi comunisti (battute di alta qualità recitate alla velocità della luce, Cagney spara ironia come negli anni 30 sparava caricatori di mitra nei film gangsteristici di cui era star indiscussa). Baciami stupido, 64, Compositore vorrebbe lanciare una sua canzone attraverso un celebre cantante (Dean Martin) suo ospite per caso. Comincia col far passare una prostituta (Kim Novak) per sua moglie e gliela butta tra le braccia. Poi, però, ha paura di rimetterci la moglie vera. Commedia amara piena di equivoci nel più puro stile di Billy Wilder. Alla fine Dean Martin porta davvero al successo la canzone del compositore, anche se credo non fosse riuscito a consumare il rapporto con la Novak (la famosa “Donna che visse due volte”, chi conosce Hitchcock sa di cosa parlo).

Rimangono due film che hanno lasciato una fortissima traccia in me. Testimone d'accusa. 57. Charles Laughton (il capitano pazzo del primo film sul Bounty, quello in cui Clark Gable era primo ufficiale) assume la difesa di Tyrone Power in un caso di omicidio. Colpi di scena a non finire. L’avvocato della difesa che si batte come un leone. Quando tutto è perduto, Marlene Dietrich con una memorabile testimonianza falsa scagiona Power. Che dire? Magnifico. In bianco e nero, naturalmente. Uno di quei film che quando finiscono te ne stai lì a guardare i titoli di coda come un fesso e a fantasticare.
Ricordo la scena in cui l'avvocato Laughton interroga Tyrone Power proiettandogli una lama di luce negli occhi con una lente o un medaglione (dice infine che Power è innocente, nessun colpevole ha mai superato la prova del suo interrogatorio: al temine scopriremo che si è sbagliato). Ricordo le pillole che la segretaria fa prendere nei momenti meno indicati al solito Laughton (mattatore del film, qualcuno ha presente la straordinaria voce che lo doppiava? Il solo doppiaggio di quei film li rendeva dei capolavori: non ci credo neanch’io, ma una volta conoscevo per nome e cognome molti doppiatori di epoca classica, adesso non mi rimangono che i nomi di Cesare Polacco e Carletto Romano). E poi i sigari e il brandy che lui fuma e beve di nascosto, ha avuto un attacco di cuore o roba simile, e quei formidabili controinterrogatori alla Perry Mason. Come potete, o quarantenni, non aver visto questo film? E come potete non averlo amato come me? Come potete non aver parteggiato per la Dietrich, quando nell'aula del processo ormai deserta Power getta la maschera da bravo giovane e la deride per essersi sacrificata al suo posto (lei deve andare in prigione pur essendo innocente)? E come potete non aver esultato quando Laughton, che doveva partire per le vacanze che la sua segretaria giudicava improrogabili, decide di rinviarle una seconda volta per assumere la difesa della Dietrich imputata di omicidio (ha ucciso l'odioso Tyrone Power in quella stessa aula di tribunale)? Ragazzi, quello non era cinema, lì non vedevi un film, quella era un'avventura meravigliosa in un mondo di dei di cui tu eri protagonista.

Ultimo film di cui parlerò Non per soldi, ma per denaro, ancora una straordinaria commedia in bianco e nero datata 1966 (siamo un pelo fuori dall’epoca che io giudico classica, ma farò un'eccezione). Una delle prime performance della coppia Lemmon-Matthau, una delle più riuscite. Jack Lemmon a inizio film è investito da un giocatore di football. Il cognato Walter Matthau (Premio Oscar come miglior attore non protagonista; a proposito avete visto E' ricca, la sposo, l'ammazzo? il film in cui l'orso Matthau corteggia quella meravigliosa miliardaria pasticciona esperta di botanica che andava sotto il nome di Enrichetta, se amate quel film io amo voi) lo convince a fingere un gravissimo incidente, con conseguente menomazione, per ottenere una cospicua assicurazione. E' un film che devo aver visto bambino o quasi e che ho cercato di rivedere invano per lunghi anni. Solo di recente ci sono riuscito e sono lieto di dire che la storia aveva conservato fascino e mordacità. I punti che mi sono rimasti impressi? La recitazione unica di Matthau, quel suo snocciolare sotto tono battute al fulmicotone. Il fatto che Jack Lemmon, da quell'ingenuo amatore di donne che era sullo schermo, fosse innamorato della sua ex moglie, pur essendo questa una sconcia e volgare persona con notevoli tendenze al libero amore (purché questo non riguardasse il suo legittimo e un po' fesso marito). E poi la squadra di tecnici assoldata dalla compagnia di assicurazione per svelare l'imbroglio; le cineprese che si inceppavano quando dovevano riprendere particolari compromettenti (qualcuno ricorderà che a un certo punto, deluso forse dalla ex moglie che svela la sua vera natura, Lemmon, che sarebbe dovuto essere in fin di vita, si mette a fare il Tarzan per la camera di ospedale arrampicandosi al lampadario e facendo sul letto salti mortali che più di un atleta avrebbe trovato indigesti). Eppure non ricordo il finale di questo film, se non il fatto che non prendono i soldi. Però doveva essere un gran bel finale o questa storia non mi sarebbe rimasta in testa tanto tempo.

Mi fermo qui, per quanto riguarda Wilder. Ha fatto anche altri film, talvolta anche splendidamente riusciti come Prima pagina, oppure confezionati con gran talento come Vita privata di Sherlock Holmes, ma andiamo nettamente fuori dell'epoca di cui volevo parlare.

The end La prima puntata su Billy Wilder

1 commento:

  1. Ciao..Assomigli molto a Luca avete lo stesso modo di scrivere e l'intelligenza..Non ricordo bene questi film.L'unico e quello a qualcuno piace il caldo.L'ho visto tanti anni fa.In danimarca non si doppiano i film il che è un vantaggio secondo me perche si impara molto più facilmente le linque.Mio figlio parla inglese ma l'accento lascia molto a desiderare.Non ascolta mai l'inglese.Poi un film,per me,nella lingua originale e più bello ma forse è un questione di abitudine..Ho trovato l'autore della poesia o almeno credo!(può darsi che sia due parole in un altra linqua!)Ti leggo volentieri perche imparo parecchio..Un bacio Anne
    postato da Anne il 16/03/2006 18:17

    questa la so!!! questa la so!!! Marylin sotto aveva le mutande, ma erano bianche. Non mi ricordo dove, ma ho visto un servizio che mostrava dei fotogrammi inediti della scena, che sono stati tagliati perché testimoniavano che lei non era propriamente... bionda naturale!
    postato da Colui che vede Oltre il 16/03/2006 18:28

    Ho letto con attenzione entrambi i post, davvero notevoli, te lo dico senza piaggeria. I miei preferiti sono Viale del Tramonto, Testimone d'accusa, e proprio quel film che piace tanto a te "È ricca, la sposo e l'ammazzo" in cui c'era una coprotagonista di cui non ricordo il nome, ma che era eccezionale. Ciao.
    postato da Amfortas il 16/03/2006 18:38

    A Anne sul doppiaggio ci sono varie scuole di pensiero. E' vero che si doppia solo in Italia. In tutti i modi è un'arte pure quella; è opinione diffusa che oreste Lionello, ad esempio, abbia migliorato Woody Allen. E non scordiamoci del bravissismo Ferruccio Amendola. Le voci di un tempo erano molto più impostate e innaturali, ma suggestive al massimo (vedi doppiaggio di John Wayne o Gary Cooper, e che dire di quello di Jimmy Stewart, della Monroe o di Jerry Lewis?). Oggi si preferiscono voci più informali e vicine al parlare quotidiano, ma in alcune circostanze sciatte da morire: è il caso di una giovane attrice hollywoodiana che passa dalle parti di piratessa a quelle di classici della letteratura). non ho capito l'autore della bella poesia che hai postato. Forse è un nome inpronunciabile. :-)
    postato da penultimo il 16/03/2006 20:53

    Pe Colui che vede oltre Sempre sulla gonna della terribile Monroe. Un mio saggio di cinema riferisce che si dovette sudare le sette camicie per indurre Marilyn a mettere le mutande. Era fermamente decisa a uscire in strada (siamo negli anni Cinquanta) e mostrare la sua impertinente amica di sotto a tutti quelli che avessero occhi o telescopi adeguati (pare che ci fosse abbondanza degli uni e degli altri a Manhattan quel giorno. per Amfortas La protagonista di "E' ricca, la sposo, l'ammazzo" si chiama Elaine May. Un fatto poco noto è che è anche la (brava) regista e sceneggiatrice del film. Me la ridevo quando nel film interpretava la parte di bruttina poco avvenente... io me la sarei impacchettata e portata a casa in mezzo secondo anche se non avesse avuto un centesimo e fosse stata più imbranata di quel che pareva sullo schermo. In quel film Walter Matthau è di una bravura impressionante. Forse è il film in cui questo mostro del cinema appare più in forma in assoluto (merito pure del doppiaggio di Gianrico Tedeschi, bravissimo attore teatrale).
    postato da vai col vento (sotto la gonna di Marilyn) il 16/03/2006 21:07

    Prendo nota e cerco di vederne qualcuno perchè di tutti quelli che hai citato ho visto solo mezzogirno di fuoco e a qualcuno piace caldo. Pardon... sono una giovincella! P.S. i tuoi commenti sono sempre graditissimi
    postato da simona il 16/03/2006 23:27

    Piacere penultimo!Giungo qui dopo averti intravisto da nns ed essere rimasta colpita dal tuo nome!Ehehehe!E non sono rimasta delusa... Bellissima carrellata...complimenti!
    postato da lastanzadiclaudia il 17/03/2006 10:59

    La alzo io la gonnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! :D Miss
    postato da MissMagda il 17/03/2006 11:55

    http://www.celeste.it/battisti/78.htm#08 Ciao. Filo rosso
    postato da filo rosso il 17/03/2006 13:20

    e felicemente approdo alla conclusione della tua presetnazione dei film di Wilde. In effetti non avevo capito che avessi ristretto il campo degli anni di produzione e mi domandavo dove fosse Prima Pagina, in assoluto uno dei migliori. Ma qui con la commedia siamo proprio tra i fuoriclasse. Adoro A qualcuno piace caldo, ha battute memorabili, gag miracolose e la coppia Lemmon-Curtis è stata veramente azzeccata! E lo spunto, la trama...due musicisti capitati per caso nel massacro di S. Valentino! Sono d'accordo con te su Testimone d'accusa, per me quell'aula del tribunale era un vero momento di sudori freddi! complimenti per i post, me li sono proprio goduti!
    postato da grisù il 17/03/2006 14:13

    "A qualcuno piace caldo" è uno di quei film che rivedo più che volentieri ogni volta che viene trasmesso. Un motivo ci sarà. Bei post, penultimo. Bellissimi post. :o)
    postato da margot il 17/03/2006 14:55

    Come al solito il tuo post è lunghissimo. Sarò costretta a stamparlo e a leggerlo con calma il fine settimana, se me lo voglio godere un pò........
    postato da sibillasi il 17/03/2006 15:03

    un dolcissimo saluto
    postato da Aikido il 17/03/2006 15:23

    Ciao, penultimo. probabilmente non mi sono spiegato bene. Quando dicevo "film infinitamente meglio fatti" non intendevo dire "film migliori", ma solo "film meglio confezionati". Sai certo meglio di me che un'opera cinematografica non è fatta solo di trama e recitazione, ma anche di fotografia, luci, sonoro, effetti speciali, montaggio, dialoghi, ecc. E' evidente che la tecnologia è oggi infinitamente superiore a quella di 40 o 50 anni fa. Inoltre oggi non esiste quasi più la censura e la autocensura che in quache modo "ingessava" la trama e i dialoghi rendendoli un po' artefatti. E convengo con te che, nonostante questo indubbio miglioramento tecnologico, molti dei "vecchi films" sono infinitamente più "belli" di tanto ciarpame moderno. Ti dirò anche che io sono sempre alla ricerca su internet di "vecchi films" da scaricare e rivedere con nostalgia. E sono riuscito anche, con molta cautela, a farne vedere due a Anne (un classico "Settimo sigillo" e un classico "Il sorpasso" (anche gli italiani hanno saputo fare qualcosa di buono) e, miracolo!, li sono piaciuti! eppure lei è una figlia del mondo moderno ed è naturalmente diffidente per tutto ciò che è vecchio (mi chiedo allora come faccio a piacergli...)). Un caro saluto
    postato da luca il 17/03/2006 21:19

    Marilyn...una di quelle grandi icone americane dei nostri tempi...nulla da dire...per lei parlano le immagini e la sua finta svampitaggine! Grazie per essere passato!
    postato da Francesco il 17/03/2006 22:31

    per luca La tecnologia uccide il passato. Nel senso che come il progresso tecnologico ci ha reso incapaci di abituarci a vecchie condizioni di vita preindustriali; così il progresso tecnico del cinema ha distrutto la nostra capacità di godere dei vecchi film. La velocità attuale ha distrutto la lentezza antica, le colonne sonore moderne quelle di una volta. Allo stesso risultato hanno condotto i movimenti delle sofisticate macchine da presa attuali, il nuovo modo di intendere e usare la fotografia, il montaggio, gli effetti speciali. Il nuovo modo di percepire il cinema ha reso obsoleto quello di una volta. E' un bene? Siamo più contenti con il cinema attuale di come eravamo una volta con quello classico? Alcuni tipi di domande hanno la caratteristica di rifuggire a ogni tipo di risposta. E questa credo sia tra quelle. Dirò solo una cosa. Sto vedendo un film in dvd. “Crash”, quello premiato con l’Oscar. Lo trovo ben costruito, con situazioni interessanti e psicologie non banali. Tuttavia non riesco a vederne più di dieci minuti per volta. Lo vedrò interamente in dieci tentativi o più. Trovo sgradevolissima l’ambientazione metropolitana, l’angoscia del vivere attuale, le nevrosi dei personaggi, tutto il brutto collegato alle luci della città attuali, che sono ben diverse di quelle dei tempi di Chaplin. Questo film non è un caso isolato. Ho visto di recente parecchie storie simili che mi hanno comunicato gli stessi sentimenti negativi. E’ tutto un piangersi e un parlarsi addosso. E’ tutto un susseguirsi di cupe e avvilenti vite da chat line notturne. Ho detto a mio fratello, che è quello che affitta i dvd e poi li passa a me, di non prendere per nessuna ragione un film ambientato in una metropoli attuale. Prendesse invece storie che si svolgono sotto cieli limpidi e paesaggi a perdita d’occhio, dove non si vede nemmeno l’ombra di un grattacielo. Ovviamente prima o poi questa intolleranza cinematografica mi passerà, così come ti passa l'influenza dopo che te ne stai qualche giorno al calduccio nel tuo letto.
    postato da penultimo il 17/03/2006 22:32

    non ne conosco di uomini a cui marilyn non colpisca l'immaginazione in un modo o nell'altro..
    postato da ivy phoenix il 17/03/2006 23:46

    "E' ricca la sposo e l'ammazzo",una perfetta ferrari gialla,e una felce "preziosa"che fa scoccare l'amore...film stupendo,che ho visto non so quante volte!!! buon we, elle:)
    postato da elle il 18/03/2006 11:52

    Ecco già andiamo meglio... con questa seconda parte hai citato alcuni film che ho visto... ;o) ciaoooo Giadadeldeserto p.s. è sempre un piacerti leggerti nelle pagine del mio diario..
    postato da Giadadeldeserto il 18/03/2006 22:15

    Ho scoperto che sei un vero intenditore di film!!! Complimenti per le tante notizie che sei riuscito a proporci in maniera tanto gradevole. Allora,visto che ne sai moooooltoooo più di me,perchè non cerchi tu le scene dei film citati nel mio blog? Te ne sarei davvero grata! Ciao!
    postato da vitty il 19/03/2006 00:01

    sarò banale è un'affermazione adoro la commedia americana di B.W. adoro un certo tipo di battute ,ironike , divertenti senza essere grossolane A qualcuno piace caldo mi ha regalato una di quelle risate di cuore ke fan bene alla salute
    postato da viola ke....in ritardo il 20/03/2006 00:54

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