lunedì 20 febbraio 2006

L'operaio e l'imperatore romano (ancora sulla teoria della relatività)

Abbiamo visto come il contesto sia quella cosa utile a dare significato a qualunque oggetto o situazione. Analizziamo ora l’ennesimo paradosso umano. L’uomo, infatti, non deve soltanto mirare al raggiungimento di un elevata posizione gerarchica (qui gerarchico è un attributo inteso in senso molto esteso, ma non c’è il tempo di definirlo meglio). Ma deve anche augurarsi e far sì che i suoi simili non migliorino nel frattempo la loro condizione sociale, perché ciò renderebbe vane le sue conquiste.

Il potere, si sa, necessita di una platea umana su cui esercitarlo. Se non esiste il destinatario su cui farlo valere (perché si è “emancipato” o altro), un potere si svuota. Non è più un potere. Un re esiste se ci sono sudditi. Un prete se ci sono fedeli, un maestro se ci sono allievi, un genitore se ci sono figli, un capo se ci sono subalterni.
Voglio dire che una posizione gerarchica esiste solo in relazione a un contesto con cui confrontarsi. E non basta. Se si dice che un uomo guadagna molto è solo perché in un determinato contesto la maggior parte dei suoi simili guadagna di meno. Non è il suo stipendio ad avere valore. Sono gli stipendi degli altri a conferirglielo. Se infatti tutti improvvisamente guadagnassero di più e lo stipendio dell’uomo agiato in questione rimanesse inalterato, questi si ritroverebbe automaticamente povero, pur ricevendo in pratica sempre gli stessi soldi.

Cioè ogni progresso sociale, economico, gerarchico o di altra natura da parte degli altri svaluta la mia posizione sociale, così come viene svalutata una moneta dall’aumentato valore delle altre monete. Ogni eventuale progresso sociale o economico altrui rappresenterebbe (e in realtà rappresenta) un arretramento del mio status (quo?). E solo qui possiamo capire perché la mors tua è la vita mea. Perché le tue risate sono la mia sofferenza. Perché i tuoi coiti sono la mia astinenza. Perché i tuoi figli belli e intelligenti che dicono grazie papi rendono brutti e stupidi i miei che dicono vaffanculo papi, perché i tuoi stramaledetti capelli alla Sansone mi rendono calvo.
Anche Aristide, uomo politico dell’antica Grecia noto per la sua rettitudine, dovette sperimentare che non conviene svalutare con la propria onestà quella altrui. Il giorno in cui fu proposto il suo ostracismo da Atene, Aristide, non riconosciuto, chiese lumi a un uomo che aveva appoggiato la proposta. “Aristide non mi ha fatto nulla”, rispose l’altro. “Ma non ne posso più di sentirlo chiamare il Giusto.”
L’uomo quindi, per sentirsi realizzato, non deve solo conquistare e conservare un elevato grado gerarchico, ma deve pure sperare e far sì che i suoi simili non migliorino la propria posizione, svalutando di conseguenza la sua. Cioè un “Vivi e non lasciar vivere” (il Live and Let Die della coppia James Bond/Paul McCartney).

Dove ci porta questa affermazione? Beh, se non ci raccontiamo le favole ci può portare solo alla conclusione che ogni uomo (ogni uomo che non abbiamo associato al nostro mondo interno, al nostro sistema di sopravvivenza) è nostro nemico. Ogni uomo che non sia nostro figlio o nostro padre, che non sia della nostra fede politica o squadra di pallone, che non abbia i nostri miti o le nostre idee, che non sia inglobato nel nostro io… è una terribile minaccia per la nostra esistenza. E in verità andrebbe eliminato o messo in condizione di non nuocerci. Andrebbe legato e imbavagliato, affinché perda quel suo vizio di agitarsi e cercare di cambiare le carte in tavola (le carte sociali). Andrebbe legato e imbavagliato perché perda il suo vizio di vivere.

Ultima di oggi. Non molto tempo fa, per provare la superiorità del mondo moderno rispetto al passato, è stato detto che “il tenore di vita di un operaio moderno è superiore a quello di un imperatore romano”. Sono simili semplicistiche affermazioni – che a prima vista sembrano fondate e perfino giuste – ad alimentare la leggenda che oggi l’uomo viva meglio, e che quindi sia più felice (spero un giorno di arrivare a parlare di felicità).
Il tenore di vita di una persona o di un popolo, infatti, come qualsiasi record sportivo, non si misura rapportandolo a quello di secoli prima, ma ai tenori di vita (o ai record) contemporanei. Altrimenti è come dire che un atleta scadente di oggi è in realtà un supercampione, perché al tempo degli antichi greci avrebbe vinto tutte le gare di corsa.
Dunque il massimo che si può dire è che l’imperatore romano disponeva di un tenore di vita eccezionalmente elevato e invidiabile, gozzovigliando e gaudendo in un mondo di gente spesso in ristrettezze materiali quando non in catene. L’operaio moderno, al contrario – pur disponendo di cure mediche migliori, di consumi e svaghi non accessibili a Nerone e soci – è in una situazione meno invidiabile, perché deve confrontarsi con il tenore di vita del suo “contesto temporale” (ossia di quello di gente che sta spesso meglio di lui).

Nota a margine: è probabile che qualche passaggio di questo post debba intendersi più come sfogo che come lucido argomentare

1 commento:

  1. molte delle cose ke affermi sono delle provocazioni,vero? perkè sennò...@.@(espressione attonita e un po' sgomenta del mio viso,ora) ciauz
    postato da viola il 20/02/2006 13:48

    In effetti qualche provocazione c'è. Forse c'è pure qualche verità. Magari è colpa di quell'incapace del mio angelo custode che non sa fare il suo lavoro. (espressione un po' ridarella sul viso, ora). Ciao dolce fiore viola.
    postato da penultimo il 20/02/2006 14:42

    Spero che quando tu parli del potere ti riferisca a berlusca e a qualche politico di sinistra. vedi io sono anarchica da generazioni, forse ci sono nata con questa idea, e ho sempre pensato che se l'uomo, l'operaio, il cittadino fosse responsabile di se stesso e di quello che fa, i capi, i politici non avrebbero ragione di essere per non ne avremmo bisogno. Non credi? Comunque il tuo post è interessante ma non concordo quando dici che l'operaio dispone di cure mediche migliori, quelle migliori le usano i potenti, i ricchi, non l'operaio, altrimenti la sanità sarebbe gratuita e a disposizione di tutti. Ciao ciao
    postato da maryann53 il 20/02/2006 16:16

    Analisi cinica e spietata, riconducibile alla teoria del supremo egoismo. Veramente notevole! Dettaglio: l'uomo vuole essere realizzato anche dal punto di vista morale. Dunque, lo stesso supremo egoismo lo spinge a compiere azioni che la sua società definisce "nobili", anche se a prima vista cozzano contro il proprio profitto personale, in modo da potere guadagnare l'approvazione dei suoi simili ("il giusto"). In quanto a cinismo questa considerazione è ancora peggiore. Mai viste le ultime due puntate di Neon Genesis Evangelion? Ciao (e ti ho volentieri restituito il link)
    postato da Colui che vede Oltre il 20/02/2006 17:26

    PENULTIMO rispondo al tuo commento da me,nel caso tu nn fossi tornato a leggere:va beh mancano le gambe alla foto,accontentati del fondoschiena,nn ti piace? Ma che stai a dì,io nn ho rivelato nulla e poi nulla. :) Le mie regioni retrostanti,ma come parli? ehehheh! Tu nn hai una casa per sognare,preferisci farlo fuori in mezzo alla gente,nn ti piace rifugiarti? Nn senti la casa come un'ancora di salvezza,dove rintanarsi per stare in pace?
    postato da danydonna il 20/02/2006 18:00

    cambia nei secoli solo l'orchestra ...la musica è sempre la stessa!
    postato da Aikido il 20/02/2006 18:23

    ciao allora sarai informatissimo su questa nuova disciplina che fonde il pugilato e gli scacchi...magari se non sei preparatop io ti posso dare lezioni di kick e prepugilistica e tu invece potresti insegnarmi gli scacchi...chissa magari arriviamo un domani alle olimpiadi...che dici??..gli occhi del post guarda dentro le mie iridi sono i miei..grazie del complimento!! a prestissimo..
    postato da Aikido il 20/02/2006 21:28

    sono stanchissima ma non potevo non passare a salutarti, mi mancano anche due post da leggere ma lo faccio domani, oggi non riesco.. Sai, aristide.. il giusto, sì ma bisogna vedere che carattere aveva... poi a lui l'hanno ostracizzato soltanto.. pensa a socrate.. accusato di corrompere la gioventù.. a presto
    postato da ivy phoenix il 21/02/2006 02:51

    ... già , se stiamo così lo dobbiamo alle lotte sociali che in fondo hanno fatto il possibile per far si che l'operaio conquistasse dei diritti , si elevasse culturalmente e posizionasse un omonimo tra il potere e se stesso (sindacati con responsabili che arrivano in azienda co la " cayenne") ..... gran passo avanti ..... , che comunque ci fa rimanere operai.... ciao francesco
    postato da nubilefrancesco il 21/02/2006 08:48

    Ciao penultimo, mi sembra di capire che scrivi ("posti")tu solo su questo blog. Allora un'osservazione: come mai se non vuoi peccare di superbia usi il plurale majestatis??? :) Vabbè scherzavo, ti auguro una buona giornata. Oggi qui c'è un sole bellissimo.Tornerò con calma a leggere questo post. P.s.: Mi ha fatto l'occhiolino un post su Dio, che vedo linkato a lato, voglio tornare x leggerlo. Spero stasera.Ciao
    postato da come alice il 21/02/2006 10:05

    Leggendo il tuo post, mi ha colpito il passaggio in cui affermi:"Ogni uomo che non sia nostro figlio o nostro padre..." Ora non per voler essere più realista del re, ma guarda che la mia opinione è che anche quelli che sono considerati gli affetti più cari non fanno eccezione, anzi. A livello personale, i nemici più terribili si nascondono in famiglia: il padre, la madre, i figli sono troppo spesso la dimostrazione dell' homo homini lupus. Ciao, e scusa se ritieni che sia andato fuori tema.
    postato da Amfortas il 21/02/2006 11:11

    Rsiponderò come ho visto fare da altre persone sul blog. Per Amfortas: So che figli e padri spesso sono i nostri più grandi nemici. Conosco il detto "Ci si può odiare solo tra fratelli". Non posso specificare qui cosa intendevo per padri e fratelli. Per come alice: cercherò di eliminare il plurale majestatis. Dura sarà eliminare la superbia (mi consola il fatto di sapere che non sono solo in questo campo. Per nubilefrancesco: le lotte operaie vanno bene, ma non possono eliminare le disuguaglianze sociali, perché ciò significherebbe eliminare la società e perfino gli esseri umani. Per ivy la dolce: chiaro che Aristide rompeva le palle o non lo avrebbero mandato via. per Aikido: non so niente di kickeccetera, solo che se non sbaglio si picchia con mani e piedi, il che ha un senso: se si deve picchiare meglio farlo con tutti gli arti. Per danydonna: parlo così perché sono un bravo guaglione un po' fesso. Per Colui che vede Oltre: il potere non è solo quello che possono avere berlusconi o la sinistra, anzi per me quella è la parte meno importante e più banale di questa caratteristica umana. Per maryann53: il passaggio in questione diceva che se un operaio moderno prende certe malattie non muore come sarebbe capitato a Caligola e soci (questo non significa, e l'ho detto, che l'operaio moderno sia un imperatore romano).
    postato da preso da smania di grandezza (come altri sul blog) il 21/02/2006 11:38

    touchè
    postato da come alice il 21/02/2006 12:30

    Parresti oscillare con disinvoltura tra un ferritico relativismo ed un ferroso empirismo. Lasciami soltanto immaginare un Creso di oggi che preferirebbe vivere accanto ai palafitticoli per sentirsi ancora più ricco...
    postato da Tung il 21/02/2006 16:19

    Ciao carissimo,grazie della tua risposta,vedo ceh mia figlia ti è rimasta impressa :)
    postato da danydonna il 21/02/2006 16:39

    Clinton da giovane: questa era impossibile. Pare che qualche vecchio amico usi questo epiteto per descrivere il canuto amico tuo.
    postato da Zio Tung il 21/02/2006 20:03

    Lucido ma cinico.D'altra parte tutto ciò che è cinico,non può che essere lucido e impersonale,tranne la faccenda dei capelli,ma perchè ti sottovaluti così tanto?Perchè sei così amaro?E chi l'ha deciso che un uomo dal "selciato pulito" sia meno bello di chi possiede una foresta?Pensa a Yul Brynner(si scrive così?)amato e conteso da migliaia di belle donne.Un saluto Venivo a dirti di: Convincerla tu...per favore!!!S
    postato da S il 21/02/2006 20:50

    Per il famigerato/a S. Non ho affatto detto che non ho i capelli. Quelli ce li ho. Non ho nemmeno detto che ho figli che dicono vaffanculo papi (ma lo direbbero se li avessi). Non ho capito chi dovrei convincere.
    postato da penultimo il 21/02/2006 21:10

    ...ora la tua teoria si fa più esaustiva... ora sento lo sfogo.... e sento la voglia di andare oltre il confronto... x esserci nella propia interezza!! saluti Giadadeldeserto
    postato da Giadadeldeserto il 21/02/2006 22:08

    Ciao solo un saluto.Non sono competente in materia e mi limito a augurarti una buona serata.
    postato da Anne il 21/02/2006 22:14

    Conoscevo già il tuo blog, nonostante questo ero passato per lasciare un rapido commento. Leggendo mi sono reso conto che era da stupidi, quindi ti lascio un saluto e cerco di concentrarmi sulla lettura.
    postato da iltov il 21/02/2006 23:33

    "E se poi Dio esistesse davvero?" Io credo in Dio. In un Dio super partes, al di sopra di tutte le religioni. E che se la ride di tutte le cavolate che gli uomini fanno in nome delle religioni. Scusami se commento il tuo post precedente ma l'argomento merita anche se è troppo complesso e intimo x affrontarlo in due parole. Stanotte ci dormirò su. Buonanotte. :)
    postato da come alice il 21/02/2006 23:42

    Con tutto il rispetto, viste le performance di cui è capace il tuo angelo custode viste nei precedenti post, credo di non essere proprio sicuro di volerlo in prestito... anche perché di voci nella testa ne sento già abbastanza da riempire un intero ospedale psichiatrico!
    postato da Colui che vede Oltre il 22/02/2006 10:16

    Ah, a nome della redazione, ti porgo l'invito a scrivere un pezzo per il Blog delle Idee (idee_e_idee.blog.tiscali.it). Ci piacerebbe avere le tue capacità di scrittura nel gruppo! Fammi sapere cosa ne pensi...
    postato da Colui che vede Oltre il 22/02/2006 10:20

    Per Colui che vede Oltre: Tranquillo, mi sa che il mio angelo custode non toglie troopo presto le tende. Per come alice: non so cosa pensare di Dio. So che noi qui non dovremmo esserci, eppure ci siamo. per iltov: ehilà a te e alla figlia del portiere. per zio Tung: chissà perché avrei un lieve timore a trovarmi in compagnia di Clinton da giovane, specie se non me lo trovassi di faccia. Creso con i palafitticoli? Uno spreco. per danydonna: ho grande rispetto per le bambine che meditano sui massimi sistemi.
    postato da a chiudere (megalomania mattutina) il 22/02/2006 11:03

    Un saluto a te e alle 200 cose che hai fatto o verresti fare.
    postato da dimenticai Giada il 22/02/2006 11:05

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